Morire per Danzica? O per Gerusalemme? 08/03/2015
Autore: Ugo Volli

Morire per Danzica? O per Gerusalemme?
Catoline da Eurabia, di Ugo Volli

a destra:
leggere con attenzione, Corriere della Sera 1939.. l'imputato non era Hitler..

Cari amici,

scusatemi se torno ancora sull'argomento del discorso di Netanyahu, non il discorso in se stesso, ma il suo tema e cioè il nucleare iraniano e l'accordo che Obama vuol fare in sostanza per legittimarlo, è la vera questione del momento. Noi siamo molto impressionati tutti dalla stupida crudeltà dello stato islamico, dal suo odio per la cultura (http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ora-lisis-minaccia-legitto-distruggeremo-piramidi-1102101.html , http://www.lastampa.it/2015/03/05/esteri/isis-iraq-raso-al-suolo-sito-archeologico-di-nimrud-qympgLeVtTQ7xWuE5F5CkK/pagina.html ).

Ma il vero pericolo strategico è l'Iran, uno stato funzionante, un esercito disciplinato, una politica imperialistica che va da Siria e Iraq al Libano e allo Yemen, un sistema di armamento missilistico già capace di raggiungere obiettivi “ben al di là dell'Europa”, un'ideologia altrettanto folle e apocalittica.

Che cosa accadrà quando l'Iran avrà l'arma atomica, se gliela faremo avere? La risposta di Kerry e dei suoi imitatori europei come Gentiloni è: chiedere all'Iran di capitolare non è un piano (http://www.jewishpress.com/news/breaking-news/us-secy-of-state-kerry-says-demanding-iran-capitulate-is-not-a-plan/2015/03/05/) .
Il problema è tutto qui. Anche Chamberlain credeva che chiedere a Hitler di capitolare non fosse un piano, che bisognasse trovare un “compromesso”, soddisfando le sue ambizioni almeno un po'.
Solo che quel po' (il riarmo contro le regole di Versailles) è diventato un altro po' (i Sudeti) e poi un altro po' (tutta la Cecoslavacchia) e un altro po' (Danzica) e poi un altro po' ancora (la Polonia), che finalmente ha scatenato la guerra in condizioni molto peggiori per chi gli si opponeva.

Lo si fosse fermato subito con la forza, forse non ci sarebbe stata la guerra, o certamente non così lunga e difficile. La controdomanda a Kerry è molto semplice: se non si può chiedere all'Iran di capitolare adesso, quando non ha ancora l'atomica, come si potrà domani quando ce l'avesse, e avesse il mezzo di mandarne un po' a Tel Aviv e dintorni, ma un po' anche a Roma, Londra, Parigi - e magari a New York?

L' America non è in grado di domare il Nord Corea, piccolo e privo di risorse, ma armato dell'atomica, grazie alla puntata della diplomazia progressista americana precedente a Obama, quella di Carter (http://www.jpost.com/Opinion/Column-One-Life-under-the-US-umbrella-393103 ). Come lo farebbe in futuro con l'Iran, che è uno spazio assai più grande, ha il petrolio e un sistema industriale assai più importante? E, a proposito, il fatto che Kerry vada in giro per le capitali arabe offrendo un “ombrello nucleare” contro i rischi dell'accordo (http://www.i24news.tv/en/news/international/middle-east/63261-150305-kerry-briefs-wary-gulf-ministers-after-iran-nuclear-talks , http://www.en.shafaqna.com/other-services/middle-east/item/42311-washington-is-considering-a-plan-to-provide-a-nuclear-umbrella-for-the-gulf-states.html ) , non è altro che la prova di come l'Amministrazione sappia benissimo che l'accordo che cerca con l'Iran è in sostanza l'autorizzazione per gli ayatollah di fornirsi di armi nucleari, benché pian piano, dopo il mandato di Obama e Kerry: scopare la polvere sotto il tappeto, perché qualcun altro se ne prenda cura.

Ma una volta che gli iraniani avessero l'atomica (i missili ce l'hanno già e non vi è proibizione nel trattato per continuare a migliorarli) e potessero minacciare New York e Washington, che valore avrebbe questo ombrello?.

Gli inglesi si chiesero ottant'anni fa se valesse la pena di morire per Danzica. Oggi che hanno rinunciato a stare in Medio Oriente (perché non hanno più bisogno del petrolio locale), quale presidente vorrebbe rischiare una bomba atomica in casa per difendere Riad, Il Cairo o Gerusalemme?
Questa è la ragione per cui i commentatori arabi si sono schierati dalla parte di Netanyahu (http://www.westernjournalism.com/arab-commentators-back-netanyahu-speech-congress/?#UZ83YpKZZAiyyPt3.97 ) e l'Egitto sta cercando di costituire una forza militare araba unificata per resistere non a Israele, come sognano gli antisemiti nostrani, ma proprio all'Iran (https://www.google.it/webhp?sourceid=chrome-instant&ion=1&espv=2&ie=UTF-8#q=arab%20force , http://it.gatestoneinstitute.org/5332/forza-araba-congiunta ).

Ugo Volli