Una storia vergognosa ma esemplare
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
a destra Matisyahu
Cari amici,
vorrei che leggeste questa testimonianza:
“Gli organizzato|ri del festival Rototom Sunsplash di Valencia mi hanno contattato perché hanno ricevuto pressioni dall'organizzazione Boicotta Disinvesti Sanziona[Israele n.d.r.]. Volevano che scrivessi una lettera o facessi un video nel quale esponevo le mie idee sul sionismo e sul conflitto israelo-palestinese per placare il BDS.lo sono per la pace e per la carità fra i popoli. La mia musica dice questo, la politica non entra nella mia musica. La musica ha il potere di trascendere I'intelletto, le idee e le politica e può unire I popoli. Gli organizzatori del festival volevano che chiarissi le mie posizioni che dovevano essere uguali alla linea politica della BDS. Onestamente tutto ciò è sconvolgente e offensivo perché per uno come me, un artista ebreo americano che aveva programmato la sua apparizione nel festival, significa costringermi ad entrare nel mondo della politica. C'erano altri artisti e loro avrebbero dovuto fare questo genere dl dichiarazioni? NO. Perché gli artisti meritano solo di mettere in scena la loro arte. Incuranti della razza, della fede, della formazione culturale. Il mio obiettivo è solo fare musica per la gente. I musicisti cercano solo questo.”
Trovate qui l'originale (se avete Twitter): https://twitter.com/ACAI_cat/status/633360243326615553 .
L'autore è una star della musica reggae, un ebreo americano di nome Matisyahu, cui è stata impedita la partecipazione a un festival spagnolo, perché si è rifiutato di sottoscrivere una dichiarazione di appoggio al riconoscimento di uno stato palestinese e al BDS (http://www.timesofisrael.com/spanish-fest-cancels-matisyahu-gig-over-refusal-to-endorse-palestinian-state/ )
Notate che Matisyahu non è israeliano - sarebbe stato un gravissimo abuso lo stesso chiedere a un artista una dichiarazione politica per partecipare a un festival, ma sarebbe stata una discriminazione “solo” contro Israele) - ma semplicemente un ebreo. E notate anche che a lui solo è stata chiesta questa dichiarazione, evidentemente in quanto ebreo. Il che è un evidente caso di antisemitismo (http://www.gatestoneinstitute.org/6355/spain-jew-hate ).
E' una vicenda di chui vi ha già parlato Deborah Fait ieri (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=59260 ), ma vale la pena di riprenderla ancora, perché i giornali italiani hanno scelto di non parlarne - anche se quelli spagnoli, compreso El Pais che di solito è molto intisraeliano, ha condannato l'episodio (http://elpais.com/elpais/2015/08/17/opinion/1439828907_045613.html ).
Questa non è una novità. In mezzo mondo, in particolare in buona parte dei paesi che godono del privilegio sublime dell'appartenenza all'Islam, gli ebrei non possono entrare ufficialmente (per esempio in Arabia Saudita e nei territori amministrati dall'Autorità Palestinese e da Hamas) o ufficiosamente, perché rischiano la vita se scoperti. Quel che è nuovo è che l'antisemitismo si applichi tranquillamente, apertamente, nell'ambito dell'arte e di un paese occidentale come la Spagna, che peraltro ha appena chiesto scusa del suo grande crimine antisemita di cinquecento anni fa, con una legge che concede la cittadinanza agli eredi degli ebrei cacciati con inumana violenza nel 1492 da Isabella e Ferdinando di Spagna, su pressioni dell'Inquisizione.
Siamo alle solite: gli ebrei morti - nella cacciata spagnola come nella Shoah - si compiangono e si onorano; agli ebrei vivi si applicano le stesse tecniche che portarono alla distruzione dei loro avi.
Che cosa somiglia di più all'Inquisizione della richiesta agli ebrei di confessare le loro colpe collettive e dimostrare la loro conversione - o essere cacciati?
Sì, forse c'è qualcosa di più vicino altrettanto simile a questo gesto inquisitorio, e sono le pratiche dei totalitarismo novecenteschi, il nazifascismo e il comunismo.
Vi ricordate i “processi di Mosca” voluti da Stalin, con contorni di pubbliche (ma estorte) confessioni? E il fascista “tribunale della razza” (presieduto fra l'altro da quell'Azzariti che proprio Togliatti volle come suo assistente quando divenne Ministro della Giustizia)?
Dovevano ricorrervi gli ebrei o i mezzi ebrei o gli omonimi di ebrei per veder riconosciuta la propria “arianità”, beninteso con dichiarazioni di meriti fascisti e di ripudio per il popolo ebraico... Anche in questo non c'è in sostanza nessuna differenza fra nazismo e comunismo. Dite che esagero? Niente affatto.
Sia perché l'antisemitismo di stampo islamista, bidiessista , comunista o nazista (nessuna differenza, lo ripeto) ormai dilaga apertamente im Europa.
Guardate questa storia. C'è un imprenditore canadese ebreo (onore sia al suo nome: Steve Maman) che ha messo su un'organizzazione per salvare, spesso letteralmente comprandole ai loro carnefici, donne e bambine cristiane e jazide vittime dello Stato Islamico (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/199349#.VdL_Tfntmkp ). Leggete ora per favore il commento di un politico islamico locale, che ha fatto molto rumore in Olanda (http://antisemitism-europe.blogspot.com.es/2015/08/netherlands-islamist-politician-jokes.html ):
“per rivenderle con profitto?”.
Steve Maman
Il disprezzo razzista e l'uso di stereotipi inquisitoriali e nazisti sono evidenti.
Bene, una cosa possiamo imparare da questa storia vergognosa di Valencia: che BDS e antisemitismo nazista sono una e la stessa cosa, chiunque li sostenga, comunisti, fasciti, islamisti, perfino la solita sparuta pattuglia di ebrei che odiano se stessi. Non si può essere contro Israele e democratici. Chi ci prova, per idealismo (ma sarebbe meglio dire sciocca subordinazione all'ideologia) o per convenienza, si trova prima o poi arruolato accanto agli eredi delle SS.
Ugo Volli