La soluzione ? 10/07/2015
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Caro Pezzana, la leggo sempre con molto interesse, anche ricordando una lontana mattina al domenicale del Sole 24 Ore, insieme a Elena Loewenthal e Armando Torno, e la ringrazio per i suoi pezzi. Quello di oggi mi ha interessato particolarmente anche perchè ho letto non molto tempo fa il libro di Ari Shavit recentemente pubblicato in Italia, e che mi ha favorevolmente impressionata per la sua onestà intellettuale e per il suo non rinnegato sionismo. Ma vedo che lei, che sicuramente lo conosce molto meglio di me, gli fa l'appunto di fermarsi al 1967 e di auspicare l'avverarsi dei due stati. Anche il mio timore è grande, anzi grandissimo: ma quale può essere la soluzione realistica?

Grazie ancora e un cordiale saluto
Anna Maria Locatelli Rossi

Risponde Angelo Pezzana:

Gentile Anna Maria,
lei ha esposto chiaramente i motivi per i quali io stimo Ari Shavit, anche se sulla’narrativa’ palestinese non la pensiamo ugualmente. Ma lui è uno storico onesto, non nasconde gli enormi meriti che gli ebrei hanno meritato nella ricostruzione dello Stato. Ed è questo che lo rende pressoché unico nella sinistra israeliana, il fatto di ricordarli lo esclude da cerchio dei buonisti, che io definirei piuttosto irresponsabili.
Mi chiede quale sarà mail la soluzione. Non lo so, gli slogan non bastano, non costano niente, mentre certi errori possono essere letali. Shavit chiama i territori contesi Giudea e Samaria, chi lo fa a sinistra ? nessuno.
La solunzione realistica che mi chiede non la posseggo, ma so che storicamente prima i nemici si sconfiggono, poi ci si può permettere di essere generosi.
Mi pare sia quello che Bibi Netanyahu stia facendo.
Un caro saluto da Yerushalaim. (ap)