Islamofobia 01/12/2015
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Buono l'articolo di Paolo Cerasa sul Foglio, ma io voglio provare a rimanere più terra terra. Per prima cosa c'è la confusione fra una presunta condizione clinica (una 'fobia') e l'avversione ad un corpus di norme giuridiche che ha ben poco di religioso ma configurano un modello di società (L'islam). Questa manovra è la legittima discendente dell'uso politico della psichiatria così diffusa nell'URSS (chi si oppone al comunismo è pazzo e va internato in manicomio) e non è difficile capire dove hanno studiato quelli che la hanno orchestrata. Ma poi, con sprezzo del ridicolo, assistiamo ad un'altra giravolta: gli "islamofobici" vanno perseguiti per legge: e allora perché non i claustrofobici, gli agorafobici o gli aracnofobici? O già che ci siamo i diabetici e gli artritici? Occorre rileggere '1984' per comprendere bene l'uso perverso della lingua; non è un caso che Boualem Sansal, uno scrittore attento alle amicizie pericolose dei musulmani abbia intitolato '2084' il suo ultimo romanzo.

Massimo Maraziti

L'islamofobia - è questa la cosa più grave - viene sempre più spesso utilizzata come accusa per mettere a tacere chi non si adegua all'imperante politicamente corretto. In questo modo, una simile accusa è un limite grossolano e ignobile alla nostra libertà.

IC redazione