La svolta che attendiamo Cari amici, come chi segue questi scritti avrà capito, pur avendo il massimo rispetto per il suo ruolo religioso, che non ho molta simpatia per l'azione politica di papa Francesco e per l'ideologia che la sostiene che giudico di ispirazione peronista, cioè di un'ideologia populista che mescola temi di destra e di sinistra in un pastone antimodernista, antiliberale e anticapitalista, che da settant'anni ha fatto la rovina di un paese potenzialmente ricco come l'Argentina e si diffonde oggi, senza nemmeno la consapevolezza del suo nome, in movimenti di successo come Tsipras, Podemos, la “sinistra laburista” di Corbyn, ma anche all'estrema destra. Se vi interessa un'analisi biografica e politica delle radici peroniste di Bergoglio, vi consiglio questa brevee analisi: https://medium.com/@hispanicnewyork/pope-francis-per%C3%B3n-and-god-s-people-the-political-religion-of-jorge-mario-bergoglio-2a85787e7abe . Ma da tempo non si diventa papi senza essere persone di grande lucidità e Francesco non fa certo eccezione, per cui è bene stare a sentire i suoi argomenti e le sue intuizioni. Una di queste, buttata lì durante un viaggio aereo suona così, in un riassunto giornalistico: "Siamo entrati nella Terza guerra mondiale, solo che si combatte a pezzetti, a capitoli" (http://www.repubblica.it/esteri/2014/08/18/news/papa_francesco_terza_guerra_mondiale_kurdistan-94038973/ ). E' vero, è in corso un cambiamento fondamentale dei rapporti internazionali, questo cambiamento avviene in parte con la forza, comunque con molte vittime e distruzioni, lo si deve chiamare una guerra, e le sue dimensioni sono mondiali. Non tutti se ne sono accorti, anzi alcuni lo negano e si rifugiano in un ottimismo alla Candide, mettendo la testa sotto la sabbia quando i sintomi sono troppo evidenti. Neppure è chiaro quando la guerra sia iniziata: nel 1989, con il crollo del socialismo reale, che distrusse l'ordine stabilito a Yalta poco meno di mezzo secolo prima? O Prendete per esempio il fatto che nel mese di settembre sono entrati oltre le frontiere dell'Europa, senza sparare un colpo, oltre 200 mila ( http://www.firenzepost.it/2015/08/30/immigrazione-record-di-arrivi-e-invasione-in-europa-e-in-italia-il-varco-dai-balcani/ ) che diventeranno ben più di un milione alla fine dell'anno, sconvolgendo ogni previsione con una crescita ben più che lineare e che da fonti ufficiali risulta che più un terzo degli stranieri sono maschi di età militare (http://www.epicentro.iss.it/argomenti/migranti/aggiornamenti.asp , ripreso ieri dai giornali). Nessuno ne parla, tutti sono schiacciati sullla diffusione propagandistica di immagini strappalacrime. Ma con questi giovani avremo presto a che fare. Oggi comunque le cose sono un po' più chiare, almeno se guardiamo al Medio Oriente. L'altro schieramento è quello sunnita, che è stato doppiamente abbandonato dal velleitarismo di Obama: da un lato sul piano diplomatico con l'accordo col loro alleato storico, dall'altro su quello militare con il ritiro dei militari americani da Iraq e Afganistan oltre che con il penoso bluff americano sulle armi chimiche di Assad, quando due anni fa Obama fece marcia indietro sulla minaccia di bombardare Assad se le avesse usate. La Terza guerra mondiale rischia di essere quella in cui l'Occidente, che vincendo le prime due ha diffuso democrazia e benessere in tutto il mondo, rischia di perdere, dato che è affidato a una classe politica in parte inetta in parte traditrice.
Speriamo solo a questo punto che ci sia un risveglio e che l'indignazione popolare non vada nel senso del peronismo alla Tsipras, alla Podemos, alla Grillo, ma a una classe politica che individui il compito urgente di difendere la democrazia liberale. E' difficile; ma negli anni Trenta, quando il nemico era il nazismo, dopo Chamberlain venne Churchill. Dopo Roosvelt e le sue ambiguità, vennero Truman e Eisenhower. Dopo il disastro di Carter arrivò Reagan. Abbiamo bisogno di una svolta così per salvarci. Ugo Volli |