A Giorgio Berruto
In relazione alla tua opinione del 27.4.15, dove affermi che Israele, ebraismo e democrazia sono intimamente connessi, ciò non può non trovarmi d'accordo. Ho ricevuto forte durante la mia breve visita laggiù la sensazione di un paese vivo, dinamico, ricco perché multiforme, nonostante sia più piccolo del Piemonte. Una nazione dotata di senso di appartenenza, di spirito libero e di grande identità. In Israele ho trovato esattamente ciò che speravo di incontrare: persone inclini al dialogo e al dibattito, opinioni diverse che hanno uguale diritto di esistenza e rispetto, anche in seno allo stesso giornale. Molte forme di manifestazione culturale, tanto humour, cura del bello perché funzionale. Sono infatti profondamente convinto che questo amore per democrazia, progresso e libertà sia proprio e naturale dell'animo ebraico. Del resto il contributo del pensiero ebraico allo sviluppo della civiltà occidentale è stato impressionante. Non fu ad esempio Baruch Spinoza che affermò che "Il fine dello Stato è la libertà del cittadino" ? Spesso ho invece impressione che viviamo in una Unione Europea dove è piuttosto il cittadino che si inchina alla " libertà" di chi dirige questa Unione. E dove al cittadino è concesso di leggere la propria opinione nella stampa del mattino, e ascoltarla al telegiornale della sera. Avrai saputo certamente da osservatori imparziali che in alcuni paesi europei, tra cui l'Italia, la libertà d'informazione è molto discutibile. E come il nuovo peccato originale si incarni nella islamofobia, mancanza grave almeno quanto quello dell'antisemitismo. Curioso a questo punto è notare come con l'aumento esponenziale di immigrati islamici nel continente, accolti dai vari governi islamofili, l'antisemitismo sia in aumento un po' dovunque. E che diversi membri di comunità ebraiche meditino o abbiano già compiuto l'aliyah, che è cosa comprensibile per chi si senta continuamente minacciato. Mi rincrescerebbe alquanto vedere le piccole comunità della diaspora europea assottigliarsi ancora. Senza la presenza ebraica in Europa, e senza il suo costante richiamo etico attraverso la storia, come Shimon Peres ci ha recentemente ricordato, la civiltà occidentale perderebbe la sua anima, la sua ragione di esistere, la sua stessa possibilità di sopravvivenza. Ma forse ai visionari che pilotano la UE di questa civiltà non importa granché, avendo davanti agli occhi modelli di convivenza di tutt'altro tipo... che di democratico manterranno forse solo il nome.
Ti saluto, e buon lavoro!
Eric Kamp
Grazie per questa bella lettera. Credo che Israele, oggi, si faccia latrice di un nuovo modello di abitare, che non coincide né con quello europeo, né tantomeno con quello dei Paesi mediorientali circostanti. Questo modello è, a mio avviso, intriso della tradizione ebraica. Quello che ho cercato di dire in poche parole nel commento pubblicato ieri (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=58020) è che questo non è in contraddizione con la democraticità di Israele, ma anzi è uno degli elementi che la motiva e la giustifica.
Giorgio Berruto