Laburismo in GB: Corbyn & Benn, due facce della stessa medaglia 12/12/2015
Autore: Manfred Gerstenfeld

Laburismo in GB: Corbyn & Benn, due facce della stessa medaglia
Analisi di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana)

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Jeremy Corbyn Hilary Benn

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David Cameron

Israele deve guardare con molta attenzione ai dibattiti parlamentari che si svolgono nei paesi europei, in modo particolare in Gran Bretagna,dove l’ipocrisia sotto la maschera delle illusioni causate dalla buona educazione e dal fair play, è alla base di molti interventi e relative votazioni.

E’ quanto è avvenuto il 2 dicembre scorso quando la Camera dei Comuni ha approvato con una maggioranza di 174 voti la proposta di estendere gli attacchi aerei contro lo Stato Islamico dall’Iraq alla Siria.
Jeremy Corbyn, il leadser pacifista del Partito Laburista, è intervenuto dai banchi dell’opposizione contro il bombardamento. Da noto estremista di sinistra aveva chiamato Hamas e Hezbollah “miei amici”, mentre ancora prima aveva partecipato a un convegno organizzato da negazionisti della Shoah.
Il suo intervento tuttavia è passato in secondo piano quando Hilary Benn, il ministro degli esteri ombra laburista, è intervenuto in favore degli attacchi aerei, dicendo che l’Inghilterra deve attaccare i “fascisti” dello Stato Islamico, in Iraq e altrove, perché “ noi non dobbiamo, né dovremmo mai camminare dal lato sbagliato della strada”.

Una affermazione in un paese dove è ancora politicamente scorretto usare le parole appropriate come “islamo-nazismo” quando si parla dello Stato Islamico genocida.
Il quotidiano The Daily Telegraph ha scritto che il suo intervento verrà ricordato “ come uno dei discorsi più importanti del nostro parlamento”. Sarà anche vero, ma le parole di Benn vanno anche viste come un altro esempio della estrema ipocrisia che contraddistingue la sfrontatezza della dirigenza laburista.

Nel 2014, sotto la guida del precedente leader Ed Milliband, il Partito Laburista aveva presentato una mozione in Parlamento per riconoscere lo Stato palestinese. Benn aveva votato a favore, oggi lo spiega così: “ Ero orgoglioso, quale membro laburista del parlamento di andare oltre quella lobby che frammentava il riconoscimento dello Stato palestinese alla Camera dei Comuni e voglio dire che rimango della stessa opinione di prima”.
Dato che il ministro ombra degli esteri laburista Benn è sufficientemente famigliare con il Medio Oriente per sapere che quando ha votato in quel modo si comportava in modo opposto a quanto avrebbe poi detto sugli attacchi aerei in Siria.
Quando ha votato per riconoscere la Palestina, ha proprio ‘camminato dal lato sbagliato della strada’, ignorando deliberatamente che la maggioranza dei palestinesi di Hamas sono islamo-nazisti, il cui statuto include lo sterminio di israeliani e ebrei.
Benn ignora anche che Fatah, la seconda forza palestinese e il suo leader Mahmoud Abbas, onorano in molti modi gli assassini di civili israeliani e continuano a incitare a commettere atti criminali.

Nel dibattito sulla Siria, Benn ha detto a proposito dell’ISIS “ ci disprezzano, condannano i nostri valori, la tolleranza, la dignità, la democrazia, le leggi che abbiamo approvato oggi”. Parole che però possono essere attribuite ai palestinesi, il cui Stato non esistente Benn ha riconosciuto. Quando sostiene oggi i bombardamenti sullo Stato Islamico, una organizzazione criminale che però raramente attacca civili inglesi, non aveva invece sostenuto Israele quando finalmente reagì nell’estate 2014 per difendersi dai missili lanciati per anni da Hamas. Benn riteneva che Israele doveva avere le mani legate per via delle sanzioni militari inglesi e che avrebbe dovuto risolvere il conflitto colloquiando con gli islamo-nazisti di Hamas e con Fatah.

I suoi elettori dovrebbero chiedergli perché ha votato per bombardare lo Stato Islamico invece di recarsi a Raqqa, la capitale dell’Isis, e cercare di mettere fine alla guerra attraverso un dialogo politico.
La doppiezza di Benn e la simpatia per i terroristi di Corbyn rappresentano i due lati della diffusa degenerazione di molti partiti socialdemocratici europei.
La frase “simpatia per i terroristi” era stata pronunciata il giorno precedente dal Primo Ministro David Cameron prima del dibattito parlamentare, rivolta a quei pochi deputati conservatori che si opponevano al coinvolgimento inglese in Siria.
Disse che non dovevano “votare con Jeremy Corbyn e un branco di simpatizzanti di terroristi”.
Durante il dibattito, vi furono diverse domande a Cameron da parte laburista e dal Partito Nazionale Scozzese, perché si scusasse per le parole che aveva usato.
Cameron rifiutò, anche se aggiunse che era “onorevole” votare sia per che contro l’azione militare.
Nicky Morgan, Segretaria per l’Educazione, dichiarò poi alla BBC che sia Corbyn che il Cancelliere dello Scacchiere ombra John McDonell, le erano sembrati dei veri simpatizzanti dei terroristi.

L’uso fatto da Cameron del termine “ simpatizzante dei terroristi” rivolto a chi si opponeva ai raid aerei contro l’Isis in Siria, solleva qualche domanda sulla timidezza dei politici israeliani. Raramente si esprimono in questo modo sui molti politici che spacciano odio su Israele, i media pieni di pregiudizi, le Ong, i leaders delle chiese liberali e i sindacati, anche se sarebbero più che meritate. Questi accaniti odiatori condannano Israele e rimangono in silenzio sugli islamo-nazisti palestinesi mentre rendono onore a chi assassina civili.

Questo dibattito è collegato anche ad altri casi. In Israele ci sono ancora coloro che pensano all’Inghilterra come il paese del fair play. Dopo il voto, ci sono stati molti attacchi – non limitati ai social media – a deputati laburisti che si erano schierati con il governo. Immagini di bambini siriani vennero appese davanti alle abitazioni di alcuni deputati.
Dopo il suo intervento Benn venne chiamato assassino e minacciato di morte su internet. La deputata Stella Creasy ricevette un tweet “ Dormi bene quando un bambino muore, magari gli strappi un braccio per ricordo?”. Il deputato Neil Coyle ha detto “ ho ricevuto molte minacce alla mia sicurezza, le ho segnalate alla polizia. È la prima volta che mi succede di essere minacciato violentemente da persone che si dichiarano pacifiste”. Anche la Shoah venne sfruttata. Un laburista disse che la ex leader Liz Kendall e altri usavano il linguaggio della ‘soluzione finale’ in stile nazista.

Durante il dibattito vi furono domande sul perché Isis non era stata ancora sconfitto, malgrado i bombardamenti aerei della coalizione occidentale. Il Segretario alla difesa Michel Fallon riferì che la guerra in Siria sarebbe potuta continuare, persino forse per altri tre anni. Un esempio inglese di sottovalutazione. Il dibattito ha chiarito come l’Occidente non abbia alcuna strategia per porre fine allo Stato Islamico, un movimento terrorista che rappresenta un pericolo per Israele. Non facciamoci illusioni, dovremo affrontarlo ancora per diversi anni.


Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta. E' appena uscito il suo nuovo libro "The war of a million cuts" (in inglese). E' una analisi di come ebrei e Israele sono delegittimati e come farvi fronte.
Manfred Gerstenfeld ha ricevuto il premio "Simon Wiesenthal Center International Leadership" per i suoi studi sull'antisemitismo.