Caro Ugo Volli,
Innanzi tutto i miei complimenti per l'articolo che inutile dire condivido totalmente. Desideravo solo aggiungere che se l'Italia ha visto soldati della Brigata combattere negli ultimi mesi di guerra, senza nulla togliere alla Brigata stessa, l'Italia, così come il resto d'Europa e il Nord Africa hanno visto tra i loro liberatori soldati provenienti dalla futura Israele, che, sotto comando Inglese, erano inquadrati come battaglioni Palestinesi sin dall'inizio della guerra. Chiaro che di Palestinese, come lo intendiamo oggi, non avevano nulla salvo che la provenienza dalla Palestina mandataria. Mio padre ha iniziato a combattere come soldato palestinese ad El Alamen, ha fatto tutta la campagna d'Africa, lo sbarco di Salerno,la battaglia di Montecassino e su sino a Milano. Allego foto di mio padre vicino al suo mezzo con ben visibile il Maghen David, la foto è stata scattata a Borgo Panigale (Bologna), sulla spalla al di sopra del simbolo della V Armata portava la scritta "Palestine". Mio padre è tra quelli che hanno speso ben quattro anni della loro vita per combattere contro i nazisti, per poi a fine guerra venire a sapere che tutta la sua famiglia in Polonia ed in altre nazioni Europee era stata totalmente sterminata. Tornato in Palestina ha dovuto ancora combattere nella guerra di Indipendenza del 48, anche se non più in prima fila essendo ormai sposato e con un figlio a carico.
Eugenio Schek
Grazie per la testimonianza chiarissima. Gli ebrei che non furono imprigionati nella macchina di morte di Hitler si batterono com'era possibile per la liberazione dell'Europa dal nazifascismo e per la realizzazione dello Stato di Israele, che erano ai loro occhi e dovrebbero essere ancora due obiettivi del tutto coerenti.
Ugo Volli