Gentilissima Redazione, grazie per la pubblicazione della mia lettera. Sono pienamente d'accordo, tanto che l'ho scritto io stessa, che il Papa non ha nominato lo Stato di Israele nel suo discorso nella Sinagoga di Roma. Vorrei però capire che cosa intendete scrivendo che la sua menzione di Israele si riferiva alla 'Israele biblica'. Normalmente con tale espressione si intende o Israele (popolo e/o Regno) al tempo della Bibbia, o, più raramente, la Terra di Israele nella sua massima estensione raggiunta in epoca biblica. In questo caso entrambe le accezioni sono escluse. Il contestuale riferimento all'irrevocabilità dell'Antica Alleanza rende certo che l'amore, 'costante e fedele', di Dio per Israele secondo il Papa (e secondo la Chiesa, come egli stesso ha detto) non è finito duemila anni fa, ma è tuttora e per il futuro rivolto al popolo di Israele (inteso come l'intero popolo ebraico, in Eretz Israel o all'estero). Molto cordialmente,
Annalisa Ferramosca
Il riferimento è stato al popolo ebraico nel complesso, e nello specifico a quello di epoca biblica ("l'irrevocabilità dell'Antica Alleanza e l'amore costante e fedele di Dio per Israele" sono le parole impiegate). Non allo Stato di Israele, fondato nel 1948 come entità politica indipendente.
IC redazione