A destra: "E' la fine della libertà di parola"
Cari amici,
una delle costanti dell'animo umano è la viltà. O, se volete, l'accorrere volonteroso a soccorso dei (presunti) vincitori, magari usando lo sberleffo nei confronti dei (presunti) sconfitti. Questa è in particolare una specialità degli intellettuali. Quando sembrava che il comunismo russo fosse il futuro, quasi nessuno si sottrasse all'elogio dei destini magnifici e progressivi della dittatura e in particolare della grandezza dei grandi leader Lenin e Stalin. Per gente che insegnava all'università o lavorava in case editrici o faceva il giornalista (non esattamente il minatore di carbone), “borghese” era diventato l'insulto peggiore. Poi gli stessi o altri colleghi esaltarono Hitler e Mussolini, in seguito si innamorarono di Cuba, del Vietnam e della Cina, di Khomeini e della rivoluzione islamica. Fate a caso un nome di scrittore, di pittore, di filosofo, di maitre-à-penser, di organizzazione “umanitaria” fra il 1917 e il 1980 - lo troverete sicuramente fra i tifosi di queste dittature, i corifei di questo o quel genocidio, gli amici dei boia e dei torturatori. Le eccezioni sono davvero rarissime.
Sembrava che tutto questo fosse destinato a finire con la caduta del muro di Berlino, ma non è affatto così. I Maramaldi che praticano lo sport di uccidere i morti (ma solo con la penna, neppure con le armi, forse per non sporcarsi il vestitino accuratamente casual o per pura e semplice vigliaccheria) si sono dedicati alla causa palestinista e in generale filoaraba. Il terrorismo piace, è molto chic, sa di eroismo, mentre le vittime sono gente così normale, borghesi. Vi scrivo questo perché voglio richiamare la vostra attenzione su una notizia importante, che in Italia è stata sottolineata solo dal bravo e coraggioso P.G. Battista tre giorni fa e ripresa da Informazione Corretta (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=2&sez=120&id=58071). Il fatto è semplicissimo: 145 scrittori hanno sottoscritto un appello per protestare contro la scelta del Pen Club di dedicare un premio a Charlie Hebdo. Il Pen Club è un'associazione di scrittori dedicata alla difesa della libertà di stampa. Che cosa c'è di più normale di un premio a un gruppo di giornalisti e disegnatori brutalmente ammazzati per aver esercitato la loro libera opinione? Ma no, per i 145 scrittori americani, alcuni anche famosi, si tratta di un atto di “islamofobia”. Più uccidere un uomo morto (anzi una dozzina) di così... Ma che volete, i musulmani eroicamente sparavano, i francesi (e gli ebrei) banalmente scrivevano o disegnavano, è chiaro da che parte batte il cuore... E, a proposito di islamofobia, che è etimologicamente “paura dell'Islam”, chi dimostra di essere più islamofobico, cioè di avere più paura, di voler insomma nutrire il coccodrillo con la carne degli altri, sperando che sia sazio quando arriverà il tuo turno (secondo una metafora che credo sia di Churchill)? I disegnatori di Charlie Hebdo o i 145? Un tempo si diceva “la paura fa 90” (non so perché, alcuni pensano al lotto: http://dizionari.corriere.it/dizionario-modi-di-dire/P/paura.shtml). Oggi dovremmo dire: la paura fa 145.
Ma non è finita qui. Nel loro piccolo, quelli che hanno minimizzato il piccolo terrorismo nostrano dei black bloc a Milano (a partire da Fazio) e gli amici dei No Tav (iniziando da Erri De Luca) fanno parte della stessa scuola politica dell' ”impegno” - naturalmente a favore dei violenti di tutti i colori. E, a proposito del coraggio di accorrere a sostegno dei più forti (di quelli che si ritengono essere i più forti, ma sono solo i più violenti e che la storia seppellirà, come ha fatto con Lenin e Mussolini Stalin e Hitler, Mao e Khomeini) vi invito a considerare come in Gran Bretagna il congresso di Amnesty International, la buona organizzazione, quella che combatte per la libertà, impegnata a fondo contro il terribile male dell'islamofobia, abbia appena respinto una mozione che la impegnava a occuparsi della crescita vertiginosa dell'antisemitismo (http://tabletmag.com/scroll/190412/amnesty-intl-rejects-motion-to-combat-record-high-anti-semitism). Hanno ragione, naturalmente, non si comportano in maniera diversa dei 145 e di molte organizzazioni che vi cercano per strada o sul web chiedendo soldi per le loro buone azioni - a senso unico. Che volete, anche Don Abbondio era una brava persona, ma sapeva per eseprienza che il coraggio, se uno non ce l'ha, non se lo può proprio dare.
Ugo Volli