Global Forum per combattere l’antisemitismo a Gerusalemme: il rappresentante della UE confesserà la verità? 05/05/2015
Analisi di Manfred Gerstenfeld
Autore: Manfred Gerstenfeld
 Global Forum per combattere l’antisemitismo a Gerusalemme: il rappresentante della UE confesserà la verità?
Analisi di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana)

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Frans Timmerman

Il 12 maggio sin apre a Gerusalemme il 5° Global Forum per combattere l’antisemitismo. Il governo israeliano che ha organizzato l’evento ha invitato l’olandese Frans Timmerman, Primo Vice Presidente della Commissione Europea, ad aprire i lavori. Considerate le posizioni ostili a Israele di Timmermans – del Partito Laburista olandese - e della UE, gli consiglio di includere questo testo nella relazione che leggerà, in modo da chiarire il suo pensiero.

“Sono molto lieto di essere stato invitato a questo Global Forum. E’ per me una occasione unica per confessare e rendere pubblica finalmente la verità sulle discriminazioni contro Israele e l’antisemitismo europeo. Ricorderò anche il sostegno indiretto che il mio partito - il laburista olandese - dà agli islamo-nazisti di Hamas, e mi scuserò anche per i miei pregiudizi su Israele.

L’Europa ha un orribile, criminale passato per quanto riguarda gli ebrei, un odio antico durato molto secoli - come ho ricordato in una recente intervista alla TV olandese - un antisemitismo che ha fatto parte della storia e della cultura europea. Dopo la seconda Guerra Mondiale, sono stati molti gli ingenui che hanno creduto che l’Europa avesse capito la lezione venuta dalla Shoah. Ebbene, sono stati degli sciocchi.

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Il 5° Global Forum contro l'antisemitismo

Molti studi hanno rivelato che più del 40% degli europei credono che Israele stia conducendo una guerra di sterminio contro i palestinesi. Se così tanti europei ha una opinione così piena di odio verso Israele, allora l’origine va cercata nelle molte posizioni assunte dalla UE. Mentre vi parlo oggi, rappresento qui l’Unione Europea e quindi parlo anche in nome dei molti ripugnanti antisemiti europei. In altre parole, rappresento almeno 150 milioni di europei, di età superiore ai 16 anni, che hanno espresso giudizi antisemiti, in questo caso contro Israele. Un fatto così scandaloso da non essere credibile. Mi chiedo quanto la UE, i politici che rappresentano i paesi membri, molti media, i sindacati, le Ong, le Chiese e altre organizzazioni abbiano contribuito alla diffusione di questi stereotipi criminali.

Mi sono sempre vantato di essere più intelligente della maggior parte dei politici. Sono un diplomatico convincente e parlo molte lingue. Per salvaguardare questa immagine, spesso ho manipolato la verità in modo tale da rendere poco trasparenti la mie affermazioni.

Per questo ho confessato, durante una recente intervista, ciò che molti politici europei, non particolarmente intelligenti, continuano a negare. Ho detto che dietro all’antisionismo, spesso c’è l’antisemitismo. Ho ricordato il razzismo della Grecia, come provenga dall’estrema destra. La gente non si è accorta che io, appositamente, mi sono rifiutato di specificare quale parte della popolazione fosse responsabile, dell’alto numero dei peggiori episodi di antisemitismo in Europa. Lo sappiamo tutti di chi è la colpa, ma ci rifiutiamo di dirlo apertamente: di una parte delle comunità musulmane. I paesi della UE hanno permesso l’ingresso di un vasto numero di immigranti senza alcun controllo, anche se sapevamo che provenivano dai paesi più antisemiti del mondo.

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Gerusalemme

Quando divenni Commissario UE, fui informato di una lettera del Rabbino Abraham Cooper, decano associato del Simon Wiesenthal Center. Aveva scritto al Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz in merito all’antisemitismo europeo. La risposta non entrava in merito a qualche azione concreta, conteneva soltanto vuota retorica. Nina Rosenwald, presidente del Gatestone Institute, scrisse sulla stessa vicenda al precedente Presidente della Commissione Europea, José Barroso, ma anche la risposta che ricevette dalla segreteria evitava di entrare in argomento.

