Gentilissima Redazione, poche ore fa una giovane coppia israeliana è stata assassinata, sotto gli occhi dei figli bambini, mentre viaggiava in auto su una strada della Samaria. Eitam e Naama Henkin avevano rispettivamente 31 e 30 anni, sei figli, il più piccolo dei quali ha quattro mesi, e volti luminosi che non dimenticherò. Ho appena letto che il delitto è stato rivendicato dall’ala militare di Fatah e che il presidente Abbas non ha ancora commentato. Il discorso di Abu Mazen all’ONU, che già mi aveva colpita per il surreale capovolgimento dei fatti (‘noi perseguiamo la pace, non siamo brutali come Israele, il mondo ci aiuti ...’), suona ora ancor più ironicamente crudele. Se davvero vuole la pace, farebbe bene a darne pubblica e concreta dimostrazione: e non basterà una frase di rito. Alla famiglia e agli amici delle vittime le mie più profonde condoglianze, ad Israele tutta la mia solidarietà. Molto cordialmente,
Annalisa Ferramosca
Abu Mazen, e Arafat prima di lui, è solito utilizzare due registri completamente diversi nei discorsi e nelle dichiarazioni pubbliche. Quando parla per i media occidentali lamenta le politiche di Israele e chiede aiuti, quando invece si rivolge in arabo ai suoi accoliti e al mondo islamico tutto incita apertamente al terrorismo. L'attentato di ieri è anche un frutto della politica del terrorista "moderato" Abu Mazen.
IC redazione