Momo a Les Halles
Philippe Hayat
Traduzione di R. Boi
Neri Pozza euro 18
E’ una favola dolce amara, sullo sfondo della Seconda Guerra Mondiale, quella che Philippe Hayat racconta nel suo primo romanzo pubblicato in Italia da Neri Pozza con il titolo “Momo a Les Halles”. Imprenditore francese che nel 2007 ha dato vita a un’associazione volta a promuovere l’iniziativa economica dei giovani e che dedica alla scrittura buona parte della sua esistenza, Hayat sceglie la figura di Momo, un ragazzino ebreo di quattordici anni, indimenticabile eroe moderno, per narrare da un’angolazione molto originale gli anni dell’occupazione nazista in Francia.
Una notte del mese di agosto del 1941 Maurice e Marie Moscowitz vengono prelevati furtivamente dalla loro abitazione parigina di Rue E’rable da Monsieur Surreau, proprietario dell’impresa dove lavorava il loro papà, per essere condotti in una soffitta angusta in un palazzo nei pressi del famoso mercato alimentare delle Halles. Lì devono rimanere nascosti senza mai rivelare a chicchessia le loro origini ebraiche: questa la raccomandazione che papà Moscowiz appena arrestato fa arrivare al figlio tramite Monsieur Surreau nel tentativo di salvare almeno i bambini dalla deportazione. Nel giro di pochi giorni la riserva di cibo e denaro che avevano portato con sé si esaurisce e Momo, consapevole di essere responsabile della sorellina Marie, decide di uscire di notte per cercare qualcosa da mangiare. Inizia così per Momo un difficile ma inarrestabile processo di maturazione che lo vedrà affrontare con tenacia e determinazione mille peripezie per sopravvivere in una società pervasa dai pregiudizi e dall’antisemitismo.
Nel grande mercato di generi alimentari di Les Halles Momo offre il suo lavoro prima a La Ridelle, un pescivendolo che gli insegna i trucchi del mestiere in cambio di un po’ di pesce fresco per sé e la sorella, poi a un venditore di frutta e verdura e infine a Marius proprietario di un bistrot dove il giovane lavorerà come cameriere. Con l’intento di racimolare denaro per liberare i genitori Momo segue i suggerimenti di Jacques de Segondy, direttore di un giornale nonché affezionato cliente del bistrot, che lo avvia al mondo degli affari trasformandolo in un piccolo imprenditore.
Tali arditi progetti vengono però bruscamente interrotti dall’arresto del giovane ebreo e dal suo internamento nel campo di Drancy. Preoccupato per la sorte della sorella, Momo si abbandona alla disperazione ma ancora una volta trova la solidarietà di amici (fra i quali un ragazzino di nome Lulek che ha conosciuto il padre) che lo aiutano a reagire e ritrovare la forza d’animo per affrontare un destino ignoto. Fra i tanti personaggi che animano la trama (Dédé, un ex galeotto, Gaston, un facchino che si occupa di scaricare le merci, Padre Doucet, ex parroco dal passato equivoco per le sue frequentazioni femminili, Marius - che oltre al lavoro - offre a Momo protezione fino alla fine della guerra) gioca un ruolo di primo piano Bulle, una prostituta che sin dal loro arrivo nella soffitta si prende cura dei bambini instaurando una sorta di legame sentimentale con l’adolescente ebreo e riempendo il vuoto affettivo che la perdita della mamma ha lasciato nel cuore della piccola Marie. Personaggio poetico, generoso e di profonda umanità, Bulle in una continua ricerca di un compromesso fra cuore e mente sarà l’artefice della salvezza di Momo e Marie.
Oltre ai personaggi magistralmente ritratti l’autore delinea molto bene anche i contesti in cui si svolgono le vicende narrate, prima il mercato di Les Halles e poi il campo di Drancy in cui Momo riscopre le proprie radici religiose grazie al rabbino Mielisch e agli amici sinceri che lo sosterranno nei momenti più avversi.
Sullo sfondo della Seconda Guerra mondiale, che però non è il fulcro del romanzo, il lettore rimane affascinato dalla figura di questo ragazzino che con i suoi turbamenti adolescenziali affronta con coraggio l’ostilità del mondo dei grandi, le incongruenze della vita che lo lasciano sgomento ma sempre combattivo, che soffre per la perdita degli affetti più cari ma dal dolore trae la forza per maturare e diventare un giovane uomo consapevole delle proprie potenzialità. Le ultime pagine in particolare aprono uno squarcio di forte impatto emotivo regalandoci un messaggio di fiducia e di speranza in un mondo migliore.
Giorgia Greco