Ramadan di terrore
Commento di Mordechai Kedar
(Traduzione dall’ebraico di Rochel Sylvetsky, versione italiana di Yehudit Weisz)
L'articolo è stato pubblicato su Arutz Sheva alla pagina http://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/17157
Scuola di addestramento per terroristi islamici. Lezione di attentati suicidi.
"Fate attenzione, ve lo faccio vedere solo una volta, ok?"
Il Ramadan può essere un mese di digiuno e preghiera, ma anche un mese di terrore e violenza. Il mese di Ramadan è il più importante del calendario musulmano. Il Corano è disceso dal cielo nella notte chiamata Laylat-al-Qadr (Notte del Destino) verso la fine del mese di Ramadan e, secondo il Corano, quella notte è “migliore di mille mesi”. L’intero mese è destinato a essere un momento di avvicinamento ad Allah, pentendosi dei propri peccati, e astenendosi dal partecipare a piaceri terreni come mangiare, bere e fumare; ma anche un momento di atti di gentilezza, come aiutare i poveri, visitare i parenti e migliorare le relazioni interpersonali. Nel mese del Ramadan è vietato mangiare dall’alba, il digiuno dura sedici ore e termina al tramonto, verso le 20 di sera. In altre parti del globo, la durata del digiuno può essere più o meno lunga. Quest’anno, il Ramadan cade durante l’estate nell’emisfero nord e non ci vuole molta immaginazione per comprendere il significato del digiuno, e più ancora, del divieto di bere, nei deserti di Libia, Algeria, Egitto, Iraq, Siria, Arabia Saudita – in realtà, nell’intero Medio Oriente.
E’ già difficile affrontare una giornata di digiuno, ma 29 o 30 giorni consecutivi! A Bruxelles, ad esempio, il digiuno dura circa 19 ore, dalle 3 del mattino alle 10 di sera, ma almeno il clima a Bruxelles è diverso da quello della Libia. Durante il Ramadan ci si avvicina ad Allah con un servizio religioso più lungo: si aggiungono le devozioni della sera, si passano diverse ore in moschea ad ascoltare sermoni dal vivo o registrati, oltre ad un’attenta osservanza dei comandamenti islamici per evitare il peccato. Quest’accentuata sensibilità religiosa si fa sentire anche nei confronti di chi è visto come un problema per l’islam: lungo tutta la storia islamica, i governanti hanno sempre visto questo periodo come un tempo in cui veniva minacciata la stabilità dei loro regimi, soprattutto se la loro legittimità islamica era instabile per il modo con cui avevano ottenuto il potere (ucciso il predecessore, per esempio), il loro comportamento discutibile (liquori e morale), e il loro governo oppressivo.
Durante l’Impero Ottomano, era consuetudine iniziare e terminare il digiuno con un colpo di cannone, essendo le armi sotto il controllo del governatore locale. Il cannone aveva un doppio messaggio: definire l’inizio e la fine del digiuno, e ricordare al popolo chi è in carica e che cosa potrebbe succedere a chiunque tentasse di turbare la stabilità del regime e la tranquillità dei cittadini. Il Ramadan è sempre stato il mese della gloria islamica, poiché celebra un gran numero di battaglie che hanno avuto luogo durante il mese sacro e che si sono concluse con la vittoria degli islamici. Queste vittorie sono considerate la ricompensa concessa da Allah alla nazione islamica per la sua attenta osservanza del digiuno. A questo proposito è importante notare che un combattente jihadista è libero dall’obbligo del digiuno se ciò dovesse interferire con la sua capacità di combattere ed è autorizzato a pareggiare i giorni di digiuno dopo il Ramadan.
La guerra dello Yom Kippur, vista nel mondo islamico come una grande vittoria su Israele, ha avuto luogo durante il Ramadan. Ora siamo nel bel mezzo di questo periodo di accresciuta coscienza religiosa collettiva e l’atmosfera soffusa di fervore religioso influenza tutto quel che sta accadendo nel mondo islamico. Abbiamo assistito a un aumento delle operazioni di “successo” della Jihad islamica contro i propri nemici: in Giudea e Samaria sono aumentati gli attacchi terroristici contro civili e personale di sicurezza israeliani, e nei media arabi gli incitamenti anti Israele sono ancora peggiori del solito. Lo Stato Islamico sta incrementando le azioni contro i propri presunti nemici; all’inizio del Ramadan, ha diffuso un film orribile in cui ha ripreso modi insolitamente crudeli di uccidere persone: annegarle in una gabbia di metallo, far esplodere la gente con esplosivi legati al collo, sparare un missile contro un veicolo pieno di prigionieri già condannati a morte. E per la prima volta, lo Stato Islamico ha decapitato due donne.
