Come mai Obama dice di sapere meglio degli israeliani qual è il loro interesse? 09/08/2015
Autore: Ugo Volli

Come mai Obama dice di sapere meglio degli israeliani qual è il loro interesse?
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

C'è un gran mare di critiche contro Israele nei media e nei discorsi politici, che in questi giorni si moltiplicano di nuovo come l'estate scorsa, solo che la ragione non è più un'operazione di autodifesa dello Stato ebraico contro i bombardamenti di razzi da Gaza sui villaggi e le cittadine israeliane (dell'Israele “storica”, dentro la linea verde: una precisazione che mostra la futilità di ogni distinzione fra israeliani e “coloni”, cioè abitanti di Giudea e Samaria al di là della stessa linea armistiziale del '49 - entrambi infatti sono vittime di attentati e attacchi missilistici).

No, la ragione è che Israele considera pericoloso per se stessa, per l'America e per l'Occidente in generale l'accordo concluso con l'Iran da John Kerry per conto di Obama. Con molte buone ragioni: http://www.jpost.com/Opinion/Column-One-Obamas-enemies-list-411390 ), che hanno indotto a schierarsi contro l'accordo anche la minoranza laburista (http://www.theatlantic.com/international/archive/2015/07/israel-isaac-herzog-iran-nuclear-deal/398705/ ) E dunque lealmente, apertamente, Israele, in particolare Netanyahu che ha la responsabilità di guidare la politica dello Stato ebraico, spiega la sua opinione e chiede al Congresso americano, che ha il potere di respingere il “bad deal”, il pessimo accordo che permette agli iraniani di situarsi al limite dell'armamento nucleare, fornisce loro centinaia di miliardi di euro con cui finanziare il loro armamento e quello dei pericolosi terroristi che sostengono (Hamas, Hezbollah, gli Houti in Yemen ecc.).

Notate fra parentesi che l'accordo porta le firme di Francia, Gran Bretagna, Germania, Unione Europea. Ma i relativi parlamenti non hanno avuto affatto il modo di discutere né di pronunciarsi. Tale è la sovranità limitata e la democrazia altrettanto limitata del nostro continente. Comunque Israele insiste a spiegare le sue ragioni e così fanno le maggiori organizzazioni ebraiche americane, facendo pressione sui deputati e senatori americani come è perfettamente lecito nel sistema politico e legale americano.

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Alan Dershowitz

Si pronunciano anche intellettuali e personalità pubbliche normalmente schierate con Obama come Alan Dershowitz (http://www.jewishpress.com/news/breaking-news/alan-dershowitz-says-obama-checkmated-by-iran-deal/2015/08/06/ ). Il risultato di questa campagna si vede: l'elettorato americano è ormai nettamente schierato contro l'accordo (http://www.quinnipiac.edu/news-and-events/quinnipiac-university-poll/national/release-detail?ReleaseID=2265 ) e alcuni importanti parlamentari democratici si sono uniti al fronte repubblicano contro l'accordo (http://www.usatoday.com/story/news/politics/2015/08/06/democrat-schumer-comes-out-against-obamas-iran-deal/31265903/ ), fra cui il futuro capogruppo democratico al senato Schumer (http://www.bbc.com/news/world-us-canada-33814744 ).

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Sen.Schumer (D)

Tutto ciò è molto importante perché il Congresso degli Stati Uniti potrà efficacemente respingere l'accodo solamente con una maggioranza qualificata dei due terzi in entrambe le camere. E' una battaglia che avrà il culmine fra un mese circa, all'inizio di settembre. Ma già ora Obama non si risparmia, cerca di convincere gli incerti, ma soprattutto minaccia Israele e gli ebrei. E' difficile per esempio non considerare avvertimenti di stile mafioso quelli in cui Obama dice: se il Congresso non approva l'accordo, allora pioveranno missili su Tel Aviv (http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4687701,00.html ), l'america ritirerà la sua protezione da Israele (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/196203#.VcYaG_ntmko ), insomma, Israele pagherà il prezzo della sua opposizione (http://www.jpost.com/Middle-East/Iran/Frustrated-Obama-tells-US-Jewish-leaders-Stop-distorting-facts-on-Iran-deal-411180 ), e ne sopporterà le conseguenze (http://www.washingtonpost.com/news/post-politics/wp/2015/08/05/text-obama-gives-a-speech-about-the-iran-nuclear-deal/ ).

