Vaticano: il diavolo e il terrorismo islamico 28/05/2015
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Gentilissima Redazione,
nessuno chiede a IC deferenza per la Chiesa Cattolica, ma un minimo di rispetto sarebbe gradito. Secondo i Vangeli, Gesù stesso è stato chiarissimo sull’esistenza del diavolo ed ha liberato molte persone tormentate da demoni. Egli ha dato alla Chiesa il potere di fare altrettanto e la Chiesa lo esercita attraverso sacerdoti appositamente preparati ed autorizzati dal Vescovo, che compiono un apposito rito e pronunciano specifiche preghiere per liberare coloro che siano vittime di possessione demoniaca (ossia di una violenza fisica del diavolo, che è cosa diversa dalle mere tentazioni, per quanto insistenti e difficili da fuggire, cui siamo tutti esposti, anche se è anch’essa finalizzata ad indurre al male chi la subisce). Nessuna pratica tribale, nessuna manifestazione di ignoranza, nessuna lesione della dignità umana, nulla di cui il sacerdote esorcista – a meno che trasgredisca le disposizioni della Chiesa – debba vergognarsi. Tra l’altro, nell’intervista Padre Amorth non dice che i jihadisti siano ‘tecnicamente’ posseduti dal diavolo, bensì che il diavolo è l’istigatore di ogni pensiero, parola od azione malvagi (fermo restando il libero arbitrio umano) e si compiace del male: il che è l’abc della dottrina cattolica.
Naturalmente, ognuno è libero di pensare che la Fede religiosa sia in se stessa cosa ‘tribale’, ma certi commenti non mi sembrano molto coerenti con la dichiarata intenzione del Vostro sito di astenersi dalle discussioni religiose. Inoltre, la diplomazia della Santa Sede nulla ha a che fare con gli esorcismi e vedere, da cristiani credenti, l’agire del diavolo dietro violenze e crimini atroci (siano quelli dello ‘Stato Islamico’ o del dittatore della Corea del Nord) non implica affatto starsene a guardare senza muovere un dito. Se l’Occidente resta inerte, non dia la colpa alla Chiesa (Papa e Vescovi da parecchio tempo denunciano continuamente la persecuzione contro i cristiani, in Siria, Iraq, Nigeria e molte altre parti del mondo; proprio ieri, su ‘Avvenire’, ho letto un appello dei Vescovi del Congo ex belga ad intervenire contro il radicamento jihadista nel Congo Orientale, con veri e propri campi di addestramento per terroristi), ma si interroghi, piuttosto, se c’è ancora, per ciascuno di noi, qualcosa per cui valga la pena di battersi, soffrire e morire. Soprattutto, coloro che, da due secoli almeno, hanno fatto di tutto per confinare ‘nelle sagrestie’ la voce della Chiesa non dovrebbero ora pretendere che sia Essa a spingere all’azione i Governi o le società occidentali. Quanto all’atteggiamento della Santa Sede nei confronti del mondo musulmano, a me sembra piuttosto evidente il tentativo di non incentivare le simpatie dei musulmani per l’integralismo ed il terrorismo. So che, nei momenti di scontro, si tende a fare di ogni erba un fascio, ma, considerato che i musulmani sono più di un miliardo, che interesse abbiamo a suffragare la propaganda jihadista che i veri musulmani siano quelli che uccidono e opprimono gli ‘infedeli’?
Molto cordialmente,

Annalisa Ferramosca

Gentile amica, lei ha ragione quando ci ricorda che IC non interviene su questioni inerenti alle religioni. Ma la nostra critica era rivolta alla sottovalutazione del Vaticano del terrorismo islamico -che miete vittime anche cristiane- scrivendo chiaramente che il richiamo al 'diavolo' impediva di valutarlo per quello che il terrorismo è. Una volta ribadita la nostra posizione, non entriamo in merito alle sue affermazioni sull'ebreo Gesù,che pubblichiamo integralmente, anche se ne saremmo tentati...

un saluto cordiale,

IC Redazione