'Terra Santa' ? è ora di piantarla 16/12/2015
Analisi di Angelo Pezzana
Autore: Angelo Pezzana
Riprendiamo dal BOLLETTINO della Comunità ebraica di Milano di dicembre 2015, a pag. 11, con il titolo "Cari pellegrini, e se la smettessimo di usare l'espressione 'Terra Santa' e guardassimo all'Israele di oggi e dell'ebreo Gesù?", l'analisi di Angelo Pezzana.

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Angelo Pezzana

Terra Santa, una definizione che mi ha sempre procurato disagio, non tanto per l’aggettivo, quanto per l’accostamento. Anche fastidio, perché metterne in discussione il significato poteva essere giudicato offensivo dal punto di vista religioso cristiano, intenzione che non ho mai avuto. Nessuna obiezione, quindi, Gesù è venerato quale figlio di Dio, più che lecito, rientrando nella sfera della libertà di opinione, si può crederlo oppure no, peccato però che la sua uccisione sia stata attribuita per duemila anni agli ebrei, e giudicato un falso storico solo in anni recenti. Uno stigma che ha colpito gli ebrei per venti secoli, creando le premesse per l’accusa che ha posto le basi dell’antigiudaismo prima e dell’antisemitismo poi.

Dopo il pur enorme ritardo con il quale il Vaticano ha riconosciuto lo Stato di Israele, l’interessamento storico/religioso/turistico verso lo Stato ebraico poteva rappresentare una novità interessante, l’inizio di un cambiamento che poteva contribuire a creare un rapporto nuovo fra cattolici e ebrei. Si sarebbe potuto persino lasciar correre sulla scelta del nome Terra Santa, anche se di fatto sostituiva, cancellava totalmente quello di Israele sui programmi di viaggio. Un compromesso esige delle rinunce, bene, facciamole, anche se la destinazione era in genere quasi esclusivamente Israele. L’aeroporto è sempre quello di Tel Aviv, mai i viaggi avevano previsto quello giordano o siriano; Nazaret, la Galilea, il Kinneret, Gerusalemme, insomma i luoghi che si presume siano stati quelli nei quali Gesù era vissuto, sono tutti in Israele, anche perché gli stati confinanti hanno sempre dato poche garanzie in quanto a sicurezza, anche per i turisti cristiani. Invece di essere riconoscenti per l’accoglienza, quelli che vengono chiamati ‘viaggi diocesani’ hanno dimostrato una decisa antipatia verso tutto quello che poteva richiamare l’esistenza di Israele.

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Una definizione che sarebbe meglio tralasciare

Via il nome, dunque, sostituito da Terra Santa, le guide tutte rigorosamente ammaestrate a raccontare la storia antica e moderna secondo la più propagandistica narrativa palestinese, al punto da creare anche irritazione fra alcuni partecipanti che al ritorno ci raccontano episodi poco edificanti. A volte incrocio questi viaggi, su ELAL o Alitalia, chiedo quali sono gli aspetti che hanno trovato più interessanti e mi rendo conto che di Israele sanno a mala pena che esiste e di esserci stati. Non entro in merito ai programmi, spesso Yad Vashem è escluso, così come i luoghi storici a unico beneficio dei soli percorsi di Gesù. L’Israele dell’ebreo Gesù viene raccontato in chiave cristiana. La cosa sembra interessare poco o nulla Israele, anche perché è un paese dove la libertà di pensiero è totale, chiunque può raccontare menzogne spacciandole per verità, non è un reato. Stiano quindi sereni gli organizzatori dei ‘viaggi diocesani’, continuino pure a fare i loro viaggi in ‘Terra Santa’ come li hanno fatti finora, nessuna istituzione ufficiale israeliana interverrà.

Sul piano della decenza storica e anche religiosa, diciamo invece noi la nostra opinione: egregi propagandisti che non vi vergognate nemmeno della cancellazione del nome Israele, non pensate che sarebbe ora di avere rispetto verso l’unico paese dove tutte le fedi, quella cristiana compresa, sono rispettate, la libertà di culto è totale, mentre in tutta la ‘terra santa’ allargata i cristiani vengono perseguitati e anche ammazzati ? Suvvia, fatevi un esame di coscienza e poi decidete se non è il caso di liberarvi dei vostri pregiudizi, e finirla una buona volta con le menzogne. Oppure vi sembra che la nostra richiesta sia eccessiva, persino inopportuna ?

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