A destra: vetrine infrante durante la Notte dei Cristalli
Cari amici,
un paio di giorni fa si è ricordato il settantasettesimo anniversario della “notte dei cristalli”, che avvenne nella notte fra il 9 e il 10 novembre 1938, ufficialmente in risposta a un attentato avvenuto a Parigi in cui un giovane ebreo, il diciassettenne Herschel Grünspan ferì gravemente il diplomatico tedesco Ernst Eduard von Rath. Se bisogna trovare una data di inizio per la Shoà, e comunque il suo momento più pubblico e partecipato. Quella notte quasi un centinaio di ebrei furono uccisi e trentamila furono mandati in campi di concentramento. Cinquecento sinagoghe furono bruciate e oltre 7.000 aziende e negozi di proprietà ebraica furono distrutte. Migliaia d'altri furono umiliati in tutti i modi, violentemente maltrattati, costretti a sfilare in costumi indecenti e con cartelli insultanti o a gettare nel fuoco i libri sacri e gli arredi delle sinagoghe. Il tutto fu pubblico e largamente partecipato dalla popolazione tedesca, quasi senza che si manifestasse qualche opposizione - la prova più evidente di una corresponsabilità collettiva del popolo tedesco per la scelta di distruggere l'esistenza degli ebrei tedeschi. Fu un terribile pogrom antiebraico: non furono presi di mira oppositori politici o persone di colore, Rom o omosessuali, persone affette da follia o malattie ereditarie, le altre categorie che furono almeno in parte vittime dello sterminio nei campi. In questa manifestazione “spontanea”, ma accuratamente organizzata, come notarono giornalisti e diplomatici stranieri, furono presi di mira gli ebrei. Non razzismo generico, non violenza totalitaria rivolta a tutti gli “irregolari”, ma puro odio antisemita (http://www.jewishpress.com/news/breaking-news/kristallnacht-the-origins-the-facts-and-the-figures/2015/11/09/, http://www.jewishpress.com/indepth/kristallnacht-when-the-jews-were-stranded/2015/11/09/).
E' una data che ha certamente senso ricordare, proprio per il suo carattere pubblico, molto diverso dalla conferenza di Wannsee che tre anni dopo programmò la Shoà industriale: fu la più grande e sanguinosa manifestazione di odio per gli ebrei inscenata nell'Europa Occidentale dopo la fine dell'Inquisizione. Ma bisogna anche ricordarla per il modo in cui la si ricorda oggi, che è molto peculiare. La stranezza sta in questo, che in molti oggi cercano di inventarsi delle commemorazioni della Notte dei Cristalli senza ebrei e soprattutto contro Israele.
Il caso più impressionante è la Germania. La città di Monaco, quella dove il nazismo si sviluppò inizialmente e che distrusse integralmente la sua grande prospera e antica comunità ebraica, quella nella cui immediata periferia sorge un quartiere che si chiama Dachau, ha festeggiato la Notte dei Cristalli ospitando un evento in favore del boicottaggio di Israele. E' una scelta diretta del sindaco Dieter Reiter (lo nomino per dare un'identità alla vergogna) ha risposto alle proteste dell'ambasciata di Israele dicendo che dal suo punto di vista antisemitismo e ostilità per Israele sono cose senza relazione fra loro (http://www.jpost.com/Diaspora/Analysis-The-mood-in-Germany-Kristallnacht-nein-BDS-ja-432546).
Una sinagoga in fiamme durante la Notte dei Cristalli
Un altro caso molto significativo è la Svezia, che, ricordiamolo, è stata oggetto di una specie di colpo di stato bianco, dopo la sconfitta del governo ad opera di una formazione anti-immigrazione l'anno scorso, poi esclusa, pur vincitrice, da un accordo di tutti gli altri partiti che hanno prorogato il governo di minoranza. In questo contesto, si è svolta nei giorni scorsi una manifestazione a ricordo della Notte dei Cristalli cui erano invitati tutti i partiti (quelli della coalizione) e i movimenti... salvo gli ebrei. Carrine Sjöberg, capo della comunità ebraica, ha detto di essere scioccata nell'apprendere che la ragione per cui non è stato contattato era la convinzione degli organizzatori che 'gli ebrei avranno paura di venire', perché in queste manifestazioni spesso le bandiere israeliane sono imbrattate. Ha citato una dichiarazione ad un giornale locale di Jan Hägglund del Arbetarpartiet, uno degli organizzatori principali, in cui affermava di non aver coinvolto gli ebrei perché la manifestazione "può essere percepita come una situazione poco accogliente o non sicuri per loro" (https://behindthenewsisrael.wordpress.com/2015/11/09/scandal-jews-not-invited-to-swedish-kristallnacht-commemoration/, http://www.jpost.com/Diaspora/In-Sweden-a-Kristallnacht-commemoration-without-Jews-432498). Curioso modo di ricordare una persecuzione antisemita, ne converrete.
Ma c'è di peggio. In Olanda a celebrare (diciamola tutta: a festeggiare) la Notte dei Cristalli hanno chiamato la deputata araba alla Knesset Heneen Zoabi, quella che ha partecipato al trappolone contro i soldati israeliani della Mavi Marmara e in questo periodo è una delle più attive a incitare i teppisti che ammazzano tutti gli ebrei che capitano loro a tiro (http://www.jpost.com/Israel-News/Politics-And-Diplomacy/Zoabi-calls-for-popular-intifada-and-Netanyahu-instructs-A-G-to-open-criminal-investigation-422577). E naturalmente Zoabi ha detto e ripetuto che la Shoà non è nulla a confronto di quel che subiscono i poveri palestinesi, che come i tedeschi del 1938 così gli israeliani oggi sono complici del genocidio (http://www.jpost.com/Diaspora/Zoabi-Israel-like-Germany-of-1930s-remaining-silent-as-Palestinian-homes-burn-432424), che quel che accade oggi in Israele è molto peggio del nazismo (http://www.jpost.com/Israel-News/Politics-And-Diplomacy/Zoabi-doubles-down-to-Post-What-is-happening-in-Israel-is-even-more-dangerous-than-Germany-432500) e via delirando.
Ci può essere di peggio? Sì, è possibile. Nella città di Caracas, Venezuela, la Notte dei Cristalli è stata ricordata, per così dire, replicandola. Nei giorni scorsi c'è stato un autentico pogrom fomentato dal governo, ch sta provocando la fuga di massa degli ebrei dal paese (http://www.focusonisrael.org/2009/02/03/caracas-antisemitismo-notte-dei-cristalli/). Naturalmnte senza che nessuno dei numerosi amici delle “rivoluzioni” sudamericane, Papa Francesco in testa, abbia sentito il bisogno di protestare.
La lezione è questa: l'antisemitismo non è affatto finito, continua contro Israele e anche contro gli ebrei, in forme molto simili a quelle di ottant'anni fa. Ma c'è una beffa che si aggiunge a questo danno (immenso, non solo per gli ebrei ma per la civiltà occidentale): che spesso come occasioni di antisemitismo pratico, non solo a Caracas, ma a Monaco, a Stoccolma, ad Amsterdam, si usa il ricordo delle persecuzioni subite dagli ebrei. Viviamo in un continente che ha perso completamente non solo la dignità politica e l'onestà intellettuale, ma la decenza e il buon senso. Un mondo rovesciato. Forse hanno ragione gli ebrei di Caracas: bisogna andarsene. Ma non solo dal Venezuela, anche dall'Europa.
Ugo Volli