A destra: il Ministro della Giustizia di Israele Ayelet Shaked
Cari amici,
devo confessarvelo, ogni tanto scrivendo queste cartoline mi sento un po' frustrato. Non per gli insulti degli antisemiti e dei “diversamente ebrei” che non mancano, ma per il silenzio. Spesso ricevo consenso e ne sono grato a chi me lo dà. Ma qualche volta nelle mie ricerche vedo delle storie importanti, cerco di comunicarle e di dire perché mi sembrano così degne di nota. Ma non riesco a dare loro l'eco che secondo me si meritano. Non certo sulla stampa, che a parte qualche significativa eccezione di solito applica a tutto ciò che per Israele è importante la massima delle tre scimmiette (non vedere, non sentire, non parlare). Ma anche nei settori di opinione pubblica (concretamente di comunicazione internet) che si sentono vicini a Israele e capiscono la sua importanza per la difesa della comune libertà umana.
Il caso più recente è quello delle Ong “pacifiste” israeliane/antisraeliane. La settimana scorsa è venuto fuori che un personaggio piuttosto centrale del ristretto sistema di queste organizzazioni, tal Ezra Nawi, legato da rapporti d'affare e di militanza a “Betzelem”, “Breaking the silence” e ad altre organizzazioni del genere, svolgeva l'attività di agente provocatore e delatore, denunciando ai servizi segreti dell'Autorità Palestinese gli arabi che si mostrassero propensi a vendere della terra ad ebrei (il che per i “moderati” di Ramallah come per gli estremisti di Gaza è reato da pena di morte immediata e sul posto) e lo facesse ben consapevole che mandava questa gente a essere torturata e uccisa, anzi, se ne vantava (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=280&id=61053). Quest'attività la svolgeva con un suo complice arabo, anche lui legato a Betzelem, tal Nasser Nawajiya. Nawi ha cercato di scappare da Israele ed è stato arrestato all'aeroporto internazionale per concorso in omicidio e complicità con agenti stranieri.
Questo Nawi è un personaggio assai discutibile, pregiudicato per pedofilia e aggressione alla polizia (https://en.wikipedia.org/wiki/Ezra_Nawi). E' stato però sempre difeso dall'intellighentzia di sinistra, per esempio da Chomsky e anche da A.B. Yehoshua, per non parlare del guru dell'antisionismo nella stampa israeliana, Gideon Levy (http://www.americanthinker.com/articles/2016/01/
the_israeli_left_scrambles_in_the_wake_of_a_stunning_video.html). Leggete per favore quello che ha scritto Yehoshua su questo affare, perché è un capolavoro di ipocrisia che andrà rinfacciato allo scrittore ogni volta che si atteggerà a maestro di morale per Israele, un vizio frequente per lui come per Amos Oz e Grossman:
Abraham B. Yehoshua
"Ogni vendita di terreno deve essere chiara e iscritta nel catasto ... Non si può nascondere la vendita di terreni da una persona ad un'altra. I meccanismi dell'Autorità [palestinese] riguardano un organismo formale che riconosciamo e circa la cui esistenza siamo lieti. Vogliamo trasparenza. Per ogni cosa che viene fatta qui - voglio trasparenza [...] Quale sarà il loro destino [degli arabi che vorrebbero vendere i loro terreni ad ebrei] è una questione separata [...] Chi [i responsabili dell'Autorità Palestinese] tortura e chi non tortura, è un problema loro [...] Gli attivisti di B'Tselem non devono interferire nelle relazioni tra i palestinesi [...] Lo vediamo come un paese straniero. Se le leggi dell'Autorità sono dare loro il diritto di farlo [cioè di torturare], allora lo facciano." Eccolo qui il guru, il grande moralista, che giustifica la tortura in nome della non interferenza nelle leggi palestinesi (anche Auschwitz rispondeva alle leggi naziste, con lo stesso grado di democrazia) e la delazione in nome della trasparenza. Voi stringereste la mano a un tipo così? Io francamente no, anche se con la sua disonestà intellettuale si meritasse il Nobel.
Non è un atteggiamento isolato: tutto lo sparuto "campo della pace" israeliano (che vale più o meno il 4 per cento dell'elettorato, ma ha un organo di stampa diffuso all'estero come Haaretz e molte relazioni internazionali) si è mobilitato, senza distanziarsi da Nawi, tanto da provocare un articolo della rivista ebraica americana (di sinistra) "Tablet" in cui si mette in contrasto il loro atteggiamento con la netta presa di distanza della destra sionista religiosa (per esempio di Bennett) dagli imputati per l'attentato antipalestinese di Taba e si chiede se la sinistra israeliana sarà in grado di salvarsi ( http://www.tabletmag.com/jewish-news-and-politics/196585/can-israeli-left-save-itself). E' un articolo che vi consiglio caldamente di leggere. Anche perché questa discussione sull'orrendo comportamento delle Ong si inquadra nella discussione in corso sulla "legge della trasparenza" proposta dal ministro della giustizia Ayelet Shaked, che impone alle Ong il cui budget è coperto da più del 50% di finanziamenti stranieri di dichiararsi come tali. Una legge del tutto ragionevole, ma attaccata selvaggiamente come "liberticida" non solo dalle stesse Ong (e si capisce, vivono dei servizi che offrono a governi stranieri), ma anche da Unione Europea e ammnistrazione Obama, abituati a disporre di agenti al loro servizio in Israele come comode pedine per mettere in difficoltà i governi democratici dell'alleato (si fa per dire) che amano tanto odiare. Ne riparleremo al più presto.
Ugo Volli
PS: Cari amici, come avete forse sentito, Papa Bergoglio non ha superato il mio test, che avevo proposto nella cartolina di ieri, non ha mai nominato Israele nel discorso che ha fatto alla sinagoga di Roma. Non vorrei sembrarvi presuntuoso, ma me lo aspettavo. C'è una politica permanente della Santa Sede nei confronti di Israele (o se volete di accomodamento all'Islam) che va al di là delle simpatie personali. Ne prendiamo atto. Questa bocciatura non impedirà naturalmente a Francesco di continuare a guidare un miliardo di cattolici e dunque a essere rilevante per noi; né si pone in contraddizione con le sue personali amicizie con alcuni ebrei e neppure annulla il processo che pure c'è stato di diminuzione della tensione religiosa con l'ebraismo. Ma limita molto la rilevanza di queste cose. Perché non ci sarà mai un papa (o un capo di stato o un leader religioso) che possa dirsi veramente vicino al popolo ebraico se non esprimerà altrettanta vicinanza alla patria degli ebrei che è Israele.