La svolta che attendiamo 04/10/2015
Autore: Ugo Volli

La svolta che attendiamo
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

Cari amici,

come chi segue questi scritti avrà capito, pur avendo il massimo rispetto per il suo ruolo religioso, che non ho molta simpatia per l'azione politica di papa Francesco e per l'ideologia che la sostiene che giudico di ispirazione peronista, cioè di un'ideologia populista che mescola temi di destra e di sinistra in un pastone antimodernista, antiliberale e anticapitalista, che da settant'anni ha fatto la rovina di un paese potenzialmente ricco come l'Argentina e si diffonde oggi, senza nemmeno la consapevolezza del suo nome, in movimenti di successo come Tsipras, Podemos, la “sinistra laburista” di Corbyn, ma anche all'estrema destra.

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Se vi interessa un'analisi biografica e politica delle radici peroniste di Bergoglio, vi consiglio questa brevee analisi: https://medium.com/@hispanicnewyork/pope-francis-per%C3%B3n-and-god-s-people-the-political-religion-of-jorge-mario-bergoglio-2a85787e7abe . Ma da tempo non si diventa papi senza essere persone di grande lucidità e Francesco non fa certo eccezione, per cui è bene stare a sentire i suoi argomenti e le sue intuizioni. Una di queste, buttata lì durante un viaggio aereo suona così, in un riassunto giornalistico: "Siamo entrati nella Terza guerra mondiale, solo che si combatte a pezzetti, a capitoli" (http://www.repubblica.it/esteri/2014/08/18/news/papa_francesco_terza_guerra_mondiale_kurdistan-94038973/ ). E' vero, è in corso un cambiamento fondamentale dei rapporti internazionali, questo cambiamento avviene in parte con la forza, comunque con molte vittime e distruzioni, lo si deve chiamare una guerra, e le sue dimensioni sono mondiali.

Non tutti se ne sono accorti, anzi alcuni lo negano e si rifugiano in un ottimismo alla Candide, mettendo la testa sotto la sabbia quando i sintomi sono troppo evidenti.
Il fatto è che questa terza guerra mondiale avviene “a pezzetti”. Cioè non vi sono due schieramenti chiari e netti, non vale la legge per cui “i nemici dei miei nemici sono miei amici” e del resto non sono necessariamente amici neppure gli amici dei miei amici.
Ci sono più conflitti che si incrociano, le linee di faglia sono diverse e ogni parte decide di volta in volta con chi stare, o vi viene collocata dalle circostanze.

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Neppure è chiaro quando la guerra sia iniziata: nel 1989, con il crollo del socialismo reale, che distrusse l'ordine stabilito a Yalta poco meno di mezzo secolo prima? O
nel 2001 con l'attentato alle Twin Towers che rese chiaro a tutti l'attacco islamico all'Occidente (ma c'erano stati prima parecchi attentati antiamericani in Medio Oriente, il più sanguinoso del quale a Beirut nel 1980, opera di Hezbollah, già allora dipendente dall'Iran che occupava allora l'ambasciata americana).
E nel 1991 c'era stata anche la prima guerra del Golfo, con l'Urss in posizione di mediazione... Difficile stabilire una data esatta per un conflitto “a pezzetti”, combattuto senza dubbio in maniera confusa e disordinata. Ancora più difficile se si accetta il fatto che molte azioni della guerra mondiale (non solo conseguenze, ma vere e proprie offensive) sono compiute in maniera apparentemente non bellica, cioè senza l'uso delle armi.

Prendete per esempio il fatto che nel mese di settembre sono entrati oltre le frontiere dell'Europa, senza sparare un colpo, oltre 200 mila ( http://www.firenzepost.it/2015/08/30/immigrazione-record-di-arrivi-e-invasione-in-europa-e-in-italia-il-varco-dai-balcani/ ) che diventeranno ben più di un milione alla fine dell'anno, sconvolgendo ogni previsione con una crescita ben più che lineare e che da fonti ufficiali risulta che più un terzo degli stranieri sono maschi di età militare (http://www.epicentro.iss.it/argomenti/migranti/aggiornamenti.asp , ripreso ieri dai giornali). Nessuno ne parla, tutti sono schiacciati sullla diffusione propagandistica di immagini strappalacrime. Ma con questi giovani avremo presto a che fare.