E naturalmente i politici europei e la stampa “autorevole” lo seguono in queste minacce. La cosa più interessante, o piuttosto sconcertante in questi discorsi, è che essi sono fatti con la pretesa di voler fare il bene di Israele. Tutti, incluso Obama, premettono di parlare “per amore”, “nell'interesse di Israele”, perché sono loro ad assicurare la sua sicurezza. Il fatto che l'intero sistema politico israeliano, presidente, maggioranza e opposizione parlamentare e l'opinione pubblica come risulta dai sondaggi, al 76% contro il 15% (http://www.algemeiner.com/2015/07/31/poll-76-percent-of-israelis-think-israel-needs-to-continue-fighting-iran-nuclear-deal/ ), sia risolutamente contraria all'Iran Deal, sembra non significare nulla.

Perfino Beppe Severgnini, simpatico giornalista, ma non esattamente specializzato in strategia e politica mediorientale, aggiunge il suo consiglio a Israele perché, “nel suo interesse” faccia il contrario di quel che ritiene giusto e conveniente (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=2&sez=120&id=59176 ).

Diciamo che è un'assurdità, e se volete fermatevi qui. Il primo paese a rischio per il rafforzamento dell'Iran, la sua capacità di arrivare ufficialmente a un passo dall'arma atomica e di poterla sviluppare clandestinamente dato il sistema del tutto inefficiente di controlli che Obama ha accetato, è proprio Israele. Chi dovrà vedersela per primo coi terroristi di Hamas ed Hezbollah finanziati coi soldi concessi da Obama (cosa che lui sa benissimo e ha dovuto ammettere esplicitamente: http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/198576#.VcYefvntmko , http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/middleeast/iran/11786027/Barack-Obama-admits-Iran-nuclear-deal-will-mean-more-money-for-terror-groups.html ) è Israele.

Perché gli israeliani, che di Medio Oriente se ne intendono vivendo lì non dovrebbero essere in grado di capire i loro stessi interessi vitali? Dopotutto la politica di Obama su Siria, Iraq, Libia, Egitto non è stata un successo tale da far credere che la Casa Bianca abbia la chiave della politica nel mondo islamico.
In fondo, nonostante i diversi ruoli, forse Severgnini è più credibile di Obama, in queste cose. Peccato che lo segua...
Allora diciamo che i ricatti di Obama sono basati (oltre che sull'interesse personale) su un'assurdità, sulla pretesa non troppo democratica, anzi piuttosto imperialista di conoscere gli interessi degli indigeni di un piccolo paese più di loro stessi, e dunque si permette di contrastarli, minacciarli e anche far loro la morale.

Sennonché... sennonché questi indigeni sono ebrei (come anche i lobbisti dell'Aipac che Obama minaccia pure)... sono ebrei. E la pretesa dei nemici degli ebrei (la Chiesa, l'Islam, i sovrani oppressivi, di far fare loro il contrario di quel che desiderano “per il loro bene” è un'antica tradizione, diciamo pure la modalità d'azione più generale dell'antisemitismo. E' per il loro bene che gli ebrei sono stati richiusi nei ghetti, obbligati ad assistere a prediche per convertirli, impediti di fare i più svariati mestieri, obbligati a portare il segno giallo... Sempre per il loro bene illustri pensatori da Voltaire a Marx a Kant volevano salvarli sottraendoli all'ebraismo.

E dunque adesso che per il nostro bene vogliono farci approvare un accordo che - nella migliore delle ipotesi, se gli ayatollah rispetteranno scrupolosamente gli accordi - permetterà a uno stato che dichiara di voler distruggere Israele di armarsi e di avere i missili più potenti subito e l'arma atomica in una decina d'anni... adesso che vogliono strapparci l'accettazione alla costituzione di uno stato terrorista a due chilometri dalla sede del parlamento e della presidenza dello Stato a Gerusalemme, a dieci dal solo aeroporto internazionale israeliano, a quindici dal centro della maggiore metropoli del paese... adesso sentiamo emergere dalla memoria storica ebraica una puzza di Inquisizione, un ricordo delle violenze che Maometto fece agli ebrei dell'Arabia cercando di convertirli “per il loro bene”. Insomma, detto con una parola semplice, non un sospetto, ma l'impressione viva e forte di un sovrano antisemita, capo della maggior potenza del modno, che cerca di eliminarci.

Ugo Volli