Lo sfruttamento del cadavere 26/11/2015
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C'è qualcosa in cui gl'italiani eccellono nel mondo ed è lo sfruttamento del cadavere, per lo più col consenso della famiglia interessata. Ultimo esempio: le esequie della giovane Valeria Solesin, con la cerimonia alla presenza di prete, rabbino e imam a prova che il terrorismo non ha religione (l'argomento dei falsi moderati, sentito fino alla nausea), quando ciò è contraddetto dalla storia e dai fatti, prima ancora che dai terroristi stessi. Fermo restando il cordoglio per una ragazza di buona volontà strappata alla vita -ma se fosse stata una "turista trasandata e sbevazzata" come scrive in modo perspicuo e politicamente scorretto Claudio Cerasa sul Foglio oggi, non combatteremmo lo stesso per il suo diritto a vivere?- davvero non se ne può più di tale melassa fuorviante e ipocrita. Ricordo benissimo lo sfruttamento in chiave politica degli uccisi nella strage del 2 agosto 1980 alla Stazione di Bologna, pure in occasione delle esequie nella Basilica di S. Petronio. Giustamente alcune famiglie preferirono seppellire i loro cari nell'intimità e nel silenzio. Come dovrebbe essere fatto. Cordialmente.

Mara (Bologna)

Il discorso politico e mediatico sul terrorismo islamico è ancora intriso di politicamente corretto. Questo significa che il problema vero, che ha a che fare direttamente sia con l'islam sia con i musulmani, non viene affrontato. Sistematicamente.

IC redazione