Non è il calcio, stupido! E' la sopravvivenza d’Israele 06/06/2015
Autore: Mordechai Kedar
 Non è il calcio, stupido! E' la sopravvivenza d’Israele
Commento di Mordechai Kedar

(Traduzione dall’ebraico di Rochel Sylvetsky, versione italiana di Yehudit Weisz)

L’obiettivo di Mahmoud Abbas è distruggere Israele. Chiaro e semplice.
Premetto che non sono un tifoso di calcio, e che il mio mentore, il defunto Dov Iron, che mi aveva insegnato l'arabo e un altro milione di cose non meno importanti, chiamava questo sport “La cultura delle suole di scarpe”.
Aveva ragione.
Ha lasciato questo mondo decenni fa e non è vissuto abbastanza per vedere come un intero paese, dal suo Primo Ministro fino ai ragazzi che bighellonano agli angoli delle strade, dai titoli di apertura alle colonne di gossip, tutti, dico proprio tutti, parlasse della peggiore minaccia all’esistenza del popolo ebraico dal tempo della distruzione del Secondo Tempio: Israele sarà espulso dalla Fifa o no? Cosa farà Rajoub?

2009: Blatter si congratula con Jibril Rajoub

Qualcuno può aver pensato che si trattasse di una domanda legittima e che tutto il resto sarebbe dipeso dal suo esito. L’intero Paese era stato colpito dal “disturbo da stress della cultura delle suole di scarpe” e tremava di paura. Questo sarebbe stato lo spettacolo cui Dov Iron avrebbe assistito. Solo che a questo punto devo intervenire in difesa di Israele, perché gli israeliani sono pienamente giustificati per aver percepito che quella della FIFA è veramente una questione fatidica e che c’è un evidente desiderio della Palestina (un gruppo tribale inventato da alcuni israeliani) di spazzarci via dalla faccia della terra, non solo dalla lista delle squadre della FIFA.

Ai suoi occhi, Israele non solo deve lasciare il campo di calcio, ma anche tutta la “Palestina” ovvero la Terra d'Israele, chiamata “Palestina” dall’imperatore romano Adriano, con il nome dei nemici mortali degli ebrei ai tempi biblici, cioè i Filistei, che non hanno nulla a che vedere con gli arabi che invasero la Giudea molto più tardi, nel VII secolo era volgare.

Tuttavia non è motivata la sensazione di trionfo manifestata da alcuni di noi, ora che Rajoub (un terrorista già condannato all’ergastolo ma che ottenne la libertà nel 1985 nell’ambito dell’accordo con l’Olp) ha generosamente deciso di ritirare la “richiesta palestinese” di escludere Israele dalla FIFA.
E’ una vittoria, questa? Il fatto stesso che lui sia ancora qui, è la riprova del fallimento di Israele nella sua battaglia per la propria sopravvivenza sul proprio territorio. Quello stesso giorno in cui aveva presentato quella richiesta, Rajoub doveva essere gettato in un carcere israeliano o, in alternativa, sul lato libanese del confine, per essersi rivolto unilateralmente a organismi internazionali senza il consenso di Israele, in spregio delle disposizioni stabilite negli Accordi di Oslo.


1993: Accordi di Oslo, il grande errore

Siamo noi invece i colpevoli, perché non ci siamo comportati, come avremmo dovuto, con il suo capo Mahmoud Abbas per le richieste avanzate alle Nazioni Unite, al Tribunale Internazionale dell'Aia e ad altri organismi internazionali.
E’ lui il principale nemico, l’uomo che abilmente ha lanciato una lotta mortale contro Israele nell’arena internazionale, dove Israele è più debole, più facilmente assoggettabile a pressioni . E’ sotto la sua supervisione che si è sviluppato il movimento di boicottaggio contro Israele, con il duplice obiettivo di porre sanzioni e scoraggiare gli investimenti.

Mahmoud Abbas è il protagonista di un processo che intende trasformare Israele in uno Stato lebbroso respinto da tutto il mondo, ebrei compresi. E’ così che intende sconfiggere e distruggere Israele. Sì, distruggere Israele.
La verità va detta. Per distruggere lo Stato di Israele.
Questo è ciò che vuole e questo è ciò che sta facendo. Lentamente, ma inesorabilmente. Mahmoud Abbas non può però richiedere un brevetto per l’idea di boicottarci in ogni occasione. Questa idea era già stata proposta in precedenza, nelle parole irresponsabili di Helmut Ostermann (Uri Avnery) e dei suoi amici di sinistra israeliani, tra cui Alon Liel, Yossi Beilin, Shimon Peres (il padre del deludente “Nuovo Medio Oriente”, che una volta - in un momento buio - è stato scelto per essere Presidente di Israele), e altri folli che costantemente “avvertono” il popolo ebraico che la loro posizione internazionale si deteriora se non viene fondato un altro Stato terrorista sulle colline di Giudea e Samaria, per assassini come Jibril Rajoub e i suoi sostenitori come Mahmoud Abbas.

