Israele/elezioni: la campagna elettorale continua a riscuotere scarso interesse 19/02/2015
Analisi di Manfred Gerstenfeld
Autore: Manfred Gerstenfeld
 Israele/elezioni: la campagna elettorale continua a riscuotere scarso interesse
Analisi di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Giorgio Berruto)


La Knesset, il parlamento israeliano

Anche se manca solo un mese, non è molto l’interesse per le elezioni in Israele. I partiti e i loro leader fanno discorsi elettorali, i giornali pubblicano articoli, ma in realtà quello delle elezioni sembra essere nulla più di un argomento tra i tanti. La campagna elettorale va avanti ma perlopiù manca di un argomento centrale.

Il discorso che Netanyahu ha deciso di tenere presso il Congresso americano, che dovrebbe svolgersi due settimane prima del 17 marzo – il giorno in cui gli israeliani andranno alle urne – continua ogni giorno a suscitare discussioni. Diversi componenti del partito democratico americano hanno annunciato che non saranno presenti al discorso di Netanyahu. In ogni caso, è tutt’altro che chiaro se le “notizie da oltre oceano” influenzeranno o no le intenzioni di voto degli israeliani.

Il Presidente Reuven Rivlin, discutendo con diplomatici sudamericani, ha affermato che la decisione sul candidato che sceglierà per formare il prossimo governo sarà “secondo la costituzione non scritta dello Stato di Israele”.


Isaac Herzog con Tzipi Livni

Netanyahu ha affermato che Herzog e Livni non sarebbero in grado di fermare l’emergere di “un secondo ‘Hamastan’ in Giudea e Samaria o un accordo che concederebbe all’Iran di portare avanti il programma nucleare e dotarsi così della bomba atomica”.

Herzog ha fatto una previsione: se il suo partito vincerà le elezioni, il Likud sostituirà Netanyahu come proprio leader. Sull’ipotetico accordo di pace con i palestinesi, Herzog non ha detto con chiarezza se insisterà per conservare unita Gerusalemme come capitale di Israele. In un’intervista ha affermato di volere una città unita, ma in un’altra ha sostenuto che potrebbe accettare con qualche modifica l’iniziativa di Ginevra, secondo cui i quartieri arabi di Gerusalemme dovrebbero diventare la capitale di un futuro stato palestinese.

I partiti ultraortodossi potrebbero determinare chi sarà il prossimo Primo Ministro. Se la sinistra e la destra si equivarrano in sede elettorale, Gafni, deputato di United Torah Judaism (UTJ), ha dichiarato che il suo partito non appoggerà Herzog. Altri esponenti del partito hanno ribadito che sono pronti a sostenere Netanyahu.

Avigdor Lieberman, leader di Israel Beitenu e Ministro degli Esteri, ha affermato di voler ricoprire il ruolo di Ministro degli Esteri nel prossimo governo. Sembra piuttosto ambizioso, dal momento che il suo partito probabilmente perderà più di metà dei suoi attuali 13 seggi. Lieberman ha attaccato l’attuale Ministro della Difesa Moshe Ya’alon, del Likud, dicendo che “è stato un soldato eccezionale”, ma “nessuno [lo] ha preso sul serio” come Ministro della Difesa.


Benjamin Netanyahu

In un’altra occasione, Lieberman ha detto di avere il sospetto che Netanyahu stia cercando di formare un governo di unità con il leader del Centro Sionista Isaac Herzog. Ha inoltre sottolineato che Netanyahu dovrebbe ringraziare lui e il suo partito per aver vinto le ultime due tornate elettorali.

L’ex viceministro degli Interni Fanya Kirschenbaum, di Israel Beitenu, indagata per corruzione, ha affermato che ci sarebbe un accordo segreto tra Lieberman, il leader di Kulanu Moshe Kahlon e quello di Yesh Atid, Yair Lapid, per formare un blocco centrista dopo le elezioni. Se così fosse, Lieberman ricoprirebbe la carica di Primo Ministro e, in seguito alle dimissioni di Netanyahu, potrebbe essere sostenuto dal Likud. Netanyahu aveva sostenuto che Lapid stesse organizzando un putsch contro di lui quando lo ha licenziato come Ministro delle Finanze, ma quasi nessuno aveva considerato credibile questa ipotesi. Le affermazioni di Kirschenbaum, però, fanno pensare che nelle affermazioni di Netanyahu ci fosse qualcosa di vero.


Yair Lapid

Yesh Atid prosegue nella presentazione di vari programmi di intervento nel settore pubblico. Il programma per quanto riguarda la salute si basa sul precedente lavoro di un comitato guidato dal deputato di Yesh Atid Yael German, che è già stata Ministro della Salute dello scorso governo. Il programma prevede di introdurre il tempo pieno per i chirurghi e di aprire un nuovo ospedale nel sud.

Il programma del partito per quanto riguarda l’educazione include l’allungamento della giornata scolastica, la riduzione del rapporto numerico tra studenti e insegnanti (in parte grazie all’introduzione di un secondo insegnante di supporto per ogni classe), e intende rendere il Ministero dell’Educazione responsabile dell’intera educazione degli studenti, dal loro ingresso a scuola al diploma superiore.

Kahlon sta prendendo posizione con l’obiettivo di diventare il prossimo Ministro delle Finanze. Rivolgendosi a un raduno di studenti dell’Università di Tel Aviv ha dichiarato che sarà il primo Ministro delle Finanze a capire i problemi sociali del Paese e ad agire di conseguenza. Allo stesso incontro, il leader di HaBayit HaYehudi Naftali Bennett ha affermato che, nel futuro governo, chiederà di essere Ministro della Pubblica Sicurezza. Ha inoltre sottolineato che la popolazione ebraica del Negev vive con il costante timore di subire furti da parte della popolazione araba locale. L’affermazione di Bennett ha provocato la pubblica protesta di un gruppo di studenti arabi.

Il Comitato Elettorale Centrale ha escluso la candidatura sia di Haneen Zoabi, della Lista Araba Unita, sia quella dell’estremista di destra Baruch Marzel, di Yachad. La questione adesso sarà automaticamente presentata al vaglio della Corte Suprema, che controlla le decisioni del Comitato [oggi la Corte Suprema ha riammesso entrambi i candidati, ndr].

I sondaggi evidenziano una riduzione del distacco tra Likud e Centro Sionista. I sondaggi del Jerusalem Post e di Maariv pongono il Likud, con 24 seggi, davanti al Centro Sionista, con 23. La Lista Araba Unita insegue con 13, seguita da Yesh Atid con 12. Il grande sconfitto è HaBayit HaYehudi, che perde due seggi dalla settimana scorsa e si attesta a 11, ovvero uno in meno di quelli di cui dispone attualmente alla Knesset.

Agli intervistati sono state poste anche altre domande, tra cui se l’amministrazione Obama stia interferendo sulle elezioni israeliane oppure no. La maggioranza, 62%, ha risposto di sì, il 31% di no, l’8% si è dichiarato incerto. Alla domanda se Netanyahu debba accettare un dibattito pubblico con Herzog, il 62% ha risposto affermativamente, il 27% in modo negativo.


Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta.


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