La scelta del meno peggio
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Cari amici, vi devo dire oggi una cosa che probabilmente infastidirà più d'uno. Ma non importa, come si diceva una volta “amicus Plato, sed magis amica veritas”; quel che conta è dire ciò che si pensa, la propria verità, e poi ognuno è libero di giudicare. Naturalmente si tratta della mia verità, che coinvolge solo me, e neppure la redazione di Informazione Corretta. Ma me ne assumo la mia responsabilità e voglio comunicarvela. Quel che voglio dirvi è semplice: sono molto contento dei risultati elettorali di domenica. Non solo per la vittoria strepitosa e inaspettata dell'opposizione in Venezuela, che apre la strada per un possibile ritorno alla democrazia dall'orrida subdittatura populista di Chavez e del suo portaborse Maduro, anche se la strada sarà lunga perché quest'ultimo sostituto subdittatore ha ancora 3 anni di potere davanti (http://www.lastampa.it/2015/12/07/esteri/lopposizione-antichavista-vince-le-elezioni-in-venezuela-maduro-sconfitto-VUJHtAo1xd8iovZ47HVAbK/pagina.html). Ma anche per il risultato francese, dove Marine Le Pen ha distrutto il potere socialista, umiliando Hollande. Dirò di più, sempre per amore della verità: molto probabilmente se fossi stato un elettore francese, l'avrei votata. Anche se, mi sembra di capire, il consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche francesi, fa appello a far diga contro la sua affermazione (http://www.crif.org/fr/communiquedepresse/le-crif-appelle-%C3%A0-faire-barrage-au-front-national/58224). Capisco gli sguardi scandalizzati che state rivolgendo allo schermo. Fin da quando ero ragazzo l'antifascismo è stato al centro della mia coscienza politica. Ma non solo tutti in Italia hanno accettato Fini, quando ha deciso di smettere di fare il fascista (anzi la sinistra ne ha fatto un eroe quando ha cercato di fare lo sgambetto a Berlusconi con i risultati che si sono visti); e Marine Le Pen ha fatto un'operazione perfettamente analoga in Francia. Ma tutto sommato il suo legame col fascismo francese è più indiretto di quello che un politico stimato da tutti come Giorgio Napolitano ha con lo stalinismo (del cui meccanismo è stato a suo tempo una rotella obbediente) e anche di quello che con tale sistema hanno avuto dei signori che si sono formati e hanno imparato la politica nel vecchio PCI, come D'Alema. Perché non dovrebbe essere vergognoso votare degli ex comunisti e dovrebbe esserlo votare per ex-fascisti? Non sto paragonando il comunismo col nazismo e le SS, su questo si può discutere; ma che cosa avevano di meglio Stalin e Togliatti di Mussolini? E badate ancora, non sto con questo assolvendo il fascismo: tutto il contrario, sto condannando il comunismo. Dittatura terribile, genocida, causa della morte di decine di milioni di vittime innocenti. Dittatura che è stata, almeno a partire da un certo punto, violentemente antisemita. A parte questa discussione, io penso che in un sistema democratico non accecato dall'odio ideologico, votare per un partito non vuol dire aderire ai suoi valori, giurargli fedeltà. Il voto è uno strumento di scelta rispetto ai problemi concreti che si pongono davanti all'elettorato. Spesso l'offerta politica non è commisurata ai bisogni: non si può scegliere il meglio ma solo il meno peggio. E la scelta dev'essere fatta riflettendo sui problemi più urgenti. A me sembra che oggi in Europa il tema fondamentale sia la lotta all'immigrazione selvaggia che mette in pericolo la nostra sicurezza e la nostra libertà; e che in secondo luogo sia il rifiuto della tendenza morbidamente autoritaria dell'Unione Europea a imporre delle scelte “illuminate” che non sono condivise dalla popolazione, come per l'appunto l'”accoglienza” all'immigrazione, ma anche l'alleanza con l'orrida semidittatura islamista di Erdogan, che si vuol fare entrare nell'Unione e la guerra politica-commerciale che Bruxelles conduce contro Israele. Sconfiggere queste posizioni non mi sembra solo una questione astratta, un confronto di posizioni politiche, ma un bisogno esistenziale, una questione di vita o di morte per la nostra identità collettiva e - come mostra l'avanzata del terrorismo - anche per i singoli cittadini, messi concretamente in pericolo dalla resa europeista all'islamismo. Per questo avrei probabilmente votato per la Le Pen; per queste ragioni probabilmente deciderò di votare alle prossime elezioni italiane. E' importante che sia chiaro che i cittadini europei non condividono la decisione mai discussa pubblicamente e mai messa in palio ad elezioni, ma praticata dai nostri politici, di provocare una trasformazione radicale dell'identità storica dell'Europa, introducendovi l'islamismo, anche se porta violenza, ingiustizia, rifiuto dei diritti (innanzitutto delle donne) e odio antisemita. Quel che è urgente oggi non sono gli schieramenti ideologici, ma cacciare Merkel e Hollande e i loro compagni politici, fermare l'immigrazione selvaggia, combattere il terrorismo alle fonti, sostenere chi lo fronteggia come Israele e non i suoi alleati come Erdogan.
Ugo Volli