Pallywood, ovvero la saga dei morti viventi e l'informazione malata 16/10/2015
Commento di Deborah Fait
Autore: Deborah Fait
Pallywood, ovvero la saga dei morti viventi e l'informazione malata
Commento di Deborah Fait


Il terrorista 13enne "resuscitato" e curato in un ospedale israeliano

Non so se qualcuno ricorda un funerale famoso svoltosi a Jenin nei primissimi tempi della seconda intifada. Era, se non erro, il 2002 e Arafat aveva turlupinato il mondo intero facendo credere che Israele avesse massacrato 500 persone (scatenando le solite maledizioni antisemite) mentre i morti furono 50 di cui la metà erano soldati israeliani. In quell'occasione, per tacitare chi si chiedeva dove fossero finiti tutti quei morti, Pallywood, la maggiore s.p.a. dell'imbroglio esistente al mondo, non perse tempo e si organizzò in merito. Durante uno dei tanti funerali farsa, forse per una mossa incauta dei barellieri, ecco un cadavere cadere fuori dalla barella, rialzarsi e mettersi a correre. Ebbene, persino in quell'occasione I commenti sui social e sui media furono "E' una manovra sionista per mettere in cattiva luce Arafat".

Come scrive uno storico filosofo francese, Pierre-André Taguieff, nel mondo occidentale fanaticamente antisionista/antisemita è in atto da decenni "l'arafatizzazione delle menti" che uccide la lucidità e obbliga al pensiero unico: Israele-ebrei: assassini, palestinesi: eroi e martiri. Di Pallywood in Pallywood, nel corso degli anni, i palestinisti hanno superato se stessi ed è di questi giorni la scenetta amena che mostra un sfilza di cadaveri coperti con dei lenzuoli bianchi intorno ai quali si aggirano molte persone, probabilmente fotografi o reporter che riprendono la scena per poi dire al mondo "Guardate questi perfidi israeliani quanti ne ammazzano". All'improvviso ecco che un lenzuolo si muove, un cadavere incomincia a grattarsi, un altro ride mentre qualcuno gli ricopre frettolosamente la testa, altri incrociano le gambe forse per stare più comodi. Una scena impagabile che lascia interdetti e increduli ma, come sempre, c'è una spiegazione logica e spaventosa nella sua elementare crudeltà: esiste una regia potente che, nonostante tanti anni di imbrogli, di carrettate di menzogne, di prese in giro, di terrorismo, tiene il mondo saldamente in mano fornendogli anche, e scusate se è poco, l'alibi per odiare Israele. Tutto questo non lo vedremo sulla Tv italiana.

Non vi faranno nemmeno vedere come reagiscono i giovani israeliani a questa ondata di feroce terrorismo. I balli e i canti per la strada a Gerusalemme, a Tel Aviv, a Petach Tikva, ad Afula, giovani in circolo, con le bandiere, tenendosi per mano cantano Hatikva, l'inno israeliano. Qualcuno li ha visti in qualche telegiornale italiano? In compenso ci propinano fino alla nausea orde di giovani arabi urlanti che non sanno più cosa tenere in mano, se coltelli, pietre, bombe, nella confusione e nella foga della loro esaltazione si gettano le bombe tra loro, le kefie prendono fuoco. Il tg3 ammanta il tutto con un velo di eroismo e di gloria e, mentre sullo schermo scorrono le immagini della gioventù palestinista che smania sangue e violenza, ormai annientata nell'anima da decenni di istigazione all'odio, si sente la voce del giornalaio/a di turno che commenta con voce solenne cui non manca mai quel pizzico di palese simpatia e malcelato affetto.

Il TG5 ha un inviato, Gabriele Barbati, un giovane dall'espressione sempre un po' attonita e incerta che sembra pensare "ma dove mi trovo?". Ieri concludeva ogni servizio dicendo quasi in un sussurro che Abu Mazen aveva invitato i suoi alla protesta "pacifica". Sì ha detto proprio così, subito copiato da Piero Marrazzo della RAI: Abu Mazen chiede una "protesta pa ci fi ca". Che sia arrivato l'ordine dall'ANP? Sì, come sempre: date le notizie come vogliamo noi! Il discorso che Abu Mazen ha fatto ai suoi è stato di una violenza inaudita, dopo aver detto all'ONU "Stop ai negoziati, Oslo non esiste più" senza che nessuno reagisse di sdegno, dopo aver gettato benzina sul fuoco per scatenare la gente urlando che gli ebrei vogliono distruggere Al Aqsa e contaminarla con i loro sporchi piedi (sempre nel silenzio generale, Ban Ki-moon, Mogherini... sordi e muti) , ieri aveva accusato Israele di aver ucciso un povero innocente bambino di 13 anni. "Lo hanno ucciso a sangue freddo" urlava il raiss.

