Un treno per Varsavia
Gwen Edelman
Traduzione di Lucia Olivieri
Newton Compton euro 9,90
“…La nostra adorata Varsavia. Fuori del finestrino i campi ammantati di neve si stendevano bianchi e senza fine sino all’orizzonte. Una lepre saltellava sulla neve. Varsavia, rispondi”
Dopo quarant’anni dalla fine del conflitto Jascha e Lilka, sfuggiti nel 1942 al rastrellamento nazista, tornano nella città polacca. Jascha, che ha ritrovato la dolce e amatissima Lilka alla fine della guerra a Londra, è diventato uno scrittore famoso e le sue storie cupe sono apprezzate da pubblico e critica. Un giorno riceve l’invito per un reading da tenere proprio nella città di Varsavia: un’occasione imperdibile per tornare nella città natale che però non suscita in lui alcun entusiasmo mentre la moglie Lilka è elettrizzata all’idea di rivedere i luoghi tanto amati della sua infanzia.
Nonostante le perplessità di Jascha decidono di partire e dopo un lungo viaggio su un treno gelido attraverso un’Europa innevata ("un cielo candido e immoto avvolgeva la terra e sulla neve scintillava un debole chiarore. Di tanto in tanto s’intravvedevano sotto il bianco i rami spogli di un albero”) approdano in una Varsavia ormai irriconoscibile agli occhi di coloro che l’avevano conosciuta molti anni addietro (“E’ tutto scomparso. Ogni suono, ogni volto, ogni mattone, ogni uscio. Non servirà a nulla che tu rimani qui a guardare questo posto”).
La vicenda è narrata con grande maestria dall’autrice attraverso l’efficace espediente letterario dei flashback e la trama si dipana su due livelli temporali che si intrecciano e s’intersecano dall’inizio alla fine. Da un lato ci sono i protagonisti che ricordano le persecuzioni cui erano sottoposti gli ebrei nel ghetto, la fame, le violenze nei confronti di anziani e l’incapacità soprattutto per i giovani di accettare un destino di morte; dall’altro emerge la realtà di un paese comunista, lontano dagli agi del mondo occidentale e dove la Memoria del passato pare non aver lasciato alcuna traccia nelle nuove generazioni.
Tanto Jascha è scontroso, silenzioso e diffidente nei confronti dei polacchi, quanto Lilka è solare, aperta, cordiale e desiderosa di ritrovare i luoghi amati della sua infanzia. Bellissime e struggenti sono le pagine in cui Lilka ritorna col pensiero alle passeggiate con il padre ai giardini Sassoni, drammatici i ricordi di Jascha di come abbia perso la madre e gli amici più cari. In questo continuo andirivieni fra passato e presente si svelano anche dolorosi segreti rimasti sepolti per lunghi anni che rischiano di incrinare la solidità del loro rapporto.
Con una prosa elegante e nitida oltre che una cifra linguistica ricercata, Gwen Edelman già acclamata per War Story, un libro che ha vinto il premio per il miglior romanzo straniero pubblicato in Francia, ci regala un’opera che si legge d’un fiato, appassionante e coinvolgente che rievocando uno dei periodo storici più bui per l’Europa ha il pregio di tenere viva la Memoria per coloro che non sono riusciti a sfuggire alla follia nazista.
Giorgia Greco