Gentile Redazione, leggendo le dichiarazioni del deputato del M5S Manlio Di Stefano, membro della Commissione Esteri della Camera, riportate nell'articolo di Libero del 26 novembre u.s., mi chiedo se non ci siano gli estremi per una denuncia. Leggere una frase in cui si afferma che "il binomio ebrei-Israele mira a proteggere le bestialità dello stato d'Israele contro il popolo palestinese nascondendole sotto l'ombrello della protezione degli ebrei nel mondo", per giunta in un periodo come questo di risorgente antisemitismo, anche con punte di violenza, induce a riflettere se non ci troviamo di fronte ad un rigurgito nazifascista che meriterebbe ben altra attenzione non solo da parte dei media, ma anche della politica e della magistratura. Il Diritto non è materia di mia competenza ma mi chiedo, e chiedo attraverso Informazione Corretta se si possa intraprendere un'azione legale o, in alternativa, se si possa chiedere al Parlamento una qualche reprimenda o un'azione disciplinare nei confronti di chi, con i soldi degli Italiani, diffonde antisemitismo in rete, sui giornali, in dibattiti pubblici. Qualcuno controbatterà che si darebbe pubblicità a Di Stefano, ma la pubblicità se la fa già da solo e, in questo momento, credo che sia molto più importante capire chi è dalla parte della civiltà e chi da quella della barbarie in modo chiaro e netto. Cordiali saluti
Daniele Coppin
Gli interventi di Di Stefano, come quelli di Di Battista, soffiano sul fuoco già vivo dell'antisemitismo, ma sono anche sintomo di incompetenza patente. Il modo migliore per combattere simili, inaccettabili idee è culturale, a partire dalla controinformazione quotidiana, ovvero mettendo alla berlina le idee ignobili di codesti figuri. In passato abbiamo riscontrato a più riprese l'inefficacia di denunce come quella che lei giustamente propone.
IC redazione