Hezbollah in Italia: un ospite gradito ?
Commento di Dario Sanchez
Due alleati di ferro nemici di Israele
Sono passate appena poche settimane dall’annuncio, subito seguito dai fatti, dell’impegno di Putin in Siria contro Daesh e al fianco del macellaio Assad e già tanto in Israele quanto in Europa e in Italia dobbiamo fare i conti con i frutti avvelenati che inevitabilmente stanno sbocciando a seguito della discesa in campo dell’orso russo e del rafforzamento della sua discutibile e pericolosa alleanza con l’asse della mezzaluna sciita.
Tanto la stampa italiana quanto quella israeliana hanno ampiamente raccontato quanto la discesa in campo della Russia sia stata determinata sia dal fallimento della coalizione a guida obamiana nel porre un argine allo Stato Islamico, sia dalla volontà di Putin di tutelare gli interessi strategici della Federazione nel mediterraneo orientale.
Non sono mancate le cronache dell’incontro - tutto sommato positivo - della scorsa settimana a Mosca tra il Presidente russo e Netanyahu. È rimasto ancora sotto tono piuttosto il contrasto a un fenomeno particolarmente odioso che ha trovato fin troppo spazio sulla stampa europea, vale a dire il tentativo di sdoganamento dei terroristi di Hezbollah da parte di quei giornalisti acriticamente filorussi e vicini quando non direttamente coinvolti nei movimenti euroasiatici e rossobruni, antidemocratici e antisemiti.
Uno sdoganamento pericoloso e irresponsabile che in Italia si sta manifestando a tutta forza, tramite l’organizzazione di convegni e raduni neonazisti dai titoli evocativi come “Mediterraneo Solidale” dove Al Manar (televisione di Hezbollah) è ospite d’onore, e tramite articoli su importanti quotidiani nazionali costruiti nella forma di vere e proprie elegie nei confronti del gruppo terroristico libanese - presentato come indomito combattente per la libertà, campione dell’ “islam buono”, in prima linea persino nell’emancipazione delle donne, e spina dorsale della lotta a Daesh. Dall’altra, forniscono informazioni sufficientemente interessanti per porre alcune domande per ora ancora senza risposta, ma non per questo dai risvolti meno inquietanti.
E’ il caso, ad esempio, di un articolo a firma di Luca Steinmann pubblicato il 29 settembre su L’Espresso (http://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2015/09/28/news/hezbollah-i-terroristi-islamici-sono-gia-in-europa-e-vengono-reclutati-tra-i-profughi-1.231754?ref=HEF_RULLO) in cui il giornalista - vicino al filosofo Diego Fusaro e più volte “ospitato" sulla fanzine catto-fascista “l’Intellettuale Dissidente” (http://www.lintellettualedissidente.it/rassegna-video/diego-fusaro-e-luca-steinmann-peggio-di-prima-la-caduta-del-muro-di-berlino/) nonché su altri blog della destra più estrema (http://risorgimentonazionale.altervista.org/home/41-germania-euro-filosofia-economia) - si spinge oltre ed intervista la terrorista libanese Rima Fakhri, a capo secondo il giornalista di una “delegazione segreta” di Hezbollah in visita in questi giorni in Italia per conto del Governo libanese, e impegnata in numerosi incontri a porte chiuse con esponenti della Farnesina, del Ministero della Difesa e (di una parte, ndr) dei servizi segreti italiani.
Rima Fakhri
Dal titolo e dai toni dell’ articolo e dalle parole della terrorista apprendiamo che lo scopo di questi incontri sarebbe quello di accreditare Hezbollah come la forza “responsabile” in grado di gestire, e limitare, il flusso di migranti e rifugiati verso l’Italia e l’Europa. La Fakhri, o meglio Hezbollah, dice e fa scrivere al suo famiglio “I terroristi islamici? Sono già in Europa e vengono reclutati tra i profughi” e afferma che secondo le loro fonti di intelligence “ci sono più jihadisti in Europa che in tutto il Libano”. “Voi siete in una situazione ben più pericolosa della nostra. Noi siamo un piccolo Paese il cui governo ha un solido controllo militare del territorio e riesce a contenerne il fenomeno. In Europa i potenziali terroristi hanno molti meno controlli, si muovono molto più liberamente e spesso non hanno alcun punto di riferimento se non le cellule dell’Is o di Al Qaeda”.
Viene lecito domandarsi se questa non sia una vera e propria forma di intimidazione e ricatto nei confronti delle autorità civili e militari italiane da parte dell’avanguardia del terrorismo sciita, e quanto gli italiani ora che ne sono informati - non da Renzi o dal ministro della Difesa, ma dall'Espresso, prestatosi più o meno consapevolmente a fare da megafono al terrorismo (Come è stato possibile che sul giornale abbia trovato spazio una penna neonazista?) - siano disposti a tollerare la presenza sul proprio suolo dei dirigenti di Hezbollah in rappresentanza del loro Governo; un Governo, è bene ricordarlo, impegnato formalmente sotto egida Onu in una missione di pace ai confini tra Libano ed Israele; che prevede tra l'altro,il disarmo (finora rimasto solo teorico) della formazione terroristica libanese. Un Governo, a seguito delle dichiarazioni gravissime della Fakhri, che non è più in grado - a meno di smentite ufficiali - di rivestire quel ruolo super partes che per via di UNIFIL dovrebbe competergli.
A questo punto, avere una risposta non è più derogabile.
Dario Sanchez