Dire il Kaddish a 9 anni 03/10/2015
Autore: Deborah Fait

Dire il Kaddish a 9 anni
Commento di Deborah Fait

a destra: Eitan e Naama Henkin

Dicono che a 9 anni non sia giusto recitare il Kaddish. E’ vero, sono i grandi che lo recitano e, comunque, dopo i 13 anni quando un ebreo entra nell’età adulta. Ma è anche vero che a 9 anni non è giusto assistere all’assassinio dei propri genitori. Matan ha voluto esserci ai funerali della mamma e del suo papà, era là, piccolo, in mezzo alla folla di migliaia di persone, era vicino ai suoi nonni e piangeva ma non come piangono i bambini, con rassegnazione, era attento a tutto, era disperato e guardava e si metteva in piedi e si portava le mani al viso. Piangeva forte, con i singhiozzi che lo scuotevano ma non chiedeva aiuto a nessuno, sembrava, in mezzo a quelle migliaia di persone, essere lui, solo, con mamma e papà. Nessun altro intorno a loro. Lui aveva capito subito quello che era successo quando li ha visti accasciarsi, aveva capito tutto e, in quel preciso momento, quel bambino è diventato grande.

Naama e Eitan sono stati assassinati mentre erano in macchina con quattro dei loro sei bambini, sono stati freddati vicino a Itamar dove due anni fa fu sgozzata la famiglia Fogel. Questa volta, forse per la fretta, forse pensando che sarebbero morti comunque per l’impatto dell’auto ormai senza guidatore, non hanno sparato ai bambini. Quando sono arrivati i soccorsi li hanno trovati sotto chock e lui, Matan, il più grande, gridava “qualcuno ha ammazzato i miei genitori”.
Si qualcuno li aveva ammazzati perchè erano ebrei e perchè è Succot e gli ebrei festeggiano e sono felici e i bambini dormono all’aperto , nelle capanne in giardino o sul balcone di casa e ai palestinisti la gioia non piace, vogliono il male, vogliono la violenza, vogliono sangue e se lo procurano. Non passa mai una festività ebraica senza che qualche “angelo della pace” non ammazzi qualche ebreo e questa volta la roulette russa cui siamo sottoposti, ultimamente soprattutto a Gerusalemme e in Giudea/Samaria, ha colpito Naama e Eitan. Ha rivendicato l’assassinio Fatah, il partito di Abu Mazen, il moderato, l’angelo della pace di Papa Bergoglio.


Sempre lo stesso

A Gaza hanno festeggiato per le strade, come al solito. in Giudea e Samaria è esplosa la guerriglia, sul Monte del Tempio hanno sparato, gettato bombe molotov, pietre, non si son fatti mancare niente, barbari invasati di odio.
Tutte le fazioni palestiniste, da Ramallah a Gaza, hanno parlato di “azione eroica”.
Non ho sentito ancora una sola condanna da parte del mondo, da parte di Ban ki Moon, da parte della Mogherini sempre pronta ad addolorarsi quando resta ucciso un palestinese in qualche scontro con l’esercito israeliano.


Abu Mazen era andato a parlare all’ONU dicendo che avrebbe fatto scoppiare una bomba col suo discorso, poi ha detto le solite cose di ogni giorno, ha minacciato Israele, ha accusato Israele, ha giurato che gli accordi di Oslo non sarebbero più stato onorati e tutti si sono chiesti, in Israele, quando mai è stato fatto dal momento che, da quel giorno del 1993, il terrorismo palestinista è diventato quotidiano raggiungendo livelli disumani.
Al suo ritorno a Ramallah, mentre in Samaria si svolgevano i funerali di Naama e Eitan, il malefico presidente decaduto di un paese che non c’è ha detto, sempre urlando, che , come è stata issata all’ONU la bandiera palestinista, così accadrà a Gerusalemme e quella bandiera sventolerà sulle mura di ....Al Quds. Abu Mazen, il terrorista, l’ideatore della strage di Monaco, il negazionista, fa esattamente quello che faceva il suo padrone Arafat, incita all’odio, incita al terrorismo e tutto il mondo lo adora.
Com’è che il mondo occidentale adora sempre chi odia gli ebrei? Come mai chi minaccia Israele viene sempre accolto con deferenza e simpatia? Lo ha spiegato Benjamin Netanyahu nel suo meraviglioso discorso alle Nazioni Unite

