A destra: Hamas e Fatah, due gruppi palestinesi terroristi. Ma i secondi sono considerati "moderati"
Cari amici,
Quando penso alle iniziative giudiziarie dell'Autorità Palestinese e dintorni, a me viene irresistibilmente in mente un vecchio proverbio registrato già nel dizionario italiano del Tommaseo che parla dei “pifferi di montagna” i quali andarono per suonare e furono suonati, cioè volevano darle e le presero (http://www.dizionario.org/d/?pageurl=fare-come-i-pifferi-di-montagna). Vi ho già parlato della sentenza del giudice di New York che ha condannato proprio l'Autorità Palestinese e l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina per il loro sostegno al terrorismo (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=280&id=57313; http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=280&id=57329). E' una vergogna assoluta che di questa cosa non si parli mai, che la stampa la ignori, che perfino le fonti che cercano di dare un resoconto oggettivo della situazione in Israele non vi tornino mai sopra. Perché in essa è certificato il dato fondamentale su quel che succede da settant'anni da quelle parti: cioè che vi è un continuo assalto terroristico organizzato dai palestinisti, sia l'AP che Hamas e le altre organizzazioni minori, le quali in quanto criminali e terroriste certamente non sono interlocutori di pace, rispettabili attori internazionali, nuclei di un possibile stato.
Abu Mazen
Nello stesso senso vi è stata una seconda sentenza, da parte di un altro tribunale americano, che ha condannato la più importante banca giordana, la Arab Bank, a risarcire le vittime del terrorismo di Hamas cui la banca aveva prestato dei soldi (http://www.economist.com/news/finance-and-economics/21620286-venerable-jordanian-bank-found-complicit-terrorist-attacks-consorting). E' un caso altrettanto fondamentale, perché stabilisce la responsabilità di tutti coloro, probabilmente inclusa l'Unione Europea, che favoriscono sul piano finanziario i palestinisti, permettendo loro di esercitare le loro criminali attività terroriste. E' una vicenda molto grande, che coinvolge già in giudizio una importante banca cinese (http://www.economist.com/news/finance-and-economics/21620286-venerable-jordanian-bank-found-complicit-terrorist-attacks-consorting). La notizia degli ultimi giorni è che l'appello della banca giordana è stato respinto e la sua responsabilità ribadita anche dalla corte d'appello (http://www.algemeiner.com/2015/04/08/brooklyn-judge-rejects-arab-bank-appeal-of-terrorism-funding-ruling/, http://www.swtriallaw.com/press-releases/sayles-werbner-wins-key-appeals-ruling-in-arab-bank-terror-victims-case/). Naturalmente questo è un giudizio che dovrebbe pesare anche sui vari tentativi che da più parti vengono fatti di togliere Hamas dall'elenco europeo delle organizzazioni terroriste, ma anche di riconoscere l'Autorità Palestinese come stato. Un tale stato nascerebbe con l'etichetta di terrorista, perché giustamente i tribunali americani non hanno trovato differenze rilevanti su questo piano fra Hamas, Fatah, AP. E quando si parla di queste organizzazioni bisognerebbe sempre definirle pregiudicate per terrorismo.
C'è anche una terza sentenza in questo senso, pronunciata un paio di mesi fa dalla corte d'appello di Versailles in Francia. In questo caso i pregiudicati delle organizzazioni palestiniste non erano stati chiamati a rispondere dei loro crimini dai parenti delle vittime, come nei processi americani, ma da veri pifferi di montagna avevano avuto la faccia tosta di sporgere loro querela, contro due società francesi, Veolia e Alstom, che hanno avuto l'ardire di contribuire alla fabbricazione del tram di Gerusalemme, quello che i vandali palestinisti attaccano quotidianamente a sassate o cercando di investire i passeggeri alle fermate con le automobili. Veolia e Alstom sarebbero colpevoli secondo i pregiudicati dell'Autorità Palestinese, di contribuire col loro lavoro all' ”occupazione” di territori che le apparterrebbero. Bene, con una sentenza molto articolata che trovate qui (http://www.dreuz.info/2014/12/la-cour-dappel-de-versailles-olp/ - nel corpo dell'articolo c'è un riassunto, il testo integrale della sentenza è in basso), la corte francese ha stabilito che secondo il diritto internazionale quella di Giudea e Samaria è un'occupazione, ma un'occupazione legittima, che non viola nessuna norma internazionale, contrariamente a quanto sostengono i pregiudicati dell'Olp, dato che “la propaganda non costituisce diritto internazionale”; che infine l'Olp e l'AP non costituiscono soggetti internazionali perché non ne hanno i requisiti.
E' un giudizio fondamentale, che dovrebbe fare da precedente anche per il giudizio alla Corte Penale Internazionale (ICC), se mai i palestinisti decidessero davvero di tentare quella strada (l'avevano annunciato per il 1 aprile, ma poi non l'hanno fatto, forse era un pesce d'aprile...). Dico dovrebbe, perché a differenza dei tribunali americani e francesi, che sono stati i primi dopo quelli israeliani a giudicare su questa materia, e sono normali corti gestite da giudici professionisti, l'ICC è un corpo politico, una specie di organismo dell'Onu, che è retto sì da un gruppo di giudici, ma designati dai vari paesi secondo logiche politiche ben diverse dal diritto. Vedremo se i pregiudicati palestinisti proveranno a fare i pifferi di montagna anche lì e che tipo di accoglienza avranno. Per ora cerchiamo di far sapere a tutti che tutti i tribunali indipendenti e professionali che li hanno giudicati hanno dato torto a quelle pretese palestiniste che stampa e politici accettano come dogni rivelati.
Ugo Volli