I ministri degli esteri di 18 paesi della UE hanno deciso di etichettare i prodotti di provenienza West Bank, per distinguerli da quelli che arrivano dai confini di Israele pre-1967. Fra loro vi è Bert Koenders, mio successore quale ministro degli esteri olandese, anch’esso membro del Partito Laburista. La UE ha anche deciso di proibire gli investimenti nei territori occupati. Non abbiamo mai discusso seriamente con Israele perché quei territori dovessero essere considerati occupati piuttosto che contesi. Una cosa è certa, in ogni caso: la UE investe nella zona turca di Cipro, che invece è certamente un territorio occupato.

Questo mi richiama alla mente il doppio standard, una manipolazione che è stata al centro dell’antisemitismo per secoli. Nel dicembre 2013, ho parlato all’Università di Tel Aviv sulle relazioni Israele-Europa. E’ un discorso delicato, se lo si vuole affrontare in termini veritieri. Così ho preferito parlare accanto alla tomba di un soldato ebreo, sepolto in un cimitero militare olandese, che la mia famiglia aveva scelto di adottare. Ho anche parlato a lungo degli ebrei che durante la guerra erano stati nascosti in una casa che la mia famiglia aveva acquistato. Non aveva nulla a che vedere con le relazioni Israele-Europa, ma se non ti esprimi con simpatia verso gli ebrei morti, non puoi dopo esprimere critiche.

Sarebbe stato stupido negare che l’Europa applica un doppio standard nei confronti di Israele. Secondo la definizione europea di antisemitismo, il doppio standard è da considerarsi tale. Per cui dobbiamo ora rimuovere questa definizione europea dai nostri siti web. Non possiamo permetterci di essere antisemiti in base a una stessa nostra definizione.

Ho ammesso in quell’intervento alla Università di Tel Aviv che l’Europa deve applicare il doppio standard contro Israele. Ho cercato di spiegare come vediamo gli israeliani uguali agli europei, per cui ci aspettiamo di più da loro che non dai palestinesi o dagli altri arabi. Non li classifichiamo secondo gli standard europei. Poteva non essere la cosa più intelligente da fare, anche perché dopo mi è stato detto che avevo parlato come un vecchio colonialista razzista, che rivendicava la superiorità europea sugli altri popoli. La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dice, in ogni caso, che tutti in popoli sono dotati di ragione e coscienza. Il che significa che sono ugualmente responsabili delle loro azioni. L’Unione Europea non ritiene che ciò debba essere applicato ai palestinesi, per questo ne sottovalutiamo gli atti criminali e le intenzioni genocide. Devo riconoscere che il mio intervento a Tel Aviv sul doppio standard aveva un contenuto razzista.

Quanto ho descritto deve essere visto come l’origine della politica del mio partito, il partito laburista olandese. Il nostro programma cita il conflitto israelo-palestinese, ma omette di citare Hamas e il fatto che i palestinesi hanno preferito, come si evince dalle uniche elezioni parlamentari democratiche tenute, la vittoria della componente islamo-nazista. Hamas vuole sterminare tutti gli ebrei, come scritto in modo esplicito nel suo statuto, secondo il volere di Allah. Se rimani in silenzio sull’attuale tipo di nazismo e attacchi gli israeliani, sei un indiretto sostenitore di questi nazisti. E questo è quanto il mio partito esattamente fa. Sappiamo tutti che una delle ragioni per cui ci comportiamo così è perché siamo interessati al voto musulmano. Il nostro leader di partito, Diederik Samson, è un dei più fanatici contro Israele.

Per quanto mi riguarda, prima che diventassi Ministro degli Esteri olandese, ho criticato Israele quando decise di uscire dalla Commissione Diritti Umani delle Nazioni Unite (UNHRC). Sapevo bene quanto fosse uno strumento fortemente antisemita, con molte barbare dittature fra i suoi membri. Invece di criticare e attaccare l’UNHRC, chiesi invece al mio predecessore, il Ministro Uri Rosenthal, di criticare Israele.

Avendo cercato oggi di raccontare la verità su molti temi importanti, spero che possiamo ora lavorare insieme per cercare di riparare quanto è stato distrutto dagli europei, incluso il mio partito, e per così lungo tempo”.

Per aiutare Mr.Timmerman a preparare il suo intervento, ho inserito alcune mie note. Con questo testo a disposizione, i partecipanti al prossimo Global Forum saranno in grado di stabilire se Mr. Timmerman ha scelto di darsi una ripulita oppure no.


Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta.


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