Vauro e l'antisemitismo: lettere al Fatto Spazzatura Quotidiana 04/08/2015
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Pubblichiamo tre lettere inviate da nostri lettori al Fatto Spazzatura Quotidiana, e invitiamo a non acquistare più un giornale che pubblica simili bassezze.

Invitiamo i nostri lettori a esprimere al Fatto Spazzatura Quotidiana tutta la loro indignazione telefonando 06/328181, oppure cliccare sulla e-mail lettere@ilfattoquotidiano.it
Ne abbiamo già parlato ieri, alla pagina http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=260&sez=120&id=59122

Ho visto la “vignetta” pubblicata oggi di Vauro. È sconvolgente che un giornale dia spazio a questa schifezza! La vignetta è scritta da una persona accecata dall’antisemitismo (che falsamente chiama antisionismo). Vauro non è neanche in grado di capire che l’attentato è stato fatto da persone che in Israele sono considerate TERRORISTI e come tali vengono perseguiti e giudicati. La “vignetta” priva di alcun senso di umorismo e soprattutto è DISONESTA perché vuole paragonare dei fuorilegge (che purtroppo ci sono anche in Israele) al nazismo che era organizzato da uno stato. Inoltre, l’espressione “il fumo saliva lento” allude ad una situazione che purtroppo perdurava nel tempo come i crimini dei campi di concentramento, mentre quanto è successo a Nablus è un caso sporadico che il governo israeliano sta combattendo con forza. Bisogna smettere di permettere a chi si nasconde dietro ad uno stupido umorismo di dire le cose più ignobili!!! Se Vauro accusa i coloni israeliani (o forse anche lo stato Ebraico) di essere nazisti lo dica chiaro, invece di nascondersi dietro a disegnini con allusioni striscianti. Invito le 3.500 persone in copia nascosta a non comprare mai più il Fatto Quotidiano e a divulgare quanto sopra a tutte le loro mailing list.

Ing. Ariel Finzi

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Vauro è un antisemita che esprime la sua avversione per gli ebrei, anche per quelli morti nella Shoah, in tutte le sue lugubri allegorie. Il giornale che le ospita è immorale e responsabile di questo quanto lui. Qualcuno si dovrebbe prendere stavolta la briga di denunciarlo per oltraggio alla memoria della Shoah e per odio antisemita. Con uno così non bisognerebbe cedere. E non basta raccogliere i soldi in comunità ebraica per pagare le spese a Peppinello Caldarola, che il rabbioso vignettista antisemita s'è pure permesso il lusso osceno di querelare, trovando un giudice che l'ha accontentato, il che significa che non sempre vi sono giudici a Berlino. Bisogna insistere. Trovare, alla fine, un giudice non a Berlino ma in Italia, fosse anche a Canicattì, nella valle del fiume Naro, o a Bergamo Alta, a Berghem de Sura, come si dice là, senza nulla togliere a Berghem de Suta. O a San Nicandro Garganico, dove ancora Donato Levi Manduzio e tutta la sua storia puntano il loro bastone, nel riflesso infuocato del sole, sul suolo di quelle terra remota per fare sgorgare un'acqua di verità. O ancora a Trieste, nella sua piazza non ancora sferzata dalla Bora. O a Scilla, dove le sirene cercarono di incantare Odisseo e il suo viaggio di ritorno a Itaca e tutto questo ancora si muove nelle acque azzurre e mitiche dello Stretto. In qualunque altro posto d'Italia. Un piccolo giudice che si alzi e dica, con accento e ieraticità italiche: "Questo è un antisemita". Per le strade di Gerusalemme, Tel Aviv e tutta Israele, in questi giorni, non si sono visti confetti, bibite frizzanti, ululati di gioia da parte delle madri degli assassini e parate militari verdi in loro onore, come succede a Gaza e a Ramalla ogni volta che i presunti palestinesi della Storia ammazzano bambini ebrei. Per le strade d'Israele, ovunque, si sono viste fiumane di persone in lacrime, sconvolte, avvolte dal velo del lutto e dell'orrore della morte. Il padre del bambino arabo bruciato ha parlato in piazza Rabin, e ha invocato la fine della sofferenza, non ha gridato proclami di morte agli ebrei. Tutte le massime cariche religiose ebraiche, in Israele e in diaspora, come ogni rabbino il cui appellativo ebraico, rav, contiene le lettere della grandezza d'animo, hanno gridato, essi sì, il loro fremito e la loro paura. No, non ci sono confetti, bibite frizzanti e celebrazioni, spari di cannone per il giubilo, per le strade d'Israele, a motivo della morte di un bambino e dei suoi scellerati assassini. Questo succede per le strade di Gaza, di Ramalla, quando a morire così sono i bambini ebrei. In Israele c'è il cordoglio e il terrore dell'assassinio. E, per forza, la memoria di tutte le piccole vittime ebree massacrate in terra d'Israele senza che il mondo abbia detto A, al massimo che insomma ... l'occupazione, e nefandezze di questo genere. E nondimeno che importano la viltà, le menzogne, l'antisemitismo del mondo. Importa vedere queste fiumane di ebrei che si riversano sulle strade d'Israele per chiamare fuori quattro scellerati dalla loro storia, dal loro credo, dalla loro etica dell'umanità. Poi, le vignette di Vauro, non sono che spazzatura. Ma un giudice di ciò, in Italia, nella bella Italia, deve pur esserci, farci sentire la sua voce ieratica e antica, coraggiosa e nitida.

Ariella Lea Heemanti

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Complimenti vivissimi Peter Gomez, e anche a te, Marco Travaglio per avere un tale valido collaboratore. sic! Montanelli si rivolterà nella tomba al pensiero e alla vista di vostre tali "frequentazioni". Se vi mettete al braccio la fascia con su scritto "SS", siete completi! VERGOGNATEVI!!!

Edoardo Brambilla - Milano