E’ora di svegliarsi. La battaglia non è sulla nostra presenza in FIFA, ma è proprio sulla nostra terra, qui. Il problema non è un gruppo di “insediamenti” in Giudea e Samaria, ma il più grande “insediamento” di tutti, Tel Aviv.
Il nemico sono quegli stranieri che abbiamo importato dalla Tunisia nel 1983 per controllare le tribù ( hamoulot) di Hebron, Schem (Nablus) e Kalkilya, che cercano legittimazione per il loro governo marcio e corrotto, muovono guerra contro di noi e sono disposti a ogni bassezza pur di legittimarsi come combattenti feroci e di successo.

I nostri esponenti della sinistra sono i loro insegnanti e guide. Una vergogna! Dobbiamo diventare realisti, rovesciare il tavolo e trasferire il controllo delle città arabe di Giudea e Samaria alle famiglie/tribù locali, creando emirati comunali. Israele deve rimanere nelle aree rurali per sempre, in modo da assicurarsi che non si istalli un altro Hamastan contiguo al terrorismo sulle colline che si affacciano su Dimona e Be'er Sheva nel Sud, minacciando Afula e Beit Shean dalla catena del monte Hermon che si affaccia a Nord, passando fino alla piana costiera e Gerusalemme.

Diciamo la verità: l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina istituita il 2 Giugno 1964, tre anni prima dell’ “occupazione”, aveva lo scopo di liberare la “Palestina” che esisteva allora, intendendo Tel Aviv, Haifa, Nahariya e Be'er Sheva, e non Hebron, Schem e Ramallah, che erano in quel momento sotto occupazione giordana.
L'Organizzazione non ha mai cambiato fino ad oggi statuto nè obiettivo, nè la soluzione finale suggerita per il popolo ebraico in tutto il mondo. Questo è stato il credo del suo fondatore, colui che ha creato la grande bugia della Nazione Palestinese, quell’ Haj Amin El-Husseini, che aveva preso parte attiva nello sterminio di mezzo milione di ebrei ungheresi nel 1944 a fianco delle SS di Hitler.

Mahmoud Abbas, Jibril Rajoub e i loro compagni assassini condividono i sogni di El-Husseini e stanno cercando di raggiungere gli stessi obiettivi senza mostrarlo apertamente, per non svegliarci. Mentre dormiamo ci stanno portando verso lo sterminio, lungo i corridoi internazionali, tramite il tribunale e attraverso la FIFA. Secondo l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, tutti questi organismi internazionali sono molecole di gas che soffocheranno Israele, provocando la sua morte certa, non appena raggiungeranno la concentrazione necessaria. Tutto quello che devono fare è aprire la pipeline anestetica del “coordinamento della sicurezza”, per impedirci di sentire l’odore del gas mortale che sta per avvolgerci. Non si tratta di calcio. Qui si tratta della nostra esistenza in Israele, da Tel Aviv ad Ariel, da Haifa a Kiryat Arba, da Be'er Sheva a Maaleh Adumim.

L’Organizzazione per la Liberazione della Palestina - tutta la Palestina - non ci vuole qui, ed è giunta finalmente l’ora di dire la verità: quegli accordi che abbiamo firmato con loro nel 1993, sono stati un errore strategico e un passo fatale per lo Stato ebraico, che seguì Arafat come il pifferaio di Hamelin, composto da una massa di bambini ingenui destinati a essere lasciati in una strada senza uscita.

E’ il momento di mandare al diavolo l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina prima che diventi un altro Stato di Hamas, tenendo elezioni come nel gennaio 2006, o tramite un colpo di stato violento, com’è successo a Gaza nel 2007. C’è qualcuno in grado assicurare che questo non accadrà in Giudea e Samaria? Dal momento che nessuno al mondo ci può assicurare che questo realistico scenario non avrà luogo, dobbiamo fare questo passo importante, e ogni giorno che passa rende più difficile fare la cosa più necessaria.
Quando dobbiamo farlo? Se non ora quando?
Dobbiamo aspettare fino a quando Hamas prenderà il sopravvento e creerà uno Stato di terrore in Giudea e Samaria, come hanno fatto a Gaza?
I nostri ringraziamenti a Jibril Rajouib, il terrorista condannato che ci ha mostrato la verità, se ce ne fosse stato bisogno.

Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi.
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