Shoah: uso e abuso 25/01/2016
Commento di Manfred Gerstenfeld
Autore: Manfred Gerstenfeld
Shoah: uso e abuso
Commento di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana)

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Man mano che il tempo passa, l’interesse della gente verso gli eventi storici diminuisce. Eppure in questi anni la Shoah, malgrado l’abuso che se ne è fatto, e la 2a guerra mondiale, ha visto crescere l’interesse fra il pubblico. Fino a pochi anni fa era quasi impossibile trattare questo tema e il suo significato. Non è più così. Ora si possono mettere in evidenza tutti gli aspetti che lo riguardano. Questo interesse a Shoah e 2a guerra mondiale è probabilmente dovuto al diffondersi delle guerre nel mondo. Sono diventati un tema citato nelle campagne elettorali delle presidenziali americane,dove il candidato repubblicano Mike Huckabee ha accusato Barack Obama di volere la distruzione di Israele. Nel dibattito sulle armi, un altro candidato repubblicano, Ben Carson ha detto che se gli ebrei fossero stati armati avrebbero potuto fermare la Shoah. È una strumentalizzazione degli ebrei e della Shoah nel dibattito interno alla politica nazionale americana. I governi occidentali, pur essendo armati, non avrebbero potuto fermare all’inizio l’invasione della Germania, per non dire degli ebrei, presenti nei vari stati ma privi di diritti.

Alex Nazaryan, del Jewish Newsweek, ha scritto su un tweet “Ted Cruz è fortemente impegnato nello Iowa”, riferendosi a una immagine del periodo nazista con gente che sventolava bandiere con la svastica. Dopo, senza troppa convinzione, si è scusato, ma non con Cruz: “ho cancellato il tweet dove davo del nazista a Ted Cruz. Non era giusto per i suoi sostenitori, gente per bene, ma lui continua a non piacermi”. In una moschea americana, il candidato democratico Bernie Sanders ha criticato Trump per aver chiesto che venisse bloccato l’ingresso negli Stati Uniti ai musulmani, dicendo “non dobbiamo dimenticare quel che successe a causa dell’ideologia razzista nazista, che sterminò milioni di persone, inclusi alcuni miei famigliari”. Dato che la dichiarazione di Trump non richiedeva lo sterminio dei musulmani, l’affermazione di Sanders ha stravolto, a fini elettorali, ciò che accadde veramente durante la Shoah.

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L’autocratico presidente turco Erdogan, un fanatico odiatore di Israele, è conosciuto per il suo apprezzamento verso Hitler, loda il regime nazista definendolo efficiente, e per essere paragonato a lui. Alcuni anni fa, l’allora ministro degli esteri israeliano Avigdor Lieberman paragonò Erdogan a Goebbels. L’arrivo in massa di rifugiati dal Medio Oriente in Europa è stato citato con riferimenti alla Shoah. Lutz Bachmann, fondatore e già membro del movimento anti-islamico tedesco Pegida, era stato paragonato a Hitler. Per reazione, Bachmann paragonò il ministro della giustizia tedesco Heiko Maas a Goebbels. Durante una dimostrazione a Dresda, alcuni sostenitori di Pegida negarono che la Shoah fosse mai esistita. Anche il rabbino capo d’Inghilterra Ephraim Mirvis ha distorto il significato della Shoah. Visitando un campo di rifugiati in Grecia, con altri rabbini ortodossi, disse “Essere sistemati in tende mi ha fatto pensare alle baracche di Auschwitz, dove il finale era diverso.”

In Austria, un disc-jockey di origine iraniana ha paragonato la propaganda contro le minoranze del leader del partito do destra Heinz-Christian Strache a Hitler. Strache l’ha denunciato, ma in tribunale ha perso la causa. L’uso della Shoah contro gli ebrei continua. In Spagna, l’artista ebrea Margarita Gokun Silver, ha detto una compagna di classe di sua figlia – l’unica ebrea fra 1.300 allievi – dovrebbe “finire nelle camere a gas”. “Mia figlia “,ha poi aggiunto “mi dice che nella sua classe nei whatsapp che si scambiano gli studenti ‘Heil Hitler’ viene usato come un augurio. Gli viene insegnato, nelle ore di religione e a casa, che gli ebrei sono stati maledetti per sempre”.

Le scuse per i delitti commessi durate la Shoah sono di là da venire. Nel 2015 Lussemburgo e Monaco hanno chiesto scusa per quanto hanno fatto contro gli ebrei. L’Olanda rimane l’unico paese dell’Europa occidentale che si rifiuta di riconoscere onestamente il disinteresse dimostrato durante la guerra per il destino degli ebrei, collaborando con la sua burocrazia con gli occupanti tedeschi. All’inizio del 2015, ancora una volta il premier olandese Mark Rutte ha ignorato le richieste parlamentari che lo invitavano a scusarsi. Più di 70 anni dopo la fine della guerra, si stanno erigendo monumenti a ricordo della Shoah, per esempio nelle città olandesi di Baarn, Utrecht, Heemstede e all’Aja. Ma a Geffen è nata una protesta, perchè viene invece commemorato un soldato olandese di quella città che si era arruolato volontario nell’esercito tedesco e che fu ucciso durante una strage di cittadini ebrei.

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A Boston, come in altre città in diversi paesi, vengono profanati i monumenti a ricordo della Shoah. La Grecia ne ha il primato. Il monumento ad Atene che ricorda l’uccisione dei bambini ebrei è stato profanato due volte del 2015. Nella città greca di Kaval, dopo lunghe discussioni, era stato inaugurato un monumento. Dopo soltanto due settimane era già stato oggetto di atti vandalici. A Kiev, capitale dell’Ucraina, il monumento che ricorda la strage degli ebrei a Babi Yar è stato profanato diverse volte lo scorso anno.

La Fondazione Anne Frank di Basilea (Svizzera) ha commissionato a Jessica Durlacher e Leon de Winter una pièce teatrale basata sul Diario. È stato costruito un nuovo teatro per ospitarla. La prima si terrà a Amsterdam, poi in giro per il mondo. È arrivato alla fine il copyright del Mein Kampf, ne usciranno edizioni commentate, anche se il libro era sempre stato di facile reperibilità, con edizioni clandestine ma non troppo, è un best seller nei paesi arabo-islamici, in Turchia negli scorsi anni è stato uno dei libri più venduti. Succede che musulmani chiamino nazisti altri musulmani. Questi esaminati sono alcuni fra tanti. In genere la banalizzazione continuerà ancora in molte forme. Ma nello stesso tempo le ricerche su questo periodo porteranno alla luce nuove informazioni, che permetteranno all’opinione pubblica di approfondire sempre di più nei prossimi anni quanto è successo durante la Shoah.


Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta. E' appena uscito il suo nuovo libro "The war of a million cuts" (in inglese). E' una analisi di come ebrei e Israele sono delegittimati e come farvi fronte.
Manfred Gerstenfeld ha ricevuto il premio "Simon Wiesenthal Center International Leadership" per i suoi studi sull'antisemitismo.


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