Mobbing neo-coloniale 22/06/2015
Autore: Ugo Volli
 

Mobbing neo-coloniale
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

a destra:
Costruzioni per beduini finanziate illegalmente dalla UE

 

Cari amici,

Vi è mai venuta la voglia di costruirvi una bella casa abusiva? Magari in un posto speciale, per esempio in un parco naturale, che ha anche il vantaggio che non è di nessuno, cioè è di tutti e per questo nessuno può rompervi le scatole dicendo che è suo? Che bello, eh, una ruspa per spianare per terra, un po' di materiali da costruzione, magari un prefabbricato e avete il posto che avete sempre desiderato...
O magari per sicurezza vi mettete con amici e parenti e fate un villaggetto, un paese vero e proprio, dieci o venti case, l'allaccio abusivo all'elettricità, i rifiuti li lasciate in giro se sono solidi, se no li buttate nel più vicino corso d'acqua o li disperdete, da qualche parte finiranno...

Non vi piace l'idea, temo. Un po' scomodo, e poi magari vi vengono a sgomberare. Non che queste cose non si facciano, per esempio i campi Rom sono così (ma di solito nelle periferie delle città, non nei parchi naturali. E se andate sulla riviera di certe regioni del Sud o nella Valle dei Templi ad Agrigento di case abusive ne trovate quante volete. Ma si suppone che prima o poi le autorità facciano qualcosa: amministrare il territorio è fra i primi compiti degli stati moderni. E si suppone che l'opinione pubblica approvi.

Be' non sempre nel caso dei campi abusivi, che godono di una cecità morale selettiva da parte della sinistra, ma di solito sì. Non dappertutto, però, non in Israele. Non in particolare in quella zona C della Giudea e Samaria che gli accordi di Oslo (firmati dall'Organizzazione di Liberazione della Palestina di cui l'attuale Autorità Palestinese è un'emanazione e controfirmati da Unione Europea e Usa per garanzia) attribuiscono all'”amministrazione esclusiva di Israele” fino a un accordo che non c'è mai stato.

Altre baracche illegali finanziate dalla UE

Perché di questa zona C, dogli gli arabi non hanno mai abitato e di fatto sono ancora pochissimi, e dove sorgono i villaggi ebraici e che però per la maggior parte è vuota e desertica, l'Unione Europea vuole, fortissimamente vuole, l'arabizzazione; ed è inutile dire che l'Autorità Palestinese li considera suoi per diritto divino, dato che non distingue fra i suoi desideri e il diritto.

Dunque l'Unione Europea cerca in tutti i modi, per lo più palesemente illegali, di aiutare gli arabi a insediarvisi, per creare dei “fatti sul terreno” che stabiliscano un diritto dei palestinisti. La testa di ponte per queste operazioni sono di solito delle piccole tribù beduine, cioè nomadi, che i funzionari europei cercano di convincere a stanzializzarsi, naturalmente su terreni che non appartengono loro e senza che vi sia un piano territoriale e siano costruite le infrastrutture necessarie (fogne, depositi per i rifiuti, acqua, elettricità).

Basta guardarsi attorno per esempio sulla superstrada fra Gerusalemme e la valle del Giordano per vedere un certo numero di questi insediamenti, decorati da bandiere europee, con casette metalliche decorate dal bollo blu con le stelle che indica materiali comperati con le nostre tasse, naturalmente senza che questi interventi siano stati in alcun modo autorizzati da un voto democratico. Ma si sa, l'Unione Europea è la cosa più simile alla vecchia Urss che ci sia sulla terra, senza bisogno però dello sgradevole contorno di polizia e Gulag. Gli euroburocrati fanno quel che vogliono o ritengono giusto e noi paghiamo senza poter dire niente, perché le tasse vengono versate dagli stati “a prescindere”.

Un caso particolarmente scottante è quello di Sussyia, un paese abusivo neanche tanto piccolo sorto qualche anno fa nel parco naturale delle colline a sud di Hebron. Totalmente abusivo, fortemente inquinante, ormai capace di ospitare due o trecento persone... e protetto dall'Unione Europea.
Intorno a Sussyia e alla sua demolizione c'è stata battaglia fino alla Corte Suprema, che ha finalmente deciso poco tempo fa che il villaggio era illegale e andava distrutto.
E a questo punto i diplomatici europei si sono messi a fare la voce grossa, hanno incominciato a presideiare di persona il villaggio e in sostanza a incoraggiare la resistenza fisica degli abitanti (http://www.jpost.com/Arab-Israeli-Conflict/EU-official-to-Israel-Dont-demolish-unauthorized-Palestinian-village-405437 ).

Vi immaginate una cosa del genere altrove? Chessò, il rappresentate dell'Unione Europea che dice all'Italia di non distruggere una casa che i giudici hanno stabilito andasse abbattuta? O ve li vedete a dettare le regole urbanistiche che la Russia usa in Crimea o la Cina in Tibet? Già, quelli sono grossi... ma immaginate se facessero una cosa del genere col Marocco nel territorio Saharawi che occupa da mezzo secolo? Impossibile.

Solo con Israele si verifica un mobbing del genere, un atteggiamento così chiaramente neocoloniale, che usa l'illegalità per favorire un gruppo che agli eurocrati piace (gli arabi) contro un altro gruppo che a loro sta antipatico (guarda un po', gli ebrei). Di questa politica neocoloniale (e antisemita) dell'Europa, che viola ogni giorno la legalità e gli accordi che essa stessa ha sottoscritto, si parla poco. Ma bisognerebbe farlo, perché chiaramente c'è stato un cambio di turno e nel prossimo anno il nemico principale di Israele non sarà più probabilmente l'America di Obama, che si avvia verso elezioni dove l'amicizia per Israele diffusa nell'opinione pubblica tornerà progressivamente a contare più dell'astio antisraeliano del presidente, ma dall'Europa.

In particolare dalla Francia, che è alla ricerca di spiccioli di grandeur nella considerazione dei palestinisti (http://www.jpost.com/Arab-Israeli-Conflict/Fabius-after-Netanyahu-criticism-Dont-prejudge-my-peace-proposals-406679 ), ma anche dell'Unione Europea, il cui responsabile politico per la politica estera (almeno formalmente) è italiano, si chiama Mogherini ed è il superiore diretto dei diplomatici provocatori che violano ostentatamente la legge a Sussyia e dintorni.

Ugo Volli