Ecco il video dell'intero intervento di Netanyahu : http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=8&sez=120&id=59758
quando, in un momento di enorme pathos, ha accusato il mondo di restare “immobile e indifferente di fronte alle minacce di una seconda Shoah da parte dell’Iran”, citando testualmente le parole di Khamenei “Tra 25 anni non ci sarà più nessun Israele e fino a quel momento non avrà un solo giorno di pace” e, ha proseguito, “Settant’anni dopo l’assassinio di sei milioni di ebrei, i governanti iraniani promettono di distruggere il mio paese, di assassinare la mia gente. E la risposta di questo organismo, la risposta della quasi totalità dei governi qui rappresentati è stata uno zero assoluto, un totale silenzio. Un silenzio assordante”.
Pronunciate queste parole, Netanyahu, è rimasto, lui, in silenzio per 45 secondi guardando i presenti che, forse presi alla sprovvista, non avevano nemmeno il coraggio di respirare.
Non era mai accaduto prima. Silenzio, 45 lunghissimi secondi, all’ONU, mentre il Primo Ministro di Israele, immobile, muto, diceva più di mille parole, gridava più di mille accuse. Putroppo il pathos di quel momento è destinato a venir risucchiato dal cinismo e dalla totale indifferenza del mondo, dalle simpatie per i terroristi, soprattutto quelli che ammazzano gli israeliani, e abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione del classico “chi se ne frega” , oggi, nella triste occasione dei funerali dei due giovani genitori ebrei.
La mamma di Naama, davanti al corpo della figlia e di Eitan avvolti nel talled , ha detto:
“ Ci avete lasciato il regalo più prezioso, i vostri bambini che sono miracolosamente sopravvissuti. Faremo del nostro meglio per crescerli come voi avreste voluto”. http://www.haaretz.com/news/israel/1.678563

Matan significa dono, il dono che i suoi genitori hanno avuto quando è nato 9 anni fa, Matan e i suoi tre fratellini (5 e 4 anni e 4 mesi) sopravvissuti all’attentato, oggi li hanno salutati per sempre, li hanno salutati piangendo non urlando come fanno quelli che hanno solo odio e barbarie nel cuore. I media italiani ne hanno dato la notizia, ohh si, l’hanno data, come no, la Rai, senza mai smentirsi, ha parlato di una coppia di coloni ebrei uccisi.... Mediaset è andata meglio , sono stati corretti “ una coppia di israeliani è stata trucidata...” Persino La Repubblica.it ha parlato di “due israeliani uccisi...” il che è tutto dire. Pare evidente che la parola “coloni” resta ancorata in Rai e che i suoi inviati, nel caso specifico Piero Marrazzo, non hanno ancora capito che in Giudea e Samaria vivono cittadini israeliani . http://www.repubblica.it/esteri/2015/10/01/news/cisgiordania_uccisi_due_israeliani_erano_in_auto_con_4_bambini-124108702/?ref=HREC1-13

Aveva 9 anni anche una delle cinque bambine-bomba che in Nigeria si sono fatte esplodere ammazzando altre 14 persone. La cultura dell’odio e della morte da decenni, da quando ne era portavoce e maggior attore Arafat, si è diffusa a macchia d’olio e sta ammorbando il mondo intero rendendolo complice e assuefatto ai peggiori orrori.
La cultura dell’odio scoppierà in faccia agli occidentali ciechi e ottusi cancellando civiltà, bellezza, umanità, arte e vita.
Si, l’odio cancellerà la vita. La barbarie cancellerà la bellezza. Ma Israele resterà per sempre e la cultura della vita, tanto amata dagli ebrei, è oggi rappresentata da Matan, un coraggioso bambino di soli 9 anni. La vita e l’amore hanno dato a quel piccolo corpicino, teso come le corde di un violino per la disperazione e per emozioni che solo lui poteva sentire , la forza e il coraggio di benedire mamma e papà uccisi dai mostri e di accompagnarli nel Gan Eden.

Israele, ha detto Neyanyahu, è in prima linea nella battaglia della civiltà contro la barbarie. “State a fianco di Israele perchè Israele non difende solo se stesso. Difende anche voi!” Oggi quel bimbo ha dimostrato a tutti quanto siano vere quelle parole, ha dimostrato che questo è Israele: coraggio e vita anche nelle prove peggiori e nel dolore più inaccettabile.

Deborah Fait
“Gerusalemme capitale unica e indivisibile di Israele”