Poveri noi con un papa comunista e un presidente Usa antiamericano 14/07/2015
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Autore: Ugo Volli
Poveri noi con un papa comunista e un presidente Usa antiamericano
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli


Papa Francesco riceve un singolare crocifisso dal Presidente boliviano Morales

Cari amici,

quand'ero ragazzo, qualche volta con alcuni amici facevamo un gioco un po' arrogante, ci immaginavamo le situazioni più assurde che si potessero descrivere in poche parole. La descrizione di maggior successo che mi è rimasta nella memoria raccontava di un papa che ex cathedra proclamasse l'inesistenza di Dio. Banalità adolescenziali, certamente.

Ma come la mettiamo con Francesco che accoglie il dono del presidente boliviano Morales con un sorriso compiaciuto (alcuni leggono le immagini che ci sono arrivate in maniera più complicata: con una smorfia di sorpresa, dicono, seguito da un sorriso diplomatico)? Per chi non ha badato alla circostanza vi ricordo che si trattava di un crocefisso ricavato da una falce e martello. Gesù è fissato alla testa del martello e ha i piedi sulla falce. Difficile pensare a una cosa più assurda. In nome di quella falce e martello sono stati ammazzate molte decine di milioni di esseri umani, decisamente di più delle vittime del nazismo. Sono state perseguitate tutte le religioni, in particolare quella cristiana di cui il Papa è il più autorevole esponente (ma anche quella ebraica, la persecuzione fu all'inizio dell'Urss rivolta solo contro gli ebrei osservanti, ma poi si estese anche ai membri del partito, che pure si erano distinti in questa prima fase di distruzione della cultura yiddish. Centinaia di milioni di persone sono state ridotte in schiavitù, obbligati in campi di lavoro, terrorizzati dall'oppressione, ridotti alla fame. Miliardi sono stati privati della libertà. Certo, se si considera che la croce era uno strumento di tortura romano usato contro gli schiavi ribelli e i capi delle rivolte dei popoli oppressi, il gesto di Morales acquista un'involontaria verità: il comunismo è stata una gigantesca macchina di tortura, una delle grandi minacce contro l'umanità.

Ma certo non la intendeva così. Né possiamo pensare che Francesco, per quanto astutamente gesuita sia, membro di una scuola intellettuale che ha elevato ad arte la riserva mentale, abbia fatto questo ragionamento. Anche perché i discorsi che ha fatto il papa, tutti incentrati sull'ingiustizia dell'economia capitalista, in fondo consonano con quel regalo (http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Papa-terra-casa-e-lavoro-sono-diritti-sacri-ribadendo-il-no-all-economia-del-dio-denaro-Lungo-discorso-al-secondo-incontro-mondiale-dei-movimenti-in-Bolivia-d4f44881-2327-4954-b921-6dfb76f406f3.html). Comunista forse no, questo papa non lo è, ma socialista, noglobal, anticapitalista, insomma comunistino sì.(http://m.ilmessaggero.it/m/messaggero/articolo/PRIMOPIANO/1456811). Uno che dice: “Il primo compito - ha detto ai movimenti - è mettere l'economia al servizio dei popoli: gli esseri umani e la natura non devono essere al servizio del dio denaro. Diciamo no a una economia di esclusione e inequità in cui il denaro domina invece di servire. Questa economia uccide, è escludente, distrugge la Madre Terra" e che 'le istituzioni finanziarie e le imprese transnazionali si rafforzano fino al punto di subordinare le economie locali, soprattutto indebolendo gli Stati, che appaiono sempre più incapaci di portare avanti progetti di sviluppo per servire le loro popolazioni' " , che poi, se capisco bene, sarebbero le semidittature di stampo boliviano, venezuelano, argentino.