L'islam radicale e i suoi figli: Hamas, Isis, Al Qaeda, talebani, Hezbollah, Boko Haram
Gli attacchi dello Stato Islamico sono stati pianificati con cura perché avvenissero in quattro Paesi diversi: venerdì 26 giugno, l'organizzazione è riuscita a mettere in atto gravi attentati terroristici in Francia, Tunisia, Kuwait e Somalia, con un totale di quasi settanta vittime, compresa una decapitazione in Francia. In Siria, gli scontri si sono intensificati in quattro aree durante il Ramadan: a sud, sulle montagne Qalamoun, nella regione di Aleppo-Idlib e in territorio curdo, con le organizzazioni salafite che hanno ottenuto successi impressionanti. Ma Hezbollah, combattendo la stessa organizzazione sui Monti Qalamoun, sostiene di aver ottenuto vittorie grazie al Ramadan.
Il Procuratore Generale egiziano è stato assassinato da ignoti durante questo Ramadan, sconvolgendo l'intera nazione egiziana, perché i tribunali erano stati quasi sempre l'unica entità che la maggior parte della popolazione stimava e considerava credibile. Ultimamente, la magistratura è diventata vittima della massiccia lotta tra estremisti islamici e il regime che sta cercando di metterli di nuovo in riga. I sostenitori della magistratura sono l’asse portante del Presidente al-Sisi, soprattutto quando ha condannato a morte i responsabili dei Fratelli Musulmani, come l’ex Presidente Mohammed Morsi e il sovrintendente Mohammed Badia. Poche ore dopo che il verdetto è stato annunciato, lo scorso maggio, il Procuratore Generale è stato eliminato e tre giudici sono stati assassinati nel Sinai.
A Gerusalemme lo Stato Islamico ha esposto un manifesto dal titolo "La Parola di al-Maqdis" (il nome di Gerusalemme nella tradizione dell’Islam), che invita tutti i cristiani a lasciare la città entro la fine del Ramadan, o rischiano di essere macellati come pecore. Il manifesto chiede ai musulmani di consegnare le liste dei cristiani e i loro indirizzi ai membri dello Stato Islamico in modo da facilitare il compito di trovarli e ucciderli. Dato che si tratta dello Stato Islamico, si può capire perché non nasconda le proprie intenzioni di conquistare il mondo intero nel nome dell 'Islam. Ha coniato monete sulle quali c’è una mappa del mondo, in modo da rendere i propri piani perfettamente chiari.
Un avvertimento al mondo
A questo punto, dobbiamo esaminare la situazione mettendo da parte il Ramadan. Ciò che è accaduto nel corso degli ultimi anni è una massiccia escalation del conflitto tra sciiti e sunniti, che ha le radici nella lotta per il Califfato iniziata nel 632 e.v., il momento in cui morì Maometto, il Profeta dell’Islam. I combattimenti in Iraq, Siria, Pakistan, Afghanistan e in altri luoghi, hanno un carattere spiccatamente etnico, la tecnologia e le armi moderne li hanno trasformati in un bagno di sangue in costante aumento.
L’Iran sciita e l’Occidente stanno attualmente lavorando ad un accordo che senza dubbio porterà benefici economici all’Iran, e lo renderà più forte per ottenere l’egemonia regionale, il controllo sulle ricchezze di gas e petrolio nel Golfo, l’esportazione del terrore in tutto il mondo e la diffusione dell’Islam sciita ovunque ci siano musulmani sunniti; inoltre, con lo stesso accordo, l’Iran potrà continuare a sviluppare armi nucleari. E’ il piano degli ayatollah per il controllo del mondo.
Quest’accordo rafforzerà gli sciiti e farà infuriare i sunniti, che si scaglieranno contro chiunque l’abbia sostenuto, in particolare il governo americano. Quest’accordo e il suo appoggio agli sciiti per l'egemonia islamica di tutto il mondo, porterà molti sunniti a concludere che gli Stati Uniti stanno interferendo nelle questioni interne islamiche a favore degli sciiti - che non pochi sunniti considerano eretici - indebolendo così i sunniti stessi. Il governo americano può essere considerato un regime anti-sunnita de facto, dato che ha eliminato Bin Laden e non ha fatto nulla per fermare Assad, dopo che aveva ucciso migliaia di musulmani sunniti con i gas. Questo può portare i musulmani sunniti a volersi vendicarsi nei confronti degli Stati Uniti, e da lì, pianificare attacchi terroristici reali contro l’America e il resto delle potenze mondiali che hanno partecipato ai negoziati con l’Iran.
La firma dell’accordo è stata originariamente prevista durante il Ramadan, che si conclude il 16 luglio. Se l’accordo ci sarà davvero, la vendetta sunnita potrà iniziare già a partire dal giorno successivo, l’inizio della festa di Eid al-Fitr (festa di fine Ramadan). Due degli attacchi terroristici perpetrati venerdì 26 giugno, sono stati compiuti contro i cittadini di Stati che prendono parte ai negoziati: Francia e Gran Bretagna. La maggior parte delle vittime in Tunisia erano turisti britannici. Non è difficile collegare gli atti terroristici dello Stato Islamico e le parti che stanno negoziando con l’Iran.
Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi.
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