A destra: Piero Marrazzo
http://www.tg2.rai.it/
Servizio numero 10 del 23 luglio ore 20.30 di Piero Marrazzo.
"La ripartizione delle risorse idriche causa forti tensioni tra israeliani e palestinesi" (http://www.tg2.rai.it/#sthash.4A5Xo6GM.dpuf)
Patetico e delirante il servizio di Piero Marrazzo sul TG2 alle 20.30 del 23 luglio. Pericoloso, consapevolmente superficiale e completamente falso. Perché dico consapevolmente superficiale? Perché parlare delle risorse idriche e loro ripartizione in questa parte del mondo è un argomento molto delicato usato sempre dagli odiatori di professione per demonizzare Israele. Il messaggio che simili servizi mandano ai telespettatori è sempre lo stesso, Il potere forte e sionista contrapposto alla debolezza di un povero popolo vessato e maltrattato, e lo fanno pur sapendo di raccontare un sacco di palle, lo fanno sapendo di creare odio e repulsione, ecco la pericolosità, ecco la superficialità e la consapevolezza di fare del male.
“Gli uni (i palestinesi) in fila a litigarsi un litro d’acqua per le esigenze primarie..., gli altri (gli israeliani... coloni) in grado di irrigare prati o di riempire piscine.” Sappiamo che Piero Marrazzo è nuovo da queste parti ma questo non giustifica il servizio. Prima di parlare e di fare il lavaggio del cervello alla gente è obbligatorio informarsi!
Ciclicamente i media tirano fuori la grande calunnia dell’acqua, fa parte della propaganda cui sono abituati da decenni ormai. Raccontare che i palestinesi sono senza acqua, che Israele invece ne ha in abbondanza, è una di quelle menzogne sempre vincenti, come dire che Gaza è una prigione a cielo aperto. E’ la retorica di Pallywood, quel grande carrozzone propagandistico che tanto successo ottiene nel mondo e che riesce sempre a diffamare Israele senza che mai nessuno si ponga un dubbio.
Il servizio, mandato in onda durante un telegiornale, quindi molto seguito, ha presentato, da un lato, il quadretto dei poveri palestinesi cui manca persino l’acqua da bere, impossibilitati a irrigare i campi quindi anche di mangiare, dall’altro eccoli là, i perfidi giudei (coloni, pardon) che invece sguazzano nelle piscine e coltivano inutili fiori in inutili prati. Non è stato minimamente accennato il fatto reale che i palestinesi non hanno acqua perché la maggior parte serve ai loro capi corrotti per riempire le loro piscine e perché manca la volontà di fare il bene della popolazione. A una comunità che insegna ai propri bambini come si diventa kamikaze, dell’acqua sì o acqua no non potrebbe fregar di meno. Quello che preme loro è di passare per le vittime del cattivo spietato occupante sionista che prima o poi dovrà scomparire per far posto alla grande nazione palestinista.
Detto questo vediamo di fare un po' di informazione seria, è l’unico mezzo che abbiamo per contrastare la propaganda dei palestinisti cui i media mondiali, non solo quelli italiani, fanno da cassa di risonanza. Dopo gli accordi di Oslo ai palestinesi furono assegnati 70 milioni di metri cubi dalla falda acquifera, Israele gliene da molti di più. Ma allora cosa succede? Per quale motivo se un palestinese apre il rubinetto di casa non esce una sola goccia d’acqua?
Succedono un sacco di cose, amici. Incominciamo col menzionare la pessima gestione della classe dirigente palestinista, passando attraverso la corruzione, le ruberie, la perdita delle risorse idriche che, a causa della noncuranza, dell’apatia, della non manutenzione, vanno a finire, inutilizzate, nel Mar Morto. Israele ha identificato 40 siti per la trivellazione, siti che, se utilizzati, avrebbero coperto l’esigenza d’acqua di tutti i territori contesi. Bene, anzi male, perché non ne hanno trivellato nemmeno un terzo nonostante la pioggia di soldi inviati dalla comunità internazionale. A questa inettitudine, a questa pigrizia mentale bisogna aggiungere il problema delle tubature che sono vecchie, usurate, piene di buchi e di ruggine che nessuno si preoccupa di riparare o di sostituire. E allora che succede? Succede che l’acqua si perde nel terreno ma non qualche goccetta, no, vanno persi un’infinità di metri cubi d’acqua. Allora uno si fa una domandina semplicissima: perché non sistemano le tubature visto che hanno i soldi per farlo? La risposta è che forse è meglio lamentarsi, si suda di meno e si ottiene di più e il “di più” sono i soldi e la simpatia del mondo intero a scapito dell’odiato Israele.
