Seguo con difficoltà la politica interna israeliana perchè onestamente il gran numero di partiti mi confonde, ma ho letto con piacere il commento di Ugo Volli del 22 marzo. La reazione di Livni e Herzog mi ha ricordato il fulminante sarcasmo di Berthold Brecht: «Il Comitato centrale ha deciso: poichè il popolo non è d'accordo, bisogna nominare un nuovo popolo». Bizzarra anche la loro accusa di razzismo: in una campagna elettorale dove si presenta una "lista araba unita" un appello contro "gli arabi" è semplicemente un attacco a degli avversari politici che manifestamente dichiarano di opporsi alla politica del premier uscente, quanto di più normale in una democrazia. In israele come in Europa la sinistra si trova sempre più a disagio con la democrazia.
Massimo Maraziti
Il sistema elettorale in Israele rispetta il proporzionale puro, una scelta voluta immediatamente dopo la proclamazione dello Stato nel 1948. Infatti rispettava le esigenze di una popolazione molto variegata come provenienza e tradizioni, era quindi giusto che tutti si sentissero rappresentati. E' bene ricordarlo quando troppo in fretta si critica il sistema proporzionale puro in vigore in Israele.
Opportuna la citazione di B.Brecht, ma lo stesso criterio non viene applicato soltanto nella sinistra israeliana, che ha ammesso la propria sconfitta, anche in Europa funziona così.
IC redazione