Anti-semitismo: gli ebrei capro espiatorio per 2.000 anni 17/05/2015
Autore: Manfred Gerstenfeld
 Anti-semitismo: gli ebrei capro espiatorio per 2.000 anni
Analisi di Manfred Gerstenfeld, Jamie Berk

(Traduzione di Angelo Pezzana)

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Gli ebrei come capro espiatorio sono stati un fenomeno molto diffuso per più di duemila anni. L’esempio più significativo e dannoso è probabilmente la pretesa cristiana che voleva tutti gli ebrei responsabili attraverso i secoli per la morte di Gesù, ritenuto il figlio di Dio. Questo antico capro espiatorio fu alimentato parzialmente dall’apostolo Matteo, che introdusse il concetto della colpa degli ebrei per la sua morte: “ il Suo sangue ricadrà su noi e sui nostri figli”, disse

. Questa tremenda accusa significava per i cristiani che gli ebrei erano il male assoluto in persona, capaci e responsabili di commettere un deicidio, una accusa che è diventata il punto centrale dell’anti-semitismo per millenni. Divenne poi la base per una serie di altri aspetti di capro espiatorio, come la versione contemporanea rappresentata da Israele e una serie illimitata di altre false accuse.

Attraverso i secoli ha prodotto pogroms devastanti, espulsioni e molte altre forme di discriminazioni degli ebrei. Molte basi di questo fenomeno sonon state poste parecchi decenni fa dal filosofo francese Réné Girad, che ha scritto “ La vittima o le vittime di violenza ingiusta o discriminazione, definite capro espiatorio, soprattutto quando vengono punite non per ‘peccati’ di altri, come scrivono molti dizionari, ma per tensioni, conflitti e difficoltà di ogni genere.. i persecutori eludono così i problemi che non saprebbero affrontare diversamente”.
Questa definizione di Girard spiega bene molti aspetti dell’uso come capro espiatorio di ebrei e Israele.

Nelle definizioni contemporanee ricorrono spesso antichi motivi di odio. Eccone alcuni esempi. C’è quello classico degli ebrei che avvelenano i gentili. Nel Medio Evo, quando in Europa si moriva di peste, nota come la Morte Nera, gli ebrei venivano accusati di aver causato le epidemie avvelenando i pozzi.
Allo stesso modo, recentemente, gli israeliani sono stati falsamente accusati dai media egiziani di avere esportato frutta e verdura avvelenata in Egitto.
Nel 2007 si diffuse il panico in Arabia Saudita quando venne messa in giro la voce che Israele esportava di contrabbando meloni con il virus dell’Aids attraverso un non meglio indicato ‘piano segreto’. Il governo saudita dovette chiarire che il virus non poteva essere trasmesso attraverso la frutta.
Quando nel 2006 tutti temevano l’influenza aviaria, il quotidiano ufficiale siriano al Thawra scrisse che Israele stava sviluppando intenzionalmente un virus per avvelenare i paesi vicini.

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Una breve selezione di esempi che si prestano a illustrare come funziona il capro espiatorio. Un altro esempio è l’ “accusa del sangue”, nata a Norwich, Inghilterra, in piena Europa cristiana. Nel 1144, la locale comunità ebraica era stata falsamente accusata di avere ucciso un ragazzino cristiano di 12 anni, di nome William, durante una cerimonia rituale. Questa accuse del sangue si sono diffuse per secoli negli ambienti cristiani, per penetrare poi nel mondo musulmano.

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Una variante contemporanea della accusa del sangue è quella rivolta a Israele di fare commercio di organi umani. Nel 2009, il più diffuso quotidiano svedese, il socialdemocratico Aftonbladet, pubblicò un articolo di Donald Bostrom dal titolo “Våra söner plundras på sina organ” (ai nostri figli vengono espiantati gli organi). Bostrom scrisse che circolava la voce che l’esercito IDF stava uccidendo i palestinesi, per venderne gli organi, in collusione con l’ambiente medico israeliano.

Nuovi elementi di capro espiatoriao sono venuti alla luce. Uno riguarda l’attentato dell’ 11/9 contro gli Usa da parte dei sauditi musulmani. Molti islamici nel mondo non ne attribuiscono la responsabilità ai loro correligionari che l’hanno compiuto, quanto a Israele. Un sondaggio del 2009 nell’Università del Maryland, otto anni dopo la strage, ha rivelato che il 31% dei giordani, il 19% dei palestinesi, il 17% degli egiziani e il 6% degli Azerbaijani, credono che il responsabile sia Israele.
Un altro sondaggio del 2015, effettuato dal giornale dell’Anp Al Hayat al Jadida, subito dopo la strage terrorista di Charlie Hebdo e dell’Hyper Kasher a Parigi, ha rivelato che l’84.4% dei palestinesi intervistati credeva che “ gli attacchi erano sospetti e che dietro doveva esserci Israele”.
Solo l’8.7% lo imputò alla crescita del fondamentalismo islamico in Europa.

Dalla Grande Depressione in poi gli ebrei sono stati sempre additati di essere il capro espiatorio delle crisi economiche globali. Anche per quella del 2008 in Europa ne è stata attribuita la colpa agli ebrei e a Israele. Una ricerca del 2009 dell’Anti Defamation League, svolta in sette paesi europei, ha rivelato che il 31% degli interrogati ritengono responsabile il mondo finanziario di questo evento disastroso. Una indagine della americana Boston Review, ha registrato lo stesso risultato, per la precisione il 38.4%.

Israele è anche ritenuta il capro espiatorio per le rivolte in Medio Oriente.
Alcuni politici occidentali sostengono in mala fede che se Israele non costruisse più nei territori contesi, la violenza in M.O cesserebbe. Non solo, affermano anche, in modo assurdo, che la pace fra palestinesi e israeliani porrebbe fine alle uccisioni dei musulmani anche nel resto del M.O. Un'altra variante di capro espiatorio è accusare Israele di perseguitare i palestinesi cristiani quando invece la responsabilità è dei musulmani.

E’ arrivato il tempo che lo Stato di Israele inizi ad accusare i responsabili dell’uso di questi capri espiatori, tanto falsi quanto frequenti. Quando è possibile, Israele deve smascherare chi commette questi crimini, spesso sono musulmani, ma non solo. .


Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta.

Il nuovo libro di Manfred Gerstenfeld "The war of a million cuts", esce questo mese (in inglese). E' una analisi di come ebrei e Israele sono delegittimati e come farvi fronte.


Jamie Berk è un ricercatore in scienze politiche all'Università ebraica di Gerusalemme.