Le dimensioni del terrorismo ebraico in Israele e la condanna unanime 27/08/2015
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Concordo praticamente con tutto quanto scrive oggi Ugo Volli, tranne che su un particolare: può egli affermare che ci sia stato consenso generale, fra gli Israeliani, nel condannare Ygal Amir o Baruch Goldstein? Nessuno li ha glorificati? So bene che sto parlando di fatti vecchi di vent'anni, tanta acqua è corsa sotto i ponti, tante cose sono cambiate (me compreso); ma, per l'amicizia che ho sempre nutrito verso Israele, mi sembra giusto non dimenticare nulla, su nessun piatto della bilancia. Con immutata stima,

Sandro Zanchi - Siena

Gentile lettore, non capisco la relazione che fa. Che ci sia anche in Israele una minuscola minoranza che approva i delitti politici, come in Italia c'erano e ci sono tifosi di Curcio e di Concutelli, anzi in numero di gran lunga minore, non l'abbiamo mai negato. Israele è un paese normale, con pazzi, ladri, prostitute ed estremisti, come la Francia, gli Stati Uniti, perfino la Svizzera. La differenza va fatta con i paesi anormali, dall'Iran alla Siria, dai territori amministrati dall'Autorità Palestinese a Gaza, dove il terrorismo è esaltato pubblicamente, onorato, ricompensato oltre che largamente praticato. Io non parlavo di ciò, ma del dubbio che il crimine di Duma andasse attribuito davvero ad estremisti ebrei, invece che a una faida di stampo mafioso fra famiglie arabe del villaggio.

Ugo Volli