La fuga di Benjamin Lerner
Israel J. Singer
Traduzione di Marina Morpurgo
Bollati e Boringhieri euro 16
In Svizzera, ai tempi in cui era uno studente in medicina, aveva passato più tempo nelle manifestazioni che in aula. Alla dissezione dei cadaveri preferiva quella del capitalismo che si faceva nei caffè; invece di andare in vacanza tra un semestre e l’altro impiegava quei giorni portando clandestinamente propaganda in Russia e inchiodando di nascosto manifesti rivoluzionari sui muri delle chiese nei villaggi. Ogni volta che restava a corto di fondi scriveva al padre, un capitalista di Kishinev, e poi si precipitava a devolvere quasi tutto al Partito.
Tragico. Perché è un continuo susseguirsi di fallimenti, e di fatto lascia in bocca il sapore amaro della sconfitta dell’ideale della comune socialista, un’utopia che sembra l’unica ancora di salvezza, che pare la sola speranza per un mondo per tutti migliore.
Ed esilarante. Perché è gravido, impregnato, imbevuto di quell’ironia, a tratti feroce, tipica della grande letteratura ebraica.
È il tempo buio della prima guerra mondiale, siamo a Varsavia. Benjamin Lerner, giovane soldato ebreo dell’esercito russo, decide di disertare. E inizia la sua vicenda, precipitosa, picaresca, palpitante, coinvolgente, un quadro totale, colorato e dettagliatissimo dell’umanità e delle sue miserie, in giro per l’Europa e attraverso la Storia. Bollati Boringhieri, nella piacevolissima traduzione di Marina Morpurgo, che mantiene una cifra stilistica di grande eleganza, pubblica La fuga di Benjamin Lerner di Israel J. Singer: un romanzo potente e popolare, impressionante, una saga sul destino e sulle possibilità di ognuno di essere artefice della sua vita.
Gabriele Ottaviani - Convenzionali.wordpress