Sono sincera, amici miei, la scenetta del Papa che quasi correndo va incontro a Abu Mazen, terrorista palestinese, e lo abbraccia ridendo quasi avesse incontrato il suo più caro amico o un fratello, mi ha riempita di disgusto.
Trovo aberrante che il capo della cristianità possa comportarsi in modo così superficiale, senza pensare a tutte le lacrime , a tutti i morti, a tutti i bambini senza genitori o genitori senza figli che quel terrorista palestinese ha creato. Come dite? Non si tratta di superficialità? Si tratta di connivenza ideologica?
Forse avete ragione, forse sarà esagerato dirlo, ma ho avuto l’impressione che in quel momento, dentro il Vaticano, si facessero le prove generali di antisemitismo tra chi comanda i terroristi e chi pare voler continuare un’antica tradizione di odio antiebraico nella Chiesa di Roma. Non è certo facile parlare di questo senza correre il rischio di urtare molte sensibilità ma tacere è impossibile di fronte a una simile vergogna e naturalmente le mie critiche vanno all’uomo Bergoglio, al Capo di Stato Bergoglio, non all’uomo di Chiesa o al Capo della Cristianità e chi si sentisse offeso dalle mie parole dovrebbe pensare alle migliaia di vittime israeliane e alle migliaia di vittime cristiane del terrorismo islamico e palestinese che Bergoglio ha voluto dimenticare abbracciando un terrorista .
Cosa ha voluto dimostrare il Papa? Cosa aveva voluto dimostrare quando, in visita a Betlemme si era fermato a pregare davanti al muro che salva gli israeliani dal terrorismo seriale dei palestinesi? Perchè aveva voluto offendere i nostri morti anche in quell’occasione? Cosa avrà voluto dimostrare quando si è messo a dir messa davanti a un enorme immagine di Gesù bambino avvolto in una kefiah? Negare l’ebraicità di Gesù, dare una falsa immagine di martirio ai palestinesi, dare un contentino agli arabi, offendere ancora una volta Israele e gli ebrei? Davanti a quell’ immagine Bergoglio avrebbe dovuto fermarsi e dimostrare di essere uomo giusto, non lo ha fatto e ha perso così una grande occasione.
L’incontro tra il Papa e il terrorista ha un seguito ancora più aberrante. Dopo l’abbraccio siamo allo scambio dei regali tra i due. Il dono del Papa è l’Angelo della pace che lui consegna sorridendo al terrorista dicendogli "che tu sia un angelo della pace”. Bene, a questo punto la nausea è conclamata. Abu Mazen non ha mai nascosto di non voler fare nessuna pace con Israele, non ha mai nascosto di considerare tutto Israele proprietà palestinese, non ha mai condannato il terrorismo che insanguina le vie di Israele e di Gerusalemme, ha dedicato e continua a dedicare ai terroristi strade, piazze, scuole, la televisione di stato, che lui controlla, manda in onda solo programmi di odio contro gli ebrei, bambini di scuola elementare che dicono orgogliosi di voler ammazzare gli ebrei e diventare shahid, martiri.
Ho letto che persino una delle suore arabe che verranno beatificate oggi, domenica 17 maggio, è stata uccisa dai terroristi palestinesi ma Abu Mazen, malefico camaleonte come il suo predecessore, sarà presente alla cerimonia come se nulla fosse. "Sia tu un angelo della pace"!!! Abu Mazen, negazionista, terrorista, assassino, è stato ed è soltanto un demone di morte.
Si, il Papa dovrebbe chiedere scusa a Israele per la grave offesa di questo incontro che ricorda tempi passati e tristissimi in cui Arafat veniva osannato e portato in trionfo dai frati di Assisi che si inchinavano umilmente a Sua Malignità. Tristezza e rabbia profonda, sono questi i sentimenti che provo, tristezza perchè ci siamo resi conto che i Capi della Chiesa di Roma non sono cambiati poi tanto e rabbia perchè i prepotenti , i cattivi, i violenti, gli ingiusti, gli abietti, vengono sempre rispettati ed è sempre dalla loro parte che i potenti si inchinano servilmente. Nel momento in cui Bergoglio consegnava al terrorista la statuetta dell’angelo, avrei voluto mettergli davanti agli occhi la foto di Ayala oggi. La bambina bruciata viva a Gerusalemme da uno degli eroi martiri celebrati da Abu Mazen.
Deborah Fait
"Gerusalemme Capitale di Israele, unica e indivisibile"