Sono indignata per quello che sta accadendo a Gerusalemme. Non so come dire, ho la sensazione che chiamare “Terza intifada” il terrorismo palestinese ammanti di un’aura romantica quelli che non sono che miserabili atti di vigliaccheria.
Maria Pascali
E' vero, le parole possono fare danni maggiori delle armi. Di questo sono responsabili quei giornalisti che ci sommergono di 'parole' che nulla hanno a che vedere con i fatti. La cartolina di Ugo Volli del 5.10 e l'ultimo articolo di Mordechai Kedar lo spiegano molto bene. Finchè leggeremo che gli assassini palestinesi che ammazzano gli israeliani vengono chiamati 'ragazzi', 'giovani', persino 'adolescenti', quando invece sono terroristi che attaccano con bombe molotov i soldati d'Israele - come è ancora avvenuto nei giorni scorsi, largamente commentato su IC- , non basta solo indignarsi, tutti dobbiamo scrivere, telefonare a quei media che distorcono la realtà.
IC Redazione