Oggi comunque le cose sono un po' più chiare, almeno se guardiamo al Medio Oriente.
Ci sono due grandi assi, uno sciita, che comprende l'Iran, il goverrno Iracheno, Assad, e Hezbollah, in favore del quale è sceso in campo la Russia. Obama aveva fatto di tutto per favorirlo, in particolare il recente accordo con l'Iran, il cui senso di resa oggi appare forse più chiaro a tutti.
Ma gli ayatollah non sono sentimentali e soprattutto disprezzano i deboli e gli imbecilli. Ottenuto quel che volevano, l'hanno mandato a quel paese e si sono rivolti al loro storico boss e fornitore d'armi, Putin. Il quale peraltro ha anche l'appoggio dei cinesi, a quanto pare (http://www.cinaforum.net/consiglieri-militari-cinesi-916-verso-la-siria/ )

L'altro schieramento è quello sunnita, che è stato doppiamente abbandonato dal velleitarismo di Obama: da un lato sul piano diplomatico con l'accordo col loro alleato storico, dall'altro su quello militare con il ritiro dei militari americani da Iraq e Afganistan oltre che con il penoso bluff americano sulle armi chimiche di Assad, quando due anni fa Obama fece marcia indietro sulla minaccia di bombardare Assad se le avesse usate.
Ma la politica, più seriamente della natura, ha orrore del vuoto. Lo spazio politico lasciato vuoto da Obama è stato prima occupato dallo Stato Islamico e ora dalla Russia (che deve ringraziare Obama anche per lo spazio concesso in Georgia e in Ucraina).

L'Europa latita ancor più dell'amministrazione Obama, confonde sistematicamente la politica con la Croce Rossa, nel Medio Oriente ha individuato solo due nemici, lo Stato Islamico, che però è troppo lontano e troppo selvaggio per farci davvero qualche cosa - e Israele. Il risultato è che presto torneremo ai tempi della Guerra Fredda, o anche peggio, perché avremo una Russia avventurista a Est e a Sud, senza la garanzia dell'appoggio americano.
Perché Obama che ha tradito Israele e i paesi arabi alleati per andare a caccia delle sue ubbie ideologiche, dovrebbe preoccuparsi della sicurezza dell'Europa? Che intanto si faccia pacificamente conquistare dagli islamici, e poi che si faccia i suoi conti con la Russia!

La Terza guerra mondiale rischia di essere quella in cui l'Occidente, che vincendo le prime due ha diffuso democrazia e benessere in tutto il mondo, rischia di perdere, dato che è affidato a una classe politica in parte inetta in parte traditrice.
E' una catastrofe difficile da pensare, che si può certamente ancora evitare, perché la Russia è un potere senza fondamento tecnologico, economico e culturale e gli islamici che oggi ci assalgono sono affetti da una rissosità sanguinosa e violentissima, che li rende ancor più pericolosi fra loro che all'esterno. Ma non si vincono le guerre senza combatterle, non si vincono cercando di aiutare i nemici e tradendo gli amici, non si vincono se non si incomincia a rendersi conto che la guerra c'è.

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Churchill Eisenhower Reagan

Speriamo solo a questo punto che ci sia un risveglio e che l'indignazione popolare non vada nel senso del peronismo alla Tsipras, alla Podemos, alla Grillo, ma a una classe politica che individui il compito urgente di difendere la democrazia liberale. E' difficile; ma negli anni Trenta, quando il nemico era il nazismo, dopo Chamberlain venne Churchill. Dopo Roosvelt e le sue ambiguità, vennero Truman e Eisenhower. Dopo il disastro di Carter arrivò Reagan. Abbiamo bisogno di una svolta così per salvarci.

Ugo Volli