D'Alema è sempre il solito, sono anni che sostiene queste sue tesi anti-semite che nella bocca di un comunista stanno sempre bene purtroppo. La sua analisi storica del problema mediorientale è a dir poco superficiale e di parte egli ignora volutamente quello che la storia ci ha consegnato, dall'inizio del movimento sionista sino alla realizzazione dello Stato di Israele. Il Libano, come la Siria, la Giordania, sono stati disegnati dall'accordo Sykes-Pycot e quindi presentano confini non sempre particolarmente definiti inoltre le guerre che Israele è stato costretto a subire da parte dei Paesi Arabi confinanti, hanno determinate inevitabilmente un rimodellamento dei confini in senso più difendibile e questo un ex ministro degli esteri dovrebbe saperlo.Quando uno stato, che poi è quello che ha scatenato l'evento, perde una Guerra non può accampare pretese come se la Guerra l'avesse vinta. Per quanto riguarda il nucleare, Israele non ha altro deterrente nei confronti di un mare di Arabi ed è comunque una solidissima democrazia e quindi al di fuori e al di sopra da qualsiasi avventurismo. Per ultimo, l'invasione del Libano fu causata dagli attentati terroristici che i palestinesi di Arafat facevano partendo dale basi libanesi e vorrei vedere qualsiasi altro Paese subire senza reagire situazioni come quelle. L'articolo di d'Alema manca di qualsiasi analisi storica e le cose che afferma evidenziano solo il suo GRANDE AMORE per la rivoluzione islamista (Hezbollah-Hamas).
e.r.
Un'ottima sintesi. Resta da capire se D'Alema sia davvero convinto di quello che predica oppure continua a ripetersi per semplice reazione condizionata da unì'ideologia sepolta dalla storia.
IC redazione