Diario di viaggio: Prima di tutto amore 27/04/2015
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Autore: Ugo Volli
 Diario di viaggio: Prima di tutto amore
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

A destra: veduta aerea di Tel Aviv

Cari amici,

com'era stato annunciato a suo tempo, Informazione Corretta anche quest'anno ha organizzato il suo viaggio di studio in Israele e io vi partecipo. Userò quindi le prossime cartoline per raccontarvi delle note di viaggio, senza la pretesa di scoprire nulla di nuovo, naturalmente, ma con l'idea di farvi condividere l'esperienza e magari di farvi venire voglia di farla anche voi, o di ricordare le vostre visite, che magari sono più numerose e ricche delle mie.

La prima consideraziine è questa, che il viaggio in Israele, fosse pure per lavoro o per studio, è un'esperienza, non un semplice spostamento. È difficile restare indifferenti a una terra così ricca di storia, e, lasciatemi usare questo termine poco razionale, di energia. È difficile non prendere posizione in un luogo così conteso da sempre, almeno da quando, quattromila anni fa, Abramo sconfisse i re cananei in guerra. È difficile non apprezzare il lavoro straordinario che ha trasformato completamente una terra che tutti i viaggiatori fino alla fine dell'Ottocento descrivevano come spopolata, selvaggia, pericolosa e che oggi fiorisce di campi, di villaggi, di città. È difficile restare indifferenti di fronte alle mille bandiere di Israele sulle macchine sulle finestre delle case sui pennoni, non apprezzare la bellezza di una gioventù libera e fiera che porta con straordinaria allegria le sue mille sfumature di colore della pelle, le mille forme diverse dei volti, !e mille corporature diverse, i mille abbigliamenti, dal più religioso e "modesto" al più audace e provocante: frutti di un incontro di popolazioni ricco come è stata vasta la dispersione del popolo ebraico. È impossibile non notare la quantità di neonati, di bambini, di ragazzi, segno di una popolazione estremamente dinamica e così ottimista da avere una voglia di riproduziine che noi in Europa abbiamo perduto da decenni.

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Tel Aviv

Israele, profetizzava Herzl in un romanzo futurista che fu la sua ultima opera, sarebbe stata una "altneues Land" un paese vecchionuovo, un luogo in cui la reverenza per la Terra promessa non avrebbe contraddetto la modernizzaziine, il coraggio del cambiamento. E basta girare per Tel Aviv, ai piedi della selva di grattacieli dalle forme di giocattolo e dalle dimensioni sovraumane, guardando sullo sfondo la vecchia Giaffa che era già un porto importante con destinazioni per tutto il Mediterraneo quando il profeta Giona vi si imbarcò con la speranza di sfuggire al compito etico ma sgradevole di cercare di salvare i nemici assiri che gli era stato assegnato, per capire come qui il vecchio si mescoli continuamente, dinamicamente, organicamente al nuovo. Salvo poi imbattersi, camminando per cinque minuti, in una antica moschea restaurata e nelle bianche case del Bauhaus, incontrare il profumo di un gelsomino a due passi dai locali della movida, perder tempo in una stazione ferroviaria ottomana trasformata in un posto di negozietti e ristoranti a sentire un ragazzo che suona ispirato la sua chitarra, e poi magari guardare gente che corre sulla spiaggia a mezzanotte o sostare nel traffico impazzito alle sette di mattina, incrociare ciclisti spericolati che fanno lo slalom fra jeep e suv molto manageriali.


Edificio in stile Bauhaus a Tel Aviv

Lo so, sono impressioni superficiali. Ma parlano di una realtà vivacisima, dove la cultura non contraddice il lavoro, la spiritualità è vicina non solo fisicamente alla vita quotidiana, il divertimento non nega la serietà della difesa da nemici sanguinari, subdoli e ostinati, l'agricoltura si sposa allo hi-tech. Sfiorare questa complessità, provare a decifrare il puzzle del vecchionuovo, lasciarsi prendere dall'entusiasmo per il fluire tumultuoso della vita, vedere i monumenti venerabili, i segni numerosi e differenti delle esperienze religiose che si sovrappongono, si incrociano e si negano, riconoscere una natura amata che fiorisce rigogliosa o si nasconde nell'austerità del deserto: tutto questo è l'esperienza di un viaggio in Israele. Studio, comprensione dei conflitti, decifrazione della cultura, ma prima di tutto amore.

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Ugo Volli


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