Gentilissima Redazione, poche ore fa, venerdì pomeriggio, un giovane israeliano di 25 anni, Danny Gonen, residente a Lod, studente di ingegneria, appassionato di escursionismo, viaggiava in automobile con un amico nella Samaria meridionale, qualche decina di chilometri a nord di Gerusalemme. Avevano appena visitato Ein Buvin, vicino a Dolev (dalle foto, quest’ultimo paesino sembra una ridente e verdeggiante località di collina o montagna; dal nome, Ein Buvin potrebbe essere una sorgente), quando un arabo, ai lati della strada, ha fatto cenni come per chiedere informazioni o aiuto.
Quando i due israeliani si sono fermati ed hanno aperto il finestrino, l’arabo ha aperto il fuoco, sparando, secondo alcune fonti, ben cinque colpi. Danny Gonen è morto poco dopo in ospedale, l’amico è ferito, sembra non gravemente.
Non so quanti giornali riporteranno la notizia, quanti scriveranno il nome e l’età della vittima. Quelli che lo faranno probabilmente parleranno di un israeliano ucciso vicino ad un insediamento in Cisgiordania.
A me si stringe il cuore, al pensiero di un giovane morto, assassinato, per non aver ignorato un’apparente richiesta di aiuto. Penso ai genitori, ai fratelli, ai nonni, all’eventuale fidanzata. E mi chiedo chi sia l’omicida, quanti anni abbia, che cosa faccia nella vita, che cosa l’abbia spinto a tentare di uccidere due sconosciuti, come abbia fatto a premere il grilletto dopo averli guardati negli occhi. E’ un odio terribile, non molto diverso da quello che in Siria e altrove continua a mietere vittime di cui non sapremo neppure i nomi. Il presidente israeliano Rivlin ha invitato ‘la leadership araba’ a condannare l’atto criminale.
Mi piacerebbe che fosse ascoltato, che Abbas ed i ministri, deputati e sindaci dell’ANP e la popolazione palestinese condannassero l’assassinio quanto autorità e cittadini israeliani hanno fatto a gara per condannare l’incendio doloso della Chiesa di Tabgha – che, lo confesso, mi aveva profondamente indignata e perfino scossa, al pensiero del rischio corso dallo stupendo mosaico bizantino, per non pensare al rischio per le persone ed il paesaggio, se si fosse propagato; ma, bene o male, i danni materiali si riparano, la resurrezione dei morti è nelle mani di Dio.
Con i più cordiali saluti,
Annalisa Ferramosca
Gentile amica, ha previsto giusto, poche righe su un paio di quotidiani e basta. Chi ne ha fatto qualche riga in più è Avvenire, ma in modo ignobile. Ne abbiamo fatto una pagina oggi. Sappiamo che da cattolica le dispiacerenno i nostri giudizi sul quotidiano dei vesconi, ma il pezzo di oggi era indecente, lo valuti con attenzione.
In quanto all'assassino, verrà celebrato dall'Anp come avviene sempre: applausi, lodi, gli dedicheranno strade e scuole. Ma non troverà mai critiche sulla stampa cattolica.
IC Redazione