Ahmed Mansra, 13 anni, in compagnia di un quindicenne, armati di coltelli, sono entrati in un quartiere di Gerusalemme, si sono avventati contro un uomo e un altro bambino, un piccolo ebreo anch'egli tredicenne, colpendolo al collo tanto gravemente da essere ancora in coma farmacologico. Il giovanissimo terrorista palestinista è invece molto vivo, sta bene, mangia, è curato dai medici ebrei/israeliani nell'ospedale ebraico/israeliano Hadassa, a Gerusalemme. A onore del Gabriele Barbati di cui sopra, devo dire che questa sera si è rispreso ed è riuscito a dire, smentendo Abu Mazen, che il ragazzino è vivo e vegeto, curato in Israele, al TG5 hanno fatto persino vedere le immagini di Ahmed: curato e nutrito in ospedale, immusonito forse perché non ama trovarsi circondato dalle "scimmie e dai maiali" ebrei... che si faccia qualche breve e faticoso passettino verso la verità... vai a sapere... a volte? https://www.facebook.com/IsraeliGPO/videos/724505434349791/?pnref=story

[per approfondire la vicenda del "martire" resuscitato: http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4711817,00.html
per un precedente dal significato eloquente, il caso Al Dura, rimandiamo alla Cartolina di Ugo Volli http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=49255 ndr]

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Il terrorista 13enne e un suo compagno in cerca di ebrei da accoltellare

Ban Ki-Moon ha esortato Israele a effettuare una seria revisione sulla "forza eccessiva" utilizzata dalle forze di sicurezza israeliane negli "scontri" con i palestinesi [Arutz Sheva]. Scontri? Di quali scontri parla? Israele è sotto attacco da parte di marmaglia fanatica e assassina palestinista che entra nelle nostre città per ammazzare gente innocente che cammina per i fatti suoi, che aspetta l'autobus e che può trovarsi di punto in bianco un coltello infilato nella schiena. Di che scontri parla? E di che forza eccessiva parla? Che intenda forse l'autodifesa che, pare, a Israele sia negata? Che si aspettino, lui, Mogherini, Obama, che Israele si lasci ammazzare senza reagire? Quando in America qualche pazzo si mette a sparare la polizia gli porta mazzi di fiori? No, lo ammazza. In Israele abbiamo ogni giorno terroristi che scorrazzano per le strade delle nostre città in cerca di vittime. Uomini e donne, anche giovanissimi, trasformati in macchine assassine educate a odiare gli ebrei e addestrati ad ucciderli dalla prima infanzia. Non gli porteremo mazzi di fiori, no! Se vengono con bombe e coltelli, la polizia deve sparare! Ed è giusto così. Il parlamentare della Knesset arabo-israeliano Ahmed Tibi ha pronunciato queste testuali parole: "La Moschea di Al Aqsa è una moschea per i musulmani punto e se a qualcuno ciò non va bene, che sbatta la testa contro il muro. Sono mesi che diciamo che ciò che accade ad Al Aqsa potrebbe accendere una nuova Intifada e nessuno ci ha dato retta."

Cosa accade a Al Aqsa? Ve lo spiego, gli arabi non permettono a nessuno che non sia musulmano di salire sul Monte del Tempio (per loro: Spianata delle Moschee) e se qualche ebreo riesce ad avere il permesso deve essere scortato dalla polizia, subire le aggressioni di pazze fanatiche urlanti - Allah è grande - e rischiare di beccarsi sputi e sassi in testa. Alla TV israeliana hanno fatto vedere una scena impressionante per la sua assurdità. Un ebreo, palesemente emozionato di essere riuscito ad arrivare sul Monte, si è seduto su un muretto portando le mani al viso e dicendo sottovoce "Shemà Israel". E' successo il finimondo, non aveva ancora finito di dire Israel che due poliziotti lo hanno preso di peso e trascinato via per salvargli la vita dagli arabi già pronti a saltargli addosso. Non era nella moschea di Al Aqsa dove nessun ebreo è mai entrato, si trovava in un immenso piazzale, che in teoria è territorio israeliano, ma per l'islam non esiste il diritto alla libertà di culto e purtroppo l'arafatizzazione delle mente di cui accennavo prima impedisce all'Europa dell'illuminismo e delle libertà di capire e di essere solidale con Israele, come sarebbe doveroso. Quell'Europa, quella della libertà, della cultura, della civiltà è ormai ex, anzi è fu Europa, ha lasciato il posto a una cosa informe, ingiusta, illiberale e cattiva, è diventata Eurabia, di nome e di fatto.

Israele difende la libertà di pensiero, di parola, di religione anche per gli occidentali che non si rendono conto del pericolo che il mondo libero sta correndo ma Ban Ki-moon, Mogherini, Obama e da loro, giù giù fino all'ultimo giornalista non trovano di meglio che tifare per i palestinisti e per l'islam che esprime tutta la sua barbarie nelle parole di un imam palestinista: "Oh giovani del West Ban, attaccate in tre e in quattro! Alcuni devono bloccare la vittima, mentre altri la attaccheranno con asce e coltelli da macellaio. Non abbiate paura di quello che si dirà di voi. Oh uomini del West Bank, la prossima volta attaccate in gruppi di tre, quattro o cinque. Attaccateli a gruppi, tagliate a pezzi i loro corpi!”. Una bellissima canzone israeliana dice "Shemà Israel... Ascolta Israele... Elokhai, mio Signore, achshav anì levad, adesso sono solo. Dammi la forza".

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Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile di Israele"


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