Il calcio e il ramo troppo alto Cari amici, scusatemi, devo confessarvi una debolezza. Non mi piace il calcio, non mi interessa, non ne so niente. Gli ultimi calciatori di cui ricordo facilmente il nome sono quelli della mia preistorica adolescenza: Rivera, Mazzola, Altafini, Maldini (senior). I riti dei tifosi mi infastidiscono, sono uno dei pochi disgraziati che impediscono all'audience delle partite dei mondiali di arrivare al cento per cento che meriterebbero. Trovo deplorevoli certe figure di giocatori teppisti, di cui Maradona è il prototipo. Ma la cosa non interessa né i difensori laici ed ecclesiastici degli immigrati in Italia, né tantomeno alla FIFA, la cui corruzione anche per questo appalto è oggetto di indagine da parte della magistratura americana. Ma naturalmente la FIFA non ha deciso di espellere il Qatar, bensì, come sapete se non altro perché questo sito vi ha informato quasi un mese fa (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=4&sez=120&id=58113 ), di sospendere Israele su richiesta della federazione calcistica dell'Autorità Palestinese, guidata da un noto sostenitore del terrorismo (http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4662579,00.html ) come Jibril Rajoub, uno che ha dichiarato che se avesse una bomba atomica la userebbe immediatamente contro Israele, senza pensarci due volte (http://news.yahoo.com/moderate-palestinian-leader-swears-had-nuke-d-used-120410701.html ). Ci sono state varie trattative, discussioni, si è arrivati quasi al voto, quando poi la delegazione dell'ANP l'ha ritirata, visto che sarebbe stata sconfitta, in cambio di un comitato che esaminasse le loro lagnanze ( http://www.jpost.com/Israel-News/Israel-close-to-deal-with-Palestinians-to-avoid-FIFA-suspension-vote-404486 ). Ha ragione Netanyahu a dire che quella dei palestinisti alla Fifa era una “provocazione contro la pace” (http://www.jpost.com/Arab-Israeli-Conflict/Netanyahu-Moves-like-Palestinian-provocation-in-FIFA-distance-peace-404497 ). Com'è possibile pensare a trattative di pace con qualcuno che continua a cercare di distruggere la vita normale con gli attentati quotidiani, con il boicottaggio, con le minacce di denuncia alla corte penale internazionale e con ogni sorta di continui atti di ostilità, di cui fa parte anche questa provocazione? Tattiche negoziali sofisticate, qualche illuso potrebbe sostenere. Tentativi di captare la benevolenza del mondo facendo le vittime. Bizzarre tattiche, che non portano da nessuna parte, dato che sono atti di ostilità, non di rappacificazione. Quanto alla benevolenza del mondo, espressa in mille “riconoscimenti”, essa non è certo in grado di indurre gli israeliani al suicidio, come si è visto anche dai risultati delle ultime elezioni in Israele. Per capirlo, torniamo alla sceneggiata della FIFA. Come per il tentativo di ottenere la statualità con una delibera del consiglio di sicurezza dell'Onu, sei mesi fa, anche questa provocazione era chiaramente destinata al fallimento. Lo stesso è stato detto per il riconoscimento all'Onu, per il non iniziare le trattative fino a che Israele non riconoscerà quel che non può riconoscere, cioè quelle linee del '49 come frontiere, per ogni singola pretesa palestinista. La parola “compromesso” è demonizzata come la “normalizzazione”. E il pubblico, sottoposto a un lavaggio del cervello senza soste, a queste cose crede ed è indotto a trattare come un tradimento qualunque attoi di realismo. L'incitamento estremista continuo da parte dell'ANP, la rivendicazione massimalista, il rifiuto di dire alla propria base che una pace richiederà inevitabilmente un taglio molto netto delle proprie pretese (o in alternativa, la distruzione di Israele e la strage dei suoi abitanti, che continuano a predicare in molti), fa sì che, anche se volesse, la dirigenza palestinista non sarebbe in grado di fare inghiottire alla propria base i costi di qualunque trattativa. Ugo Volli |