A destra: Europa e islam sotto forma della rana e dello scorpione
Cari amici,
sia ben chiaro, io ho poca simpatia per il PiS (Diritto e Giustizia, il partito di Jaroslaw Kaczynski) che ha stravinto le elezioni in Polonia. Non che li ritenga fascisti, come insinuano talvolta i loro avversari; ma le radici clericali, protezioniste e illiberali della loro cultura politica sono assai lontane da me. E ancora meno simpatia ho per Orban che governa l'Ungheria, per il partito FPÖ che ha ottenuto una grande affermazione ma non il sindaco alle elezioni municipali di Vienna, due settimane fa; per Marine Le Pen in testa a tutti i sondaggi, forse un po' di più per l'Udc che ha vinto le elezioni in Svizzera e per i loro omologhi in Svezia, Finlandia, Danimarca e altri stati della parte settentrionale dell'Europa, tutti in grande ascesa. Di tutto questo gruppo eterogeneo della nuova destra europea, quel che mi piace di più è Wilders in Olanda.
Geert Wilders
E però devo dirvi che sono contento di queste vittorie, anche di quella polacca. Perché esse testimoniano che l'Europa è viva, che resiste, che non è disposta a farsi trascinare nella politica suicida di incoraggiamento all'invasione degli immigrati clandestini che il vertice dell'Unione persegue incorreggibile. Sulla stessa pagina di giornale in cui si annunciava la vittoria della destra anti-immigrazione in Polonia ieri si poteva leggere un articolo sulla decisione presa dal vertice europeo di “accogliere” altri 100 mila immigrati del percorso balcanico.
Siamo certamente in una situazione di emergenza. Come ha mostrato Bat Yeor nei suoi libri, l'Europa si avvia da tempo verso un percorso di islamizzazione progressiva, o, se volete, di Eurabia. I fenomeni di “zone franche” all'interno di città come Londra e Malmoe, Bruxelles e Antwerp, quello dei volontari che vanno o combattere per gli islamisti e degli attentatori che spesso sono “europei” di seconda o terza generazione, non sono affatto casuali, derivano da una dinamica demografica e politica precisa che si è innescata da decenni. Questa a sua volta viene da scelte politiche, dalla volontà di favorire l'immigrazione e di cercare di cancellare le identità nazionali che è stata intrapresa dalla dirigenza europea (in buona parte una burocrazia autoreferenziale che non risponde a nessuno se non al proprio “europeismo”) e purtroppo sostenuta dalla sinistra politica.
Ora questa tendenza è stata molto accentuata dagli eventi successivi alle cosiddette “primavere arabe” e cioè al fallimento di alcuni stati (Libia, Siria), che ha non solo provocato dei profughi politici, ma permesso il passaggio a migranti economici e sgomberato il campo ai movimenti terroristi che cercano di infiltrarsi in Europa. Tale potenziale di immigrazione è stato immensamente rafforzato dalla percezione che l'Europa non era decisa a contrastare la violazione dei propri confini, ma anzi la favoriva, la soccorreva e la “accoglieva”. Quei flussi che prima si prevedevano in decenni ora si realizzano in anni, mesi. E questo fattore tempo è decisivo, perché la diluizione del numero e del tempo degli immigrati permette di trasmettere loro almeno in parte i valori della cultura europea. La massa invece resta se stessa, non ha contatti con la popolazione europea, non vede ragione di cambiare e neppure di informarsi.
Ciò significa che nel milione e mezzo o più di immigrati che abbiamo fatto entrare negli ultimi mesi in Europa non ci sono solo numerosi terroristi e tagliagole, come è stato ampiamente documentato (ma naturalmente anche numerose persone perbene, normali e in grande difficoltà, questo non lo nego), ma una popolazione culturalmente irriducibile ai nostri standard, con idee e abitudini soprattutto su temi sensibili di libertà e di diritti (religiosi, politici, sessuali, familiari, di genere ecc.). Insomma, in gioco vi è la civiltà europea come si è sviluppata almeno negli ultimi tre secoli nel senso della libertà e dell'uguaglianza (http://www.americanthinker.com/articles/2015/10/migrants_and_the_fall_of_european_civilization.html). Ed è inutile dire che gli immigrati arabi si porteranno dietro un consistente bagaglio di antisemitismo e magari anche la tendenza a passare dai sentimenti ai fatti, come avvertono ormai anche i servizi segreti: http://www.jpost.com/Diaspora/German-intel-Migrants-will-bring-anti-Semitism-430058. Che la sinistra non si renda conto che sono in gioco innanzitutto le conquiste democratiche è davvero stupefacente, segno del disorientamento totale di un'area politica che manca ormai di qualunque contenuto di pensiero e reagisce sulla base di antichi riflessi condizionati.
Angela Merkel
Il problema è che questa mancanza di pensiero e la perdita di riferimenti storici e di progettualità politica non ha affatto comportato la perdita dell'attrattiva delle parole d'ordine di sinistra, almeno in area mediterranea. L'Europa del Sud infatti negli ultimi anni ha votato sì contro l'Europa (per esempio in Grecia, in Portogallo, forse presto in Spagna e con i grillini anche da noi), ma da posizioni erratiche e lunatiche di confusa ideologia goscista. E con l'appoggio internazionale di Obama e di Papa Francesco, queste posizioni hanno forte influenza. Tanto che anche Angela Merkel, che sembrava una opaca ma solida governante capace di dare voce agli interessi della Germania, ha preso negli ultimi mesi delle posizioni molto pericolose, con l'apertura all'immigrazione di “un milione di rifugiati in Germania” prima e poi addirittura con la proposta di aprire l'Unione Europea alla Turchia, in cui il regime di Erdogan sta diventando sempre più islamista, sempre più chiaramente alleato dell'Isis, sempre più autoritario e violento, all'interno come coi vicini.
E' probabile che Merkel si sia giocata la fine della carriera, scontentando profondamente il suo elettorato con queste mosse. Ed è sperabile che riescano a cacciarla presto dal suo ruolo. Ma i danni sono già molto gravi e disfarli non sarà facile. Per questo io sono contento che si consolidi un'opposizione, anche se per molti versi il suo aspetto non mi piace. Al di là dei tentativi di demonizzazione che la sinistra pratica sempre contro chi resiste alla sua ideologia, non vi sono stati, nell'affermazione dell'ondata anti-immigrazione e anti-Unione Europea di questi mesi, episodi di violenza o tentativi di soffocare il dissenso. Il timore che ho spesso espresso di una scelta dell'Europa fra islamismo e neofascismo per ora non si realizza. Semplicemente viene fuori un'Europa che non vuole fare atto di sottomissione all'Islam. Speriamo che si consolidi e che cresca di quantità e qualità.
Ugo Volli