Sul rapporto ebrei-cristiani 31/05/2015
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Gentilissima Redazione,
vorrei capire perché ‘Avvenire’ o Bernardelli si sarebbero macchiati di ‘odio antico’ contro Israele dando notizia del fatto che docenti e genitori delle scuole cristiane in Israele hanno protestato dinanzi al Ministero dell’Istruzione contro i tagli ai finanziamenti a tali scuole. Tenendo conto del fatto che la legislazione israeliana prevede, a quanto ho letto in tutti gli articoli, anche in inglese, che ho potuto leggere sull’argomento (se avete informazioni diverse, Ve ne sarò grata), un ‘bonus scuola’ per tutti gli allievi e studenti, per consentire ai genitori la libera scelta del sistema educativo per i propri figli, Vi stupisce che gli iscritti a scuole cristiane non gradiscano di ricevere meno degli iscritti alle scuole religiose ebraiche, soprattutto se il quasi dimezzamento del finanziamento mette a rischio la sopravvivenza delle loro scuole? A parte le considerazioni sul principio di uguaglianza (che non è cancellato dal fatto che Israele è lo Stato Ebraico), per una piccola minoranza, la scuola è cruciale nel mantenimento dell’identità religiosa e culturale: nella fattispecie, quella cristiana. Non vi sembra che basti a spiegare l’interesse di ‘Avvenire’ e dei suoi lettori per la vicenda (come per tutte le vicende concernenti l’educazione e la scuola, che su ‘Avvenire’ hanno sempre avuto largo spazio)?

Molto cordialmente,
Annalisa Ferramosca

 P.S.: Grazie per la pubblicazione dell’altro articolo di ‘Avvenire’ sul dialogo ebraico-cristiano. Forse per Voi è ‘mondanità’ (non mi sembra il termine più adatto per quel concerto), ma per persone come me è prezioso e sono felice di apprendere dell’iniziativa di studio congiunto della Bibbia a Gerusalemme.

Gentile lettrice, il nostro parere è sostenuto dal fatto che riteniamo che Avvenire parlasse a nuora affinchè suocera intendesse, che può tradursi con 'Israele deve finanziare le scuole cristiane' mentre si fa sempre più strada in Israele che lo Stato deve finanziare la scuola pubblica e non quella privata. Come dovrebbe essere anche in Italia, la fede religiosa è qualcosa di privato, famigliare, se vuole, non è lo Stato a doversene occupare.
Bernardelli- forse lei non lo segue con l'attenzione dovuta-scrive articoli SEMPRE pieni di astio verso Israele, cosa ben diversa dalla critica. Ne converrà che il tono è sostanza.
Sull'incontro a New York, abbiamo semplicemente riaffermato che il raoorto fra cristianesimo ed ebraismo si rafforza se il rapporto con Israele - cioè con lo Stato degli ebrei- è corretto da parte della Santa Sede. Purtroppo così non è. Continueremo a sollecitarlo, finche il Vaticano non riconoscerà -non soltanto a parole- l'odio antico verso gli ebrei che l'ha sempre contraddistinto. Gli ebrei defunti -morti ammazzati- ne studi cause e motivazioni, quindi le responsabilità proprie. Soltanto dopo ne ascolteremo il ricordo, anche musicale, con animo differente.
Se lei, da cattolica, ci dà una mano, renderà un servizio prezioso a questo cambiamento.

un saluto cordiale,
IC Redazione