Iran nucleare: l'Occidente si piega agli ayatollah 16/07/2015
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Mi rendo conto che parlare in codesto sito in termini positivi dell'accordo sul nucleare iraniano si rischia di fare la stessa goffa figura di coloro che, come dice un vecchio proverbio, si mettono a parlare di corda in casa dell'impiccato. Ciò non toglie che una domanda mi viene spontanea : qualora l'accordo fosse saltato, non ritenete che l'Iran avrebbe potuto procedere spedito sulla via dell'arma nucleare (benché sempre ufficialmente negata) e che l'intero equilibrio del Vicino Oriente, già di per sé terribilmente precario, sarebbe andato definitivamente in pezzi? Voi ritenete che Israele abbia gli strumenti militari per risolvere il problema alla radice, io penso che, se da un lato, un eventuale attacco con migliaia di morti avrebbe comportato un prezzo politico eccessivamente alto, dall'altro l'Iran, stando alle riviste specializzate in questioni militari, sia tutt'altro che una potenza di secondo livello e una sua reazione ad un attacco di Israele avrebbe comportato durissime conseguenze, forse addirittura letali, per la sua popolazione, al di là delle sua sbandierate capacità di difesa. Quindi, a mio avviso, l'accordo di Vienna è la soluzione di gran lunga migliore per coltivare ancora qualche speranza di pace.

Alessandro Bortolami

Senza sanzioni l'Iran raggiungerà la Bomba molto prima, e inoltre disporrà di enormi capitali non solo per investire nel nucleare, ma anche per intensificare sempre più il sostegno e il finanziamento di gruppi terroristici come Hamas, Hezbollah o gli houti in Yemen. Le sanzioni servivano proprio a limitare tutto questo.
L'opzione militare di Israele non è una opzione reale, ma poco meno che fantascienza, quantomeno nella situazione attuale.
Quello che segna il fallimento di Vienna è che l'Occidente si è piegato a pressoché tutte le richieste di Teheran, senza in cambio pretendere nulla di significativo. Per questo è una novella Monaco '38.

IC redazione