http://ilborghesino.blogspot.co.il/2015/03/israele-smontata-la-calunnia-dellacqua.html
(articolo originale): http://ngo-monitor.org/data/images/File/Myths%20vs%20Facts-%20NGOs%20and%20the%20Destructive%20Water%20Campaign%20Against%20Israel_FINAL.pdf
Ma c’è dell’altro, i signori palestinesi si rifiutano di irrigare i campi con acqua riciclata come fa Israele! Loro usano l’acqua potabile. Rifiutano anche di irrigare i campi col sistema goccia a goccia che permette di bagnare le radici, usano soltanto l’irrigazione di superficie col risultato che l’acqua evapora prima di arrivare dove dovrebbe a scapito, quindi, delle coltivazioni.
Un impianto di desalinizzazione in Israele
Ma adesso vi do la notizia bomba, una notiziona che avrebbe risolto tutti i problemi e che si chiama IMPIANTO DI DESALINIZZAZIONE. Ebbene, Israele e la comunità internazionale glielo hanno offerto, gratis, glielo avrebbero costruito e dato in regalo. GRATIS! E loro hanno rifiutato! Lo ripeto perché forse non si è capito, è talmente assurdo che risulta difficile da capire: gli è stato offerto un impianto di desalinizzazione, gratis, e la dirigenza palestinese lo ha rifiutato!
Allora, amici, ditemi se è ammissibile e professionale mandare in onda un servizio strappalcrime sugli israeliani che non danno l’acqua ai palestinesi perché devono riempirsi le piscine? Ma non si vergognano quelli della Rai? Ogni volta che Abu Mazen va in giro per il mondo fa la questua, ogni volta che un politico occidentale va in visita all’ANP si sente chiedere soldi. E’ successo anche a Renzi durante la sua breve visita a Betlemme: “Soldi soldi soldi, dateci soldi”. Va bene, ha risposto il premier, e orgogliosamente ha detto che l’Italia è uno dei maggiori donatori dell’ANP. Beh, sinceramente non c’è di che esserne fieri!
http://www.rightsreporter.org/palestina-scomparso-un-mare-di-soldi/ leggetevi questo articolo e inorridite perché si tratta di soldi vostri/nostri con cui vengono letteralmente inondati i palestinisti, soldi a palate che vanno a ingrossare i conti in banca dei loro corrotti dirigenti senza che nessuno abbia il coraggio di chiedere un riscontro, senza che nessuno abbia l’onestà di chiedere “Cosa ne avete fatto? Dove li avete spesi?”. Sì, onestà e rettitudine perché non si possono dare a questa gente miliardi, come nessuno al mondo riceve dalla comunità internazionale, sapendo che finiscono in terrorismo e corruzione. Significa essere complici! http://forzaisraele.altervista.org/blog/italiani-fregnoni-regalano-milioni-ai-palestinesi/?utm_campaign=UpCloo&utm_medium=inline-grey&utm_source=it-ud90KOcai-forzaisraele.altervista.org#
Israele ha costruito ben cinque impianti di desalinizzazione, quello di Sorek, tra Rishon leZion e Tel Aviv è il più grande del mondo. Ormai Israele non ha più problemi di siccità grazie a questi impianti , non dobbiamo più contare le gocce d’acqua che cadono dal cielo e misurare i metri del lago di Tiberiade, “quanto è sceso... quanto è salito quest’anno...”. Abbiamo acqua a volontà e i palestinesi potrebbero essere nella stessa felice situazione se fossero meno corrotti, se ai loro boss mafiosi interessasse un po' la gente comune invece di costruirsi, loro sì, ville con piscine: http://www.centrometeoitaliano.it/scienza-e-tecnologia/israele-niente-piu-siccita-grazie-agli-impianti-di-desalinizzazione-01-06-2015-27938/ http://www.genitronsviluppo.com/2011/07/15/speciale-israele/
Un articolo di Rainews si intitola “Israele beve l’acqua del mare”. E’ vero ma non è un miracolo, servono soltanto un po’ di buona volontà, intelligenza e interesse per il benessere della popolazione. Capito signor Piero Marrazzo? Si informi la prossima volta! http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Israele-beve-l-acqua-del-mare-db3e88ea-1a07-4af9-b412-fdcee997d9dd.html
Deborah Fait
“Gerusalemme capitale di Israele, unica e indivisibile”