Scrive molto bene Claudio Cesara sul FOGLIO: '' non capire oggi il dramma di Israele e il suo oggettivo stato di assedio, significa non capire il dramma dell'Occidente e i rischi che si corrono nel rimandare la nostra azione militare e culturale contro il fondamentalismo islamico''. Mi riferisco a proposito al programma andato in onda su TG2 Dossier, a cui, oltre al commento a riguardo di Deborah Fait su I.C. vorrei aggiungere la ciliegina del patriarca latino monsignor Twal. Naturalmente ha parlato di pace, impossibile a realizzare a causa dell'occupazione sionista, pertanto Israele deve abbandonare i territori (Giudea-Samaria) per far posto ad uno Stato palestinese con presidenza di Abu Mazen. E Gaza? Un altro Stato palestinese con presidenza Haniyeh? Infine ha parlato di ''amore'' per tutti, fatta eccezione per Israele, che da secoli conosce l'amore cristiano. Bisogna far notare ai lettori, che le comunità cristiane in Terra Santa ricevono sussidi economici dallo Stato sionista e bisognerebbe far notare al suddetto Patriarca che non è educato sputare nel piatti in cui si mangia!
Canetti
Non solo le scuole religiose cristiane e cattoliche in Israele ricevono i finanziamenti dello Stato, ma soprattutto è impiuetoso il paragone con la situazione dei cristiani nei territori sotto l'amministrazione di Abu Mazen o, peggio ancora, di Hamas. A Gaza la comunità cristiana, un tempo importante, è di fatto annientata, mentre dalle regioni controllate dalla Anp i cristiani continuano a fuggire. Alcuni si schierano pubblicamente contro Israele, ma la realtà è che ovunque governino regimi islamici i cristiani sono perseguitati e fuggono, mentre in Israele sono in una fase di crescita demografica ed economica.
IC redazione