Robert Harris
L’ufficiale e la spia
Mondadori
Robert Harris, che già avevo conosciuto ed apprezzato in Fatherland ed altri, ci regala un altro romanzo storico tinto di giallo. Questa volta l’autore americano ci trasporta nella francia di fine ‘800, gettandoci nel pieno dell’affare Dreyfus, grande scandalo dell’epoca e tra i capostipiti dei moderni processi mediatici. Harris lo fa servendosi della figura di Georges Picquart, colonnello dell’esercito francese a capo della sezione di statistica, ovvero dei servizi segreti. Piquart racconta in prima persona le sue vicende strettamente legate al dramma personale di Dreyfus, ufficiale ebreo arrestato ingiustamente per tradimento (passaggio di informazioni ai tedeschi) e confinato in esilio su un’isola tropicale alla fine del mondo.
Piquart, una volta preso il suo posto nella sezione di statistica, si imbatterà in una serie di prove che scagionerebbero Dreyfus ed incolperebbero un altro ufficiale dell’esercito. Però ecco che, invece che esaltarne il buon lavoro, lo stato maggiore dell’esercito francese proverà in ogni modo ad ostacolarlo, conscio dello scandalo mediatico che scatenerebbe la verità. Dreyfus infatti rappresenta un facile capro espiatorio in una Francia dove l’antisemitismo e la paura per i tedeschi (la ferita della sconfitta nella guerra franco-prussiana del 1870 è ancora aperta, e lo rimarrà fino alla Grande Guerra) vanno per la maggiore. Il nostro protagonista si butterà dunque in una pericolosa battaglia, spalleggiata da personaggi importanti come Zola (J’accuse!), per riportare la giustizia e liberare così il capitano Dreyfus dalla terribile prigionia.
Harris ci presenta i fatti in maniera molto verosimile, aggiungendo quel tocco di atmosfera e di passione che caratterizzano sempre i suoi romanzi. Molto bello l’inserimento della storia d’amore clandestina tra Pauline e Piquard, svoltasi in una Parigi sempre carica di magia. Una città ancora immersa nella belle époque, ma su cui si profilano i venti di guerra che a breve si abbatteranno sull’intera Europa. Temi molto follettiani, trattati però con maggior eleganza e meno senso pratico, con un linguaggio altamente verosimile. Un po’ lento e difficile da digerire in certe parti, ma senza dubbio interessante e capace di regalare le giuste atmosfere. Un bel romanzo, utile per approfondire un fatto che molto spesso viene dimenticato, ma che risulta essenziale per capire poi i motivi che porteranno allo scatenarsi dei grandi conflitti del ‘900. Antisemitismo, corruzione e un sistema che non premia il giusto ma l’utile. Harris è ben capace di raccontarci tutto ciò in maniera precisa e dettagliata.
Curiosità: l’idea del romanzo è stata data ad Harris dall’amico Roman Polansky, da tempo interessato ad un film che riprenda la vicenda. Aspettiamoci dunque una trasposizione cinematografica de L’Ufficiale e la spia, un libro che (non certo casualmente) si adatterebbe perfettamente a tali intenti.
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