Sia detto con tutto il rispetto, ai miei occhi ognuno è libero di pensarla come gli pare, purché lasci me libero di dissentire e di discutere. Ho il massimo rispetto per l'aspetto religioso del mandato del Papa, nel senso che non lo discuto, non mi riguarda, accetto che chiunque vuole lo consideri fonte di rivelazione religiosa, di insegnamento morale e teologico. Ma qui stiamo parlando di politica. E le cose che dice Francesco sono un'insalata russa di retorica sciocca degna dei discorsi di Castro o del Manifesto. Vi assicuro che non voglio mancare di rispetto al Papa, ritengo che in fondo non creda a queste cose, ma le dica per compiacere il suo pubblico (il che è un'aggravante etica, anche se un'attenuante intellettuale...).

In fondo anche un papa comunista sarebbe stata una bella risposta al nostro gioco da ragazzi, e anche un presidente degli Stati Uniti antiamericano. Adesso abbiamo tutti e due insieme, e questo spiega come stiamo messi male.

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Ugo Volli

Post scriptum. Il papa che parla di economia ingiusta, gli tsiprini, i neocomunisti, i podemos, gli intellettuali grilli parlanti, i grilli(ni) parlanti non intellettuali e neanche intelligenti, insomma tutti quelli che il capitalismo è la fonte di tutti i mali, farebbero bene a prendere atto di un fatto fondamentale, che nei giornali italiani non ha avuto il minimo rilievo, ma è fondamentale. Qualche giorno fa l'Onu, che non è esattamente la fucina della democrazia liberale e il cantore del capitalismo, ha comunicato che negli ultimi 25 anni il numero dei poveri al mondo si è dimezzato (http://www.ilfoglio.it/economia/2015/07/08/dimezzati-i-poveri-nel-mondo-in-25-anni-e-piketty-non-ci-aveva-ancora-illuminato___1-v-130626-rubriche_c254.htm), da 1,9 miliardi di persone nel 1990 a 836 milioni oggi nonostante l'aumento della popolazione totale da 5,2 a 7,2 miliardi (https://it.wikipedia.org/wiki/Popolazione_mondiale). Si è passati cioè dal 47% al 14% di poveri assoluti. Non c'è mai stata nella storia del mondo un'economia così efficiente e così giusta, non c'è mai stata un'epoca così prospera, non c'è mai stata un'era come questa nella storia dell'umanità. Mi rendo conto che sembra ridicolo, tanto la retorica populista e anticapitalista è dominante. Ma sono fatti, le statistiche dicono proprio questo. E il vantaggio è stato preso dai più poveri, dai paesi una volta colonizzati, anche da quella Bolivia da cui Papa Francesco ha diffuso le sue insipide sciocchezze sociopolitiche. E' una cosa così grossa che il più importante giornale economico del mondo, l' Economist, ci ha dedicato una copertina col titolo “Towards the end of poverty” (http://www.camilloblog.it/archivio/2013/06/02/leconomist-la-poverta-gli-anni-90-e-i-nostri-giovani-turchi/). Vorrei ricordare che la data post quem di questa fantastica esplosione è il 1990, vicinissima alla caduta del comunismo nell'Est europeo e in Russia, alla conversione al capitalismo della Cina, all'inizio della globalizzazione e dell'economia neoliberale globalizzata, dell'affermazione delle tecnologie elettroniche. Sono queste forze, gli spriti animali del capitalismo di cui parlava Adam Smith, che hanno salvato dalla povertà letteralmente miliardi di esseri umani negli ultimi decenni. Gli scaffali vuoti, la miseria generalizzata, le carestie resistono dove ci sono ancora delle incrostazioni comuniste (Corea del Nord, Cuba ecc.), dove c'è la tentazione di tornare indietro (Grecia), dove l'islamismo (nemico dell'umanità quanto il comunismo e il nazismo) produce guerre, persecuzioni, distruzioni e oppressione. Questo dovrebbe dire un papa all'altezza del mondo contemporaneo, non le sciocchezze comunistine e filoislamiche che oggi articola una Chiesa che tradisce la sua identità spirituale per cercare di fare concorrenza alla demagogia neocomunista.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90