Gen.le Ic,
tralasciando per una volta il disgusto per le parole del patriarca Twal, per l’ipocrisia dell’Unesco e per la strumentalizzazione delle parole del grande Bibi, che a differenza di altri qualche libricino di storia l’ha letto e che, lungi dal voler minimizzare le responsabilità di Hitler, si è limitato a dire fatti storici censurati, vorrei soffermarmi sul padiglione di Israele all’Expo. Bello fuori: strepitoso il giardino in verticale; e bello dentro: suggestive le modalità scelte per raccontare le eccellenze israeliane nella ricerca, nella tecnologia e nell’aiuto ai paesi poveri in campo agricolo (e per fortuna che ci raccontano di quanto Israele sia uno stato razzista). E i cosiddetti palestinesi?
cosa avranno mai esposto nel loro padiglione? Qualche albero d’ulivo? qualche razzo? Dopo aver visto un poster in cui c’era scritto “basta con le Brutalità israeliane!” ho girato i tacchi e me ne sono andata. Comunque, ma è mai possibile? Dopo aver scoperto ad “Unexpected Israel” di qualche anno fa che i pomodori pachino sono made in Israel, mi tocca sentire dalla graziosissima Moran che anche i pomodori ciliegini sono israeliani. Ma almeno i San Marzano ce li lasciano?
Cordiali saluti
Paola Gatti
Non solo ce li lasciano, ma ne studieranno altre di novità, non dimentichi quanto la ricerca è importante in Israele.